Difficoltà nel superare la fine di una relazione

Ciao a tutti, ho 23 anni e scrivo per raccontare una storia a cui forse ho dato troppa importanza: 3 anni di relazione, nata un po' per caso parlando di argomenti osé, argomenti che poi sono stati oggetto di discussione per tutti e tre gli anni. Io alla mia prima relazione seria, completamente preso, mentre lei priva di sentimenti nei miei confronti. Per tre anni tutte le persone che mi circondavano hanno cercato di farmelo capire, ma io ero troppo preso per dar loro retta e non facevo altro che rispondere male e allontanare da me queste persone. Sfera sessuale: prima volta per entrambi, ma mai avvenuta realmente perché lei non voleva. Solo parlare (sempre, costantemente, in ogni situazione) di sesso, raramente qualche preliminare e nient'altro. Da parte sua totale mancanza di affetto: si rifiutava di tenermi la mano per strada, di ricevere un bacio in pubblico (non cose plateali, un semplice bacio o anche una carezza), si rifiutava di uscire per più di un'ora scarsa, cercava ogni scusa per non vederci, non voleva mai studiare con me e molto altro, il tutto con la scusa di una sua ansia. Ho vissuto questi tre anni malissimo: personalità annullata, autostima inesistente, scatti d'ira contro chiunque mi rivolgesse la parola, reazioni psicosomatiche, auto-isolamento da tutto e da tutti. Finché poi una sera avviene la rottura. Oltre alla sofferenza della separazione (totalmente infondata, lo so), si aggiunge il fatto che vengo a scoprire che in realtà già da tempo si frequentava di nascosto con un altro ragazzo. Per motivi di studio mi trovo a condividere con loro due gran parte delle mie giornate, ed i primi tempi dopo la rottura sono stati qualcosa di indescrivibile: pianti ovunque, a casa come in aula o sui mezzi pubblici e ad ogni ora del giorno e della notte, settimane intere senza dormire, chili persi, totale apatia, voglia di vivere inesistente. Sulla "prima volta" neanche voglio esprimermi: vista la situazione avevo dato un'importanza enorme a qualcosa che "prima o poi sarebbe successo", fantasticando in ogni modo, e il sapere che sicuramente lo avrebbe fatto con quest'altra persona mi ha distrutto. Non ho avuto ulteriori rapporti sessuali, e dopo un periodo di confusione sulla mia sessualità al momento non saprei come comportarmi quando mi capiterà di averne uno, soprattutto se la ragazza con cui dovesse succedere avesse già avuto esperienze (davo molto peso anche al fatto di essere entrambi alla prima esperienza). Come se non bastasse, non è mancata occasione da parte sua per prendermi in giro con le sue amiche e parlare male di me. Poi con il corso del tempo, e grazie soprattutto ad amici (pochissimi ma buonissimi) e al supporto della mia famiglia (che ho "soprendentemente" riscoperto) le cose sono decisamente migliorate: ora so di essere una persona nuova, fiduciosa di se', con una personalità, libero e non più vincolato alla staticità che ha caratterizzato quei tre anni di inferno. Il problema però è il seguente: è ormai passato più di un anno dall'episodio, ma oltre a vederli insieme tutti i giorni devo anche sopportare il fatto che si abbracciano, si baciano, si tengono per mano, studiano insieme... insomma, tutto ciò che con me non è stato. Naturalissimo per due fidanzati, ci mancherebbe, ma il fatto di essere stato preso in giro per tre anni mi dà molto fastidio. Mi capita anche di sognarla la notte, cosa che non dovrebbe certo succedere. Inoltre so anche che passano spesso nottate insieme in un albergo del mio paese, e pensare a tutte queste cose continua a farmi un gran male. So che tutto ciò è privo di fondamento, so che lei non è altro che una str****, che a lei non importa più nulla di me e che con me non tornerà mai (e anche io non potrei mai farlo). So che ora sono libero, so che sono migliorato, e so che un giorno troverò la ragazza con la quale sarò davvero felice (anche se a questo punto qualsiasi ragazza è meglio della precedente...) ma queste situazioni continuano a procurarmi un gran dolore. Un dolore che ormai è molto attenuato rispetto a prima, non mi procura più il malessere che provavo i primi tempi e va via dopo poco tempo, così ricomincio a pensare a me, a ciò che sono, a quanto sono migliorato e così via... per poi scivolare di nuovo all'incontro successivo. E' totalmente ingiustificato, questa persona non merita nemmeno un minimo di tutte queste attenzioni, ma non riesco a uscirne completamente fuori. Manca sempre quell'ultimo passo per essere finalmente pienamente libero, ma non riesco ancora a farlo. Ed è passato poco più di un anno.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo,

intanto è un'ottima cosa che adesso la gran parte di quella sofferenza sia lontana e che Lei stia riconquistando una sana autostima, sebbene suggerirei di uscire con amici e conoscenti ma con modalità del tutto diverse da come faceva prima.

Io credo che in quei tre anni ci sarà pur stato uno (o forse più di uno) momenti in cui Lei si sarà sentito male (usato? non amato? non capito? ridicolizzato? ecc...), però ha evitato di ascoltare ciò che sentiva.

E' fondamentale dare ascolto alle proprie emozioni, in quanto probabilmente ci sarà stato anche l'entusiasmo della storia, ma anche le emozioni "negative" non devono essere trascurate.

Poichè la problematica non si è risolta del tutto, io credo che farebbe solo bene a contattare uno psicologo psicoterapeuta di persona per poter poi cambiare se stesso soprattutto in vista di relazioni future. Che cosa ne pensa?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica