Psicoterapia

Salve, sono un ragazzo di 23 anni, scrivo qui perché da più di 3 mesi Vivo in uno stato di profonda angoscia ansia ed agitazione.

Tutto è iniziato con un grave episodio avvenuto all'interno della mia famiglia, un infarto venuto a mio padre (fortunatamente adesso sta benissimo), dopo qualche giorno ebbi come un attacco d'ansia moto forte, e iniziai a fissarmi col cuore, ero convinto di poter avere un infarto da un momento all'altro, non facevo altro che misurarmi il battito cardiaco alla ricerca di un aritmia o comunque qualcosa che potesse farmi insospettire, e appena il battito accelerava leggermente stavo malissimo, insomma non una bella vita, tutto questo durò per quasi 3 mesi.

Dopodiché, dal nulla, mi fissai sul mio respiro, ricordo che la prima cosa che mi venne detta fu "fai fatica a respirare", anche se in realtà non avevo niente, dopo qualche giorno ci ripensai, ed iniziai a fissarmi col respiro, ero veramente ossessionato, non riuscivo a non pensarci ed avevo come la paura che potesse succedere qualcosa, non facevo altro che trattenere il respiro per rendermi conto che senza non potevo viverci, e quindi la mia attenzione si spostava sull"automaticità" del respiro, perché avevo paura di doverlo controllare sempre, insomma stavo male.

Ho deciso di scrivere perché adesso ho veramente tanta paura, infatti da qualche giorno è come se avessi dei pensieri veramente assurdi e strani, che non dovrebbero neanche paura, uno di questi ad esempio è "perché vediamo in prima persona e non in terza?
", Mi rendo conto che veramente sono pensieri assurdi e quando ci penso vado in ansia, un altro pensiero ancora più brutto e che mi fa letteralmente terrorizzare è quello di essere depresso, la paura di potermi suicidare, perché potrei stancarmi di vivere così, ho Paura di poterlo fare molto presto, poi magari penso che chi ha paura del suicidio non si suiciderà mai, tuttavia non riesco a capire se ho paura di suicidarmi, oppure per alleviare le sofferenze potrei anche farlo, insomma ho veramente il terrore di poterlo fare, di essere depresso e che tutto possa peggiorare, o che comunque non si possa guarire del tutto.

Nei momenti di forte ansia e paura non faccio che andare su internet a cercare rassicurazioni e che inevitabilmente invece mi angosciano ancora di più, in base a ciò che leggo.

A livello "esterno" quando esco con gli amici i sintomi diminuiscono un bel po', a parte il fatto di avere dell'ansia, viceversa quando sono in casa esplode tutto.

Mi rendo conto di aver scritto troppo, e vi ringrazio per la cortese attenzione.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

sembrerebbe che l'episodio che ha visto star male il papà abbia influito molto su di Lei che, forse, fino a quel momento non aveva mai pensato ad un'eventualità del genere, cioè poter star male e in particolare che il cuore venisse coinvolto.

In un certo senso, è come se Lei avesse appreso da una parte la vulnerabilità dell'essere umano e da allora monitora costantemente il cuore, il battito, il respiro, ecc...

E' chiaro che non può continuare a fare questo monitoraggio, perché questo controllo finirà per sfinirLa da un punto di vista mentale, per quanto riguarda la fatica e le energie che occorrono!!

Una consulenza psicologica diretta a mio avviso può essere molto utile e se lo psicologo psicoterapeuta Le indicherà immediatamente come fare, potrà nel giro di pochissimo tempo riacquistare serenità e controllo sulla sintomatologia.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Sicuramente, mi sono reso conto anch'io che questo continuo monitoraggio delle mie attività involontarie del corpo è controproducente, tuttavia ciò che mi fa realmente paura e mi terrorizza in questo momento è quella dei pensieri "strani", e soprattutto quella di avere una qualche forma di disturbo depressivo che potrà portami in breve a stare male, e magari fare qualcosa di sbagliato in un momento di profonda debolezza, come quella del suicidio
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