Bimba 3 anni e mezzo piange improvvisamente

Buongiorno.
Ho una bambina di 3 anni e un bimbo di 18 mesi.
La bimba fino a circa 2 mesi fa dormiva nella sua cameretta da sola.
Ora ha paura di tutto:delle luci, degli spari, fuochi, il tappo dello spumante e rumori vari.
Non vuole più dormire sola, ma nel lettone con noi.
Anche in casa sta sempre dietro di me perché ha paura.
Ci sono notti che improvvisamente piange senza un motivo e anche se cerchi di avvicinarti per calmarla reagisce con calci e pugni.
E in generale quando non ha crisi di pianto è sempre molto agitata quando dorme.
È molto timida.
Al parco sulle giostre aspetta prima che vanno via tutti i bimbi e poi va lei.
E aspetta e guarda con il ditino in bocca.
In famiglia ci sono casi di crisi epilettiche. Proprio il fratello di mio marito da piccolo (a 7/8anni) ha iniziato ad avere le prime crisi piangendo e urlando mentre dormiva
Non so se c è una corrente oppure non c entra niente.
Non sappiamo come comportarci.
Quale atteggiamento usare nei suoi confronti.
Se deve dormire nel suo letto e lasciare che pianga oppure portarla con noi.
Abbiamo provato a cambiare luce, letto ma niente.
Si fa chiudere le porte di fuori anche ma poi non riesce a stare.
Cmq c è il fratellino con lei in stanza che dorme in culla.
Ma nn ce la fa dice che ha paura.
Vi prego aiutateci.
Grazie mille
[#1]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Gentile utente,
il pianto di un bambino, specie se accompagnato da paura, è un segnale da prendere in seria considerazione. Qualcosa o qualcuno (una situazione, un episodio, una persona, che potrebbe essere anche un familiare) ha spaventato sua figlia.
In questi casi la procedura opportuna può essere questa:
1) Armarsi di tanta pazienza e accettare che la bambina dorma nel "lettone", consolandola anche durante le sue crisi diurne senza mai rimproverarla o spaventarla.
2) Verificare se le paure della bambina aumentano alla vista di qualche estraneo o in certi luoghi. Quello che dice del suo timore degli altri bambini, al parco, se è un sintomo nuovo può richiamare un episodio che ha turbato la piccola. Quello che dice degli spari e delle luci forti può far pensare a fuochi d'artificio, che per un bambino piccolo possono essere paurosi.
3) Ascoltare i racconti spontanei della bambina, anziché interromperla nella speranza vana di tranquillizzarla con frasi tipo: "Non è niente", etc. Cerchi di immedesimarsi in sua figlia: se qualcosa le ha fatto paura, questo qualcosa deve emergere, tradursi in parole, in un ricordo preciso, per venir elaborato.
4) Rivolgersi ad uno/a psicologo/a dell'infanzia, che conosce il modo di aiutare la bambina ad esprimere ed elaborare il vissuto che le fa paura. Ne trova anche alle ASL e al Consultorio familiare. Parli da sola del suo caso la prima volta, non in presenza della bambina.
5) Non entrare in ansia e non innervosirvi, lei stessa e il papà. Aiutate la bambina mostrandole che sapete dominare con calma la situazione, che non è insolita e senz'altro è risolvibile, ma che tuttavia non va ignorata.
Buone cose. Ci tenga informati.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille dottoressa per la vostra risposta esaustiva. In effetti sin da piccola aveva paura di determinate persone. E ancora oggi con alcuni familiari fatica ad avvicinarsi. La sera fa chiudere le porte perché vede delle luci e dice: vattene vattene. Noi genitori non sappiamo che cosa possono essere questi episodi traumatici. Puo darsi a scuola, perché ha frequentato la ludoteca. Le maestre non mi hanno detto niente, era sempre tutto a posto.e lei voleva andare a scuola proprio con tanto piacere. In certe situazioni si blocca completamente. Se le chiedono come ti chiami non risp, oppure fa la pagliaccia, corre ma senza risp. Non so se è un sintomo di timidezza oppure qualcos'altro. A settembre inizierà l'asilo. Spero migliori qualcosa.
[#3]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Gentile signora,
la situazione della bambina, lei me lo conferma con questa ulteriore email, richiede la visita di uno specialista, anche per sua tranquillità: se la sentirebbe, in futuro, di aver ignorato un trauma che al momento è curabile?
La scuola non può migliorare nulla, sulla base di un disturbo trascurato. Sono i genitori che devono farsi carico della salute, fisica e psicologica, dei figli.
Le ripeto che non deve nemmeno pagare, se si reca al consultorio, dunque cosa la trattiene?

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com