Ansia e rimuginio

Salve, ho 33 anni e da circa un mese, con la fine del lavoro visto che sono una docente, ho avuto un inizio di pensieri continui senza sosta che mi hanno portato ansia e panico.


Non mi sembrava di avere motivi validi per sentirmi così, o meglio, mi sembrava di star bene e di volermi godere le vacanZe tanto attese.


Mi sono rivolta subito ad uno psicologo e per ora ho fatto quattro sedute senza troppi risultati.
Sto facendo meditazione e sto cercando di accettare questi pensieri, ma mi martellano da mattina a sera provocandomi ansia e rimuginio continuo.
Ho paura dei pensieri e il pensiero mi riporta continuamente alla mia condizione, è una cosa difficile da spiegare.

All’inizio quando uscivo con gli amici mi sembrava di star meglio, arrivavo a distrarmi per ore e giornate intere, ma poi di nuovo i crolli nei giorni seguenti, e ora quando esco mi sembra di non concentrarmi su niente e di continuare ad essere perennemente assorta nei miei pensieri.
Cerco di fare le cose che faccio tutti i giorni ma non mi sembra di godermele mai.


A volte ho la sensazione di impazzire e di non farcela, ma sto cercando di mettercela tutta e di evitare l’eventuale assunzione di psicofarmaci.


Non capisco davvero come io possa essere arrivata a questo e nonostante io sappia che peggiora la situazione, penso e ripenso a tutto senza via d’uscita.

Mi sembra che quello che fino a un mese fa mi piaceva ora non sia più possibile fare, perché i pensieri mi assillano da mattina a sera.



Volevo sapere se quella che ho intrapreso per adesso è la strada giusta, e se sarebbe ideale prendere psicofarmaci.

Specifico che 10 anni fa ebbi un episodio di ansia post stress che mi portò a sospendere gli studi e a prendere per un breve periodo antidepressivi.


Grazie
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Utente,
pur essendo comprensibile la sua 'urgenza' di tornare a stare meglio, quattro sedute son davvero pochissime... giusto il tempo per conoscersi e iniziare ad inquadrare la situazione.
Si dia tempo per affrontare il suo disagio nell'ambito del percorso iniziato, verificando (se non lo ha già fatto) che lo psicologo a cui si è rivolta sia anche abilitato all'esercizio della psicoterapia. Sarà lui a concordare insieme a Lei se sarà o meno opportuno inviarla ad uno psichiatra per un'eventuale prescrizione di farmaci.
Gli parli certamente di quanto accaduto in passato, ma le suggerisco di focalizzare la sua attenzione sui fattori (personali, relazionali e/o ambientali) che attualmente hanno dato origine e mantengono il suo problema, ad esempio rispondendo dentro di sé alle domande:
- perché ora?
- cosa c'è che non le piace nella vita che conduce?
- se potesse liberamente scegliere, quali cambiamenti apporterebbe alla sua esistenza?
- quali sono i suoi timori?
- quali le aspettative?
e via dicendo...

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
dopo
Attivo dal 2011 al 2021
Ex utente
Gentilissima dottoressa,
Grazie per la risposta. Il mio problema è che pensarci e ripensarci mi sta facendo scatenare ansia, panico e paura che mi spaventano e mi fanno pensare alle cose più brutte, fino a pensare di non poterne uscire più.
Non riesco ad affrontare il disagio con lucidità e calma, ma solo con paura.

Comunque sì sono seguita da una psicoterapeuta.

Saluti

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