Differenza di età nella coppia: lei più grande di me

Buongiorno,
premetto che se avessi la disponibilità economica, non esiterei a intraprendere una psicoterapia, perché in questo momento sono sopraffatto dalle mie ansie e non riesco a godermi nulla.

Brevemente: 6 anni fa ho iniziato una relazione con una donna separata, più grande di me di otto anni e con due figlie, che all'epoca avevano 10 e 14 anni.

Io e la mia compagna abbiamo rispettivamente 39 e 47 anni.
Per tanto tempo abbiamo vissuto un vero e proprio idillio a livello familiare (gli unici problemi che abbiamo avuto e che persistono tutt'ora stanno nel rapporto tra la mia compagna e mia madre), ho un rapporto bellissimo anche con le ragazze, per le quali sono diventato un punto di riferimento importante.

Per qualche anno sono anche riuscito a gestire relativamente bene la mia ansia, ma ultimamente sto rovinando tutto a causa dei miei dubbi e delle mie paure.
Ho iniziato a pensare sempre più con insistenza che il rapporto tra me e la mia compagna non sia un rapporto sano tra persone adulte, e che io abbia scelto lei solo la mia insicurezza ed il mio bisogno ossessivo di affetto.
Continuo a chiedermi cosa accadrà tra qualche anno, se finirò per perdere l'attrazione fisica per lei e cosa accadrà allora.
Temo anche, cosa che non facevo all'inizio, il giudizio delle altre persone sulla mia scelta.

Tra me e la mia compagna rimane un'ottima intesa e un ottimo dialogo, ma dentro di me sto sempre peggio.
Un po' perché, essendo le ragazze cresciute, le dinamiche familiari stanno inevitabilmente cambiando, un po' per questo mio continuo bisogno di certezze e di conferme che non posso avere.
Ho anche sviluppato un'ossessione per il tempo che passa, non faccio altro che vivere nel futuro e immaginarmi sempre più infelice e dominato dalla paura.
Le letture di libri di psicologia che ho intrapreso negli ultimi tempi, invece di darmi conforto, non hanno fatto altro che aumentare il mio disagio: riuscirò mai a diventare realmente una persona "adulta"?
È possibile riuscire ad essere felice anche in futuro con la mia compagnia, nonostante la differenza di età?
Cosa c'è di sbagliato in me?
Ho cercato la sicurezza in una persona più grande a causa delle mie insicurezze - che attribuisco non a una mancanza di affetto nell'infanzia, ma più a un affetto soffocante da parte di mia madre - oppure anche il mio rapporto di coppia può funzionare?

Perdonate lo sfogo, non cerco risposte o soluzioni che non potete darmi, ma solamente un consiglio o qualche parola che possa aiutarmi a trovare la mia strada.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 186
Gentile utente,
l'ansia che la domina, il continuo bisogno di certezze e di conferme impossibili da ottenere, come lei stesso ammette, sono predittori di una discreta dose di malessere adesso e nel futuro. Questo a prescindere dalle ragioni che lei adduce: differenza di età, eventuale calo del desiderio, attenzione ai giudizi della gente, scelta della partner viziata da immaturità, insicurezza, bisogno ossessivo di affetto.
La certezza sul futuro non ce l'ha nessuno, in nessuna sia pur favorevole congiuntura. L'ansia di volerlo dominare si placa curandola, riconoscendola per quella malattia che è, con l'intervento di uno psicoterapeuta.
Se lei scoprisse di avere, non dico un tumore, ma una displasia dell'anca, correrebbe subito da uno specialista a farsi operare. Per un'ansia che le divora la vita e falsifica le sue relazioni, invece, ritiene di non avere la disponibilità economica?
Si è informato del costo di una psicoterapia privata e del bassissimo costo di una terapia alle ASL, al Centro di Salute Mentale, al Consultorio?
Questo nel caso che sia l'ansia la sola causa del suo attuale disagio. Uno specialista potrebbe aiutarla a capire se invece il distacco da lei temuto come futuro, non si sia prodotto già adesso. Lei si chiede se diventerà mai adulto: forse si accorge invece di esserlo diventato, e di avere già adesso un orientamento affettivo e sessuale non più sincrono con la sua relazione.
In questo caso come nell'altro (la presenza di un'ansia patologica) sarà lo specialista ad aiutarla a vederci chiaro e a fare i passi idonei.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
La ringrazio molto per la risposta dottoressa.
Valuterò l'idea di intraprendere una terapia presso la ASL, anche se devo dire che ora, oltre ai costi, mi spaventa anche il fatto che la mia confusione possa farmi fare le scelte sbagliate anche guidato da un terapeuta.
Perché è vero che temo per il futuro della mia relazione, ma solo all'idea di dovermi allontanare dalla mia compagna e dalle sue figlie mi fa stare malissimo. Il mio desiderio più grande sarebbe quello di tornare a sentirmi con lei fino a poco tempo fa, quando l'ansia non mi opprimeva in questo modo.
Cercherò comunque di sforzarmi e di applicare il suo consiglio. Arrivederci e grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 186
Gentile utente,
eccoci al punto che non ho voluto trattare per non appesantire la mia prima risposta. Lei lo esprime benissimo con le parole: "mi spaventa anche il fatto che la mia confusione possa farmi fare le scelte sbagliate, anche guidato da un terapeuta".
Quando si sente che qualcosa sta cambiando, alcuni più di altri si sentono tremare la terra sotto i piedi e resistono con forza ad ogni cambiamento. Non valutano morbidamente l'andamento delle cose, non guardano dentro di sé per individuare le proprie preferenze e scegliere con calma; meno ancora sono capaci di mediare con l'altro i rispettivi desideri e bisogni.
Immaginano invece un futuro "tutto o niente", come colpito dall'accetta del boia; e spesso finiscono proprio per procurarsi questa realtà dicotomizzata, dove le metà residue sono entrambe mutilate, dolorosamente insufficienti.
Si rassicuri: uno psicologo l'aiuterà a scoprire in sé stesso quello che realmente desidera e a costruire i modi realisticamente possibili per cercare di ottenerlo. Nessuno psicologo che svolga correttamente la sua professione le chiederà di tradurre in rinuncia alla felicità, o in dramma e perdita, un momento per lei già doloroso.
Rifletta invece sul fatto che mentre lei impiega il tempo a resistere e a puntare i piedi, il cambiamento sta già avvenendo, nella sua ridotta disponibilità affettiva, nel suo dialogo falsificato con la sua compagna. E se fosse la sua donna a stancarsi?
Lei ha scritto: "ultimamente sto rovinando tutto a causa dei miei dubbi e delle mie paure". Appunto.
Le faccio tanti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
La ringrazio molto per l'ulteriore risposta. Se posso approfittare della sua disponibilità un'ultima volta, vorrei chiederle se ho interpretato bene questa sua risposta: l'ansia che sto vivendo (considerando che la tendenza ad essere profondamente ansioso persiste da sempre e che già in passato sono stato per qualche tempo in terapia) mi impedisce di valutare lucidamente la situazione, e la paura dei cambiamenti che la mia famiglia sta attraversando mi porta a pensare che l'unica soluzione sia quella di porre fine alla mia relazione di coppia, quando invece potrebbe essere che questo rapporto debba semplicemente evolversi, e non necessariamente terminare, considerando che i timori che provo sono più anticipatori che attuali. È corretto?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 186
Corretto.
Aggiungo che lei si preclude una soluzione serena e favorevole ai suoi desideri più profondi, quali che siano, con l'ansia anticipatoria, ma anche pretendendo che la crisi non sia mai avvenuta: "Il mio desiderio più grande sarebbe quello di tornare a sentirmi con lei fino a poco tempo fa, quando l'ansia non mi opprimeva in questo modo".
Indietro non si torna. Si va avanti, guadagnando scelte idonee ai propri desideri, conquistando sempre più certezze sulle proprie capacità operative adulte.
Lei non ci ha mai scritto se è economicamente autonomo, se convive con la partner, se avete progetti comuni e se ne avete già realizzato qualcuno.
Ora so che è già stato in terapia; le chiedo se ha affrontato il tema delle sue insicurezze che nella prima email attribuiva "non a una mancanza di affetto nell'infanzia, ma più a un affetto soffocante da parte di mia madre".
La mancanza di una coperta nel cuore dell'inverno può far morire di polmonite, ma un cuscino di piume premuto sul viso può soffocare senz'altro.
Ci scriva quando vuole.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#6]
dopo
Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
Grazie mille dottoressa. La mia terapia risale alla mia prima relazione sentimentale, che è avvenuta in tarda età, a 28 anni causa della mia timidezza, e riguardava soprattutto la mia presunta inadeguatezza sessuale (superata, perché legata solo all'ansia). All'epoca - me ne rendo conto ora - non mi sentivo di mettere in discussione il rapporto con mia madre (parlo da genitore di figli separati) e anche se il terapeuta cercava di indirizzarmi a riflettere su certi argomenti, ricordo di averli evitati, volevo solo liberarmi della mia ansia. Oggi sono convinto che la mia insicurezza e il fatto di provare continuamente paura per i più svariati motivi siano legati al rapporto che ho avuto con i miei familiari, che non mi hanno fatto mancare affetto o sostegno materiale, ma che in qualche modo mi hanno sempre iperprotetto e in qualche modo compatito per il mio carattere (io ero quello "sensibile", quello sempre buono e paziente, quello che, "poverino", doveva affrontare tante difficoltà...).
Per un po', dopo la terapia, sono stato bene, poi la mia relazione è finita a causa della mia gelosia, peraltro totalmente immotivata, che non riuscivo a gestire e che finiva per farmi chiedere continuamente conferme e rassicurazioni alla mia ragazza, fino a quando lei non ha giustamente più retto.
Poi avuto altre storie di scarsa importanza. Comunque, ho un lavoro fisso da oltre dieci anni, ho vissuto per 4-5 anni da solo e da 6 anni convivo con la mia compagna e le sue figlie. Il loro padre è totalmente assente, e, anche se non ho figli miei, mi sento appagato per il rapporto che ho con le ragazze.
In futuro, io e la mia compagna vorremmo semplicemente trovare la tranquillità che per svariati motivi fino ad oggi non abbiamo avuto, e iniziare a goderci un po' la vita (sarebbe troppo lungo da raccontare, ma gli ostacoli che abbiamo dovuto superare sono tantissimi), e vorrei continuare ad essere un punto di riferimento e un sostegno per le sue figlie ogni volta che ne avranno bisogno, dopo aver contribuito alla loro crescita negli ultimi anni.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 186
Gentile utente,
mi sembra già incamminato verso una buona analisi della sua situazione. Questo può farla approdare ad una psicoterapia efficace.
Nelle frasi più significative della sua email c'è tra altre cose un lapsus che potrebbe dire molto.
Gliele copio/incollo:
"All'epoca - me ne rendo conto ora - non mi sentivo di mettere in discussione il rapporto con mia madre (parlo da genitore di figli separati) e anche se il terapeuta cercava di indirizzarmi a riflettere su certi argomenti, ricordo di averli evitati, volevo solo liberarmi della mia ansia".
Altro periodo su cui riflettere è questo: "In futuro, io e la mia compagna vorremmo semplicemente trovare la tranquillità che per svariati motivi fino ad oggi non abbiamo avuto, e iniziare a goderci un po' la vita (sarebbe troppo lungo da raccontare, ma gli ostacoli che abbiamo dovuto superare sono tantissimi)".
Giovani come siete tutti e due, questo obiettivo sarebbe tutto?

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#8]
dopo
Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
Ho visto solo ora il lapsus a cui si riferisce, mentre scrivevo la frase sentivo che c'era qualcosa che non andava, ma non me ne sono reso conto. Devo dire che mi spaventa ancora di più e mi fa riflettere ulteriormente. Sicuramente l'idea di far vivere un altro trauma alle ragazze (sempre che il lapsus sia legato a quello) e di dovermi allontanare da loro è un fattore in più che mi impedisce di ragionare lucidamente e con distacco sulla mia relazione. Però non è l'unico fattore, perché al netto delle difficoltà e della paure pressoché ossessive per il futuro, ho ancora voglia di stare accanto alla mia compagna. Con lei i progetti riguardano i viaggi che non abbiamo ancora fatto, il viverci insieme come coppia, cosa che per ora siamo riusciti a fare soltanto durante il primo anno di relazione, quando ancora non frequentavo le figlie. Per il resto, la situazione in cui ci troviamo, per svariati motivi che potrei definire "burocratici", giudiziari e altri problemi esterni a noi che hanno reso la nostra vita per niente facile (sarebbe troppo lungo da spiegare in questa sede), per ora non è facile progettare qualcosa per il futuro, ma il solo uscire da questa situazione sarebbe già un traguardo notevole, e allora potremmo iniziare a progettare realmente insieme la nostra vita.