Ansia e attacchi di panico

Buonasera, sono una donna di 28 anni e ultimamente ho iniziato ad avere molta molta ansia soprattutto durante esami orali davanti a commissioni e anche solo fare una presentazione di me stessa mi procura ansia e preoccupazione.
Qualche mese fa, durante un esame orale, peraltro non impegnativo, sono praticamente scappata via perché non riuscivo a parlare, respirare.
Volevo solamente scappare.
Negli esami scritti continuo ad avere risultati ottimi, oltre le mie aspettative anche se durante quei momenti sento di avere un po' di ansia ma mi prendo qualche minuto per calmarmi, cosa che non posso fare mentre parlo davanti ad una commissione.
Non ho mai avuto questo problema, anzi ho sempre avuto una parlantina spigliata, saltavo da un argomento ad un altro con disinvoltura.
È stata una cosa tanto terribile quanto inaspettata.
Potrei acquistare della gocce di valeriana o simili?
Mi aiuterebbero?
Spero di non dover assumere ansiolitici veri e propri.
Grazie mille
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
L'ansiolitico più utile che dovrebbe assumere, dal punto di vista psicologico, è evitare di evitare.

Finché continuerà a scappare dagli orali confermerà invece a se stessa di essere una poveretta che non riesce a sostenere questa prova, come chiunque altro. In altre parole, l'ansia si batte solo affrontando a viso aperto proprio ciò che ci spaventa. Se non riesce a farlo da sola, piò rivolgersi a uno psicoterapeuta per farsi aiutare.

Mi complimento tuttavia con lei per aver esordito con "sono una donna di 28 anni". È la prima volta che mi capita di leggerlo. La tendenza generale è "sono una ragazza di 35 anni..." oppure "il mio ragazzo di 40 anni...".

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr. Gian Andrea Gatto Psicologo 30 1 2
Buongiorno,
grazie per la sua condivisione.

Sicuramente l'utilizzo di sostanze naturali o chimico/farmaceutiche che siano possono aiutare nel ridurre l'ansia, sebbene sia certamente consigliabile tentare di gestirla in autonomia, salvo casi in cui sia fortemente invalidante.
A tal riguardo non sia troppo severa con se' stessa nel dire "spero di non dover assumere ansiolitici veri e propri". Le dico questo perchè, sebbene mi trovi assolutamente d'accordo nel cercare di evitare di assumere psicofarmaci, un atteggiamento fortemente negativo in questa direzione concorre nell'aumentare l'ansia, piuttosto che ridurla.
Quello che voglio dire è che, sebbene sia molto probabile che lei non necessiti del supporto di un farmaco, non ne sia terrorizzata: se una persona ha una buona gestione dell'ansia nella maggior parte degli aspetti della sua quotidianità, ma questa diventa ingestibile e invalidante ad esempio quando deve prendere un aereo, non ci vedo nulla di male se nei momenti di picco essa si avvale del supporto di un farmaco se questo può concorrere a migliorarne la qualità della vita, a patto che l'utilizzo sia contestualizzato, accompagnato da un percorso volto a rendere la persona autonoma nella propria regolazione emotiva (e quindi finalizzato al gestire autonomamente l'ansia senza più l'utilizzo del farmaco), e seguito da un medico specialista.
Questo solo per tranquillizzarla circa i tabù, retropensieri e perplessità che circondano il mondo dei farmaci. Non rappresenta assolutamente un esortarla a valutarli (che peraltro esula dalle competenze degli psicologi). E anzi, dalla situazione che ha descritto credo che non ne avrà bisogno (la cui valutazione, ripeto, non è di mia competenza).

Per quanto riguarda il suo fastidio, le capita solo in prossimità di un esame / una prova da affrontare?
Sta attualmente svolgendo un percorso di supporto psicologico?

Se le situazioni scatenanti fossero fortemente perimetrate e circoscritte, potrebbero aiutarla esercizi di stampo cognitivo-comportamentale.
Anche la mindfulness potrebbe essere di aiuto.

Questo per quanto riguarda il "sintomo". In riferimento invece alle cause scatenanti, mi chiedo quali possano essere i significati che lei attribuisce al sostenere un esame, e quali investimenti emotivi siano in atto verso il superamento o meno di una prova.

Resto a disposizione
Un caro saluto

Dr. Gian Andrea Gatto
https://www.drgianandreagatto.com/
https://www.instagram.com/gian_andrea_gatto_psicologo/

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