Perché sono sempre stanca per fare qualsiasi cosa?

Buongiorno,
Scrivo perché non so più cosa fare, o meglio, so che dovrei andare da uno psicologo, ma purtroppo al momento sono impossibilitata ad andare da un professionista.

Ho 30 anni ma ho sempre avuto problemi (anoressia, autolesionismo in adolescenza e fino ai 23 anni) ma la situazione ora mi sta sfuggendo di mano.

Sto insieme a mio marito da 6 anni, siamo sposati da 3 e abbiamo un dolcissimo bimbo di 4 anni.

Da quando ero incinta ho iniziato ad avere pensieri orribili, su cosa sarebbe potuto accadere a me o al bambino, ma soprattutto sulle cose orribili che accadono ogni giorno nel mondo, tutto questo è peggiorato con la nascita del bambino, ho sviluppato una vera e propria tanatofobia, non riesco a pensare ad altro, al fatto che dovrò morire, che potrebbe succedere anche a breve e che soffrirò chissà quanto e diventerò ossa e cenere, nessuno saprà che sono esistita, non ci sarà più alcun ricordo di me e non riesco a farmene una ragione, ho attacchi di pianto, attacchi di panico.
Sono diventata abbastanza ipocondriaca, faccio esami su esami perché ho sempre qualche dolore che mi spaventa a morte, l'unica cosa che ho trovato è stata la gastrite.
Sicuramente soffro anche di ansia, e le cose non fanno che peggiorare, sono sempre stata ossessionata dal peso, e dalla gravidanza non mi riconosco più, ho circa 12 kg in più e mi faccio letteralmente schifo e se qualcuno mi fa un complimento non gli credo, anzi penso lo faccia per denigrarmi o per finta.

Il matrimonio sta andando male, mio marito è pesante, parla sempre di cose che non mi interessano, denigra gli altri perché pensa sempre di aver ragione su tutto e tutti, infatti non ha amici e anche la sua famiglia lo sopporta a malapena, non fa altro che dirmi quello che dovrei o non dovrei fare, che sto tutto il giorno sul divano, non faccio niente, uso troppo il telefono, dovrei mangiare meglio, dovrei fare questo, e quell'altro; faccio fatica ad alzarmi dal letto la mattina, non ho voglia di fare nulla se non stare seduta o sdraiata e scrollare il telefono per non pensare a nient'altro, e questo mi fa stare male perché so che è sbagliato, non trovo la voglia nemmeno per giocare con mio figlio e mi sento una madre orribile, amo tantissimo mio figlio e lui ama moltissimo me... a volte penso che vorrei divorziare ma non voglio che il mio bimbo soffra come me e mia sorella da piccole e sinceramente ho anche paura.

Lavoro nella ristorazione, in famiglia, siccome abbiamo moltissimi clienti, faccio davvero molta fatica; tutti pensano che io sia svogliata nonostante sia quella che ha più mansioni dopo mia mamma, la titolare, ma ho bisogno di fare pause in più degli altri altrimenti crollo tra mal di schiena e stanchezza.
Ho paura del giudizio degli altri e dei litigi, piuttosto mi annullo pur di non iniziare una discussione, ho paura del confronto, delle urla e dei giudizi delle altre persone.

Ho scritto un po' tutto per farvi avere un quadro generale, ma il mio più grande problema è la tanatofobia
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Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 257 18
Buongiorno, come potrà intuire il suo quadro è abbastanza complesso e ci sono svariati punti della sua situazione da considerare e approfondire.

Emergono aspetti depressivi, fobici e anche paranoici che andrebbero sviscerati per poter capire quella che è la situazione. Sicuramente l'insoddisfazione costante sta influendo decisamente in questo suo quadro, ma torno a ripeterle che è impossibile fare qualcosa per lei in questa sede.

Le consiglio vivamente un consulto specialistico.

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it

[#2]
Dr. Vincenzo Cosentino Psicologo 204 12 1
Buonasera,
Da ciò che racconta la situazione che vive è da analizzare per gradi.
Ovvero ci si potrebbe occupare delle difficoltà che ha descritto in maniera graduale, partendo da quei fattori che la rendono più vulnerabile.
Questo perché approfondire tutto e affrontando tutto in una volta, si rischierebbe di creare confusione.
La paura della morte è spesso dovuta a questioni irrisolte, domande inesplorate che potrebbe approfondire in terapia, andando a cogliere il significato di alcune sue esperienze legate ai lutti familiari o a tematiche analoghe.
Quindi il primo passo per intraprendere la strada verso la risoluzione di tutte le difficoltà raccontate e affrontarle una per volta con l’aiuto di un professionista, che le sarà sicuramente utile per avere una visione più chiara del disturbo e delle difficoltà che ha descritto.

Dr. Vincenzo Cosentino - Psicologo
In sede e online
www.psicologocosentino.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per le risposte, spero di riuscire il prima possibile a continuare la terapia, secondo voi ci sarà bisogno di farmaci? In passato li ho presi e mi buttavano ancora più giù
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