Come superare un lutto per aborto, e non pensare più ad una nuova gravidanza?

Otto mesi fa ho vissuto la drammatica esperienza di un aborto (alla 20esima settimana), aspettavo una bambina (dopo 2 maschietti di 5 e 8 anni) che tanto desideravo, ma capitata per caso (siamo stati poco attenti)...un'esperienza devastante che ho affrontato con forza solo grazie al fatto che a casa avevo i miei figli ad aspettarmi.

Era sicuramente un desiderio più mio che di mio marito...ma alla fine anche lui fantasticava sulla nostra famiglia numerosa e piena di amore...
Mi chiedo tra quanto tempo riuscirò ad elaborare questo lutto...
Faccio ncubi notturni in cui rivivo il parto e sogno si svegliarmi piena di sangue.
Di giorno sono spesso giù di morale e nervosa, svogliata.
Non mi riconosco più perché sono sempre stata una tipa sportiva e dinamica...Ho anche diversi kg in più sulla pancia sforme sempre pronti a ricordarmi l'accaduto.

Volevo chiedervi come posso gestire/reprimere il mio istinto primordiale di provare nuovamente ad avere un altro figlio per colmare questo vuoto enorme che sento dentro...
Mio marito non vuole assolutamente riprovarci adesso (lasciandomi intendere che non lo esclude totalmente)...però il mio orologio biologico mi dice che sono già in ritardo... e anche i medici presenti durante l'aborto mi dicevano "coraggio hai già 2 bambini, va bene così".

Negli ultimi 3 cicli ho come avuto la sensazione di essere rimasta di nuovo incinta (ho eseguito anche dei test, a causa dei ritardi, sicuramente dovuti al fatto che il mio ciclo non è più regolare da dopo l'aborto), e anche se abbiamo usato tutte le precauzioni, ho provato delusione vedendo i risultati negativi (pura follìa!)
La mia parte razionale mi dice che, ammesso che mio marito abbia voglia, vista la mia età, le probabilità di avere un figlio con problemi saranno sempre più elevate, che non riuscirei a sopportare un altro aborto, che "basta così", sono già una mamma e ho la fortuna di avere due bimbi meravigliosi...Devo pensare a loro! Poi però piango in silenzio quando vedo le famiglie numerose, provo invidia, sono ossessionata tutti i giorni da questi pensieri (eppure sono impegnata con il lavoro e le normali attività giornaliere con i bambini)... sono circondata da persone che fanno figli anche dopo i 40 anni, senza nessunissimo problema, e mi sento stupida perché ci sono anche coppie che di figli non ne possono avere.
Non trovo pace e ho paura che questo mio malessere si ripercuota sulla mia famiglia.

Vi ringrazio se potete darmi dei consigli per non impazzire.
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

Perdere un bambino tanto desiderato è sicuramente una esperienza dolorosa, che rimane nel cuore per del tempo; è un lutto difficile da elaborare.
Nel Suo caso lo percepiamo però come una sorta di >mandato< a saziare il Suo "istinto primordiale di provare nuovamente ad avere un altro figlio per colmare questo vuoto enorme che sento dentro..."

Ma Lei non è solo procreatrice; il vuoto non è in parte saziato dall'amore di coppia?
L'amore di coppia e la procreazione possono percorrere strade differenti,
soprattutto se l'esperienza della procreazione la si è avuta già due volte.
Mi riferisco a Suo marito, di cui dice: "Era sicuramente un desiderio più mio che di mio marito..."
Si è chiesta se il rapporto tra mamma e amante in Lei sia armonioso, oppure troppo spostato sui figli, come in queste suggestioni: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-mamma-e-amante.html ?

Se così fosse, l'obiettivo potrebbe essere di lavorare sul Suo essere donna e compagna/amante, di prendersi cura di sè e della relazione di coppia.
Anche perchè ..i figli li abbiamo in prestito (Gibran) per pochi anni; dopo - se abbiamo fatto loro una buona scuola guida - partono per la *loro* vita. Già tra poco il Suo maschietto di 8 anni starà imboccando la preadolescenza.
Forse potrebbe essere questo uno dei motivi per cui desidera un terzo figlio? Per prolungare la Sua fase di 'mammità'?
Oppure per combattere il tempo che passa? i 40 anni per una donna rappresentano una frontiera impegnativa.

Lei ci dice: "Vi ringrazio se potete darmi dei consigli per non impazzire."
Le indicazioni stanno
. in una Sua nuova consapevolezza di sè e
. nel voler ad ogni costo evitare che un desiderio si trasformi in un devastante pensiero ossessivo.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2021 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
Cara Utente,
l'esperienza che lei sta vivendo, solitamente, assume risvolti estremamente dolorosi.

Due cose che ha scritto, in particolare, hanno attirato la mia attenzione e potrebbero costituire a mio avviso un punto di partenza per riflettere.

Ovvero, il vuoto enorme e l'invidia per le famiglie numerose.
Come può e forse ha già intuito richiedendo questo consulto, si tratta di due dinamiche che appartengono a lei e, non me ne voglia, credo che vadano anche al di là dell'accaduto.

Le suggerisco, dunque, di riflettere profondamente su questi due aspetti (il vuoto enorme e l'invidia) prima di prendere una decisione. Possibilmente con un/a professionista in grado di offrirle sostegno e, soprattutto, un luogo sicuro in cui esplorare i vissuti sottostanti il suo dolore.

In modo da, tra le altre cose, riuscire a decidersi con maggiore serenità e lucidità. Che la voglia di maternità non si limiti soltanto al riempimento di un vuoto. Ma che sia la vita che genera la vita.
Ecco, forse in questo momento è la sua vita, ad aver bisogno di accudimento.
Questo il mio augurio più sincero.

Cordialmente
[#3]
dopo
Utente
Utente
Non saprei dire se sono in armonia con il mio essere mamma e amante, forse no, perchè i nostri figli assorbono molto il tempo esclusivo di coppia e questo sposta la nostra attenzione primariamente su di loro ... ma in modo del tutto normale, almeno spero!!! Credo di vivere in modo affiatato con mio marito, indipendentemente della nostra esperienza come genitori che ci ha di sicuro arricchiti e che ci ha dato una marcia in più, stiamo insieme da 20 anni e ne abbiamo affrontate tante insieme prima ancora del loro arrivo.
Sentiamo per esempio il bisogno di chiamare un babysitter di tanto in tanto, per le nostre fughe, non badando a spese per questa giusta causa. La sera ci godiamo sempre il tempo solo nostro dopo aver messo a dormire i bimbi. Ci mancano i viaggi, senza pensieri, questo si! Il lato economico è qualcosa che invece ci divide, perchè mio marito ha paura di non riuscire a dare alla nostra famiglia tutto quello di cui abbiamo bisogno, io invece credo che i nostri bisogni li costruiamo in base a quello che abbiamo/che possiamo permetterci, e che i sacrifici siano necessari per crescere. Ho sempre lavorato per mantenermi gli studi per esempio, ma questo non è mai stato un peso. Non vorrei che i miei figli dessero tutto per scontato solo perchè possono avere tutto quello che desiderano e noi forse non saremo abbastanza bravi per educarli in questo.
E' vero, il tempo che passa vorrei combatterlo, provo una tremenda paura di "essere già vecchia", attribuendo proprio alla "vecchiaia" la causa del mio aborto. Ho sempre fantasticato di avere una famiglia numerosa fin da quando da ragazza mi occupavo come babysitter di altri bimbi/ragazzi anche come aiuto compiti e sono convinta che quando si è in tanti, si cresca meglio e ci si arricchisca di più. Ecco perchè guardo con molta invidia quelle famiglie (a volte disperate) con tanti figli intorno. Durante questa ultima gravidanza, che all'inizio procedeva benissimo senza alcun problema, avevo anche pensato di fare un quarto figlio. Forse il mio vuoto è dovuto anche a questo? Ho fantasticato troppo?
Spero che il tempo possa aiutarmi a voltare pagina e ad apprezzare tutto quello che ho.
[#4]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,,

Lei auspica che "...il tempo possa aiutarmi a voltare pagina e ad apprezzare tutto quello che ho."
Forse il "tempo" non è l'ingrediente sufficiente a colmare quel "vuoto" di cui ripetutamente ci parla; occorrerà probabilmente una ulteriore riflessione individuale ma anche di coppia.

Cari saluti.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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