Trasformazione e cambiamento: fantasia sessuale, ostacolo o obiettivo?

Buonasera,
chiedo consulto per provare ad inquadrare, nei limiti consentiti dalla piattaforma, una problematica che mi accompagna da anni.

Sono un ragazzo gay di 30 anni, sono stato fidanzato per quasi 8 anni fino a quando, purtroppo, una brutta malattia lo ha portato via circa un anno fa e questo ha avuto conseguenze su quanto sto per raccontarvi.


Fin dall'adolescenza, ciò che ha accompagnato i momenti di autoerotismo è stata la fantasia della trasformazione in uomini più virili (pelati, barbuti, pelosi, muscolosi, dediti a lavori manuali) e, talvolta, in animali (cani) o oggetti (scarpe, calzini,...).

Mi eccita il cambiamento e, per la fantasia più ricorrente (la prima), vedere il mio corpo assumere caratteristiche che ho sempre desiderato (appunto, barba, pelo, muscoli).
Fuori da tali momenti, la fantasia rimane un forte desiderio, un obiettivo, un'aspirazione.
Il che mi ha fatto scorgere una sorta di analogia (impropria) con quanto prova un transgender che vive in un corpo che non lo rappresenta.


Nell'interazione sessuale, la (fantasia della) trasformazione è cruciale: il partner è l'uomo in cui trasformarmi o colui che in maniera fantasiosa (i.
e. magia, dominazione), mi trasformerà.
L'organo sessuale, il piacere del partner o il mio, l'esplorazione ed il contatto passano molto in secondo piano.
E, salvo quando interagivo con il mio ragazzo, con cui avevamo costruito una certa confidenza e intimità, non riesco a non essere (sopratutto se so che quella fantasia non è condivisa) inibito ed impacciato.

Così, prevalentemente, ripiego sulla pornografia, soprattuto su racconti di tali trasformazioni (c'è molto materiale in inglese).


Data la ricorrenza delle caratteristiche della trasformazione (i.
e. barba, pelo, muscoli), ho provato a raggiungerle nella vita reale (i.
e. ho fatto crescere la barba, mi sono rasato i capelli): oltre a sentirmi molto meglio col mio corpo, quelle caratteristiche hanno smesso di essere fulcro delle fantasie e di questa "aspirazione".


Di recente, come dicevo, il lutto che ho subito ha portato ad una estremizzazione di queste fantasie: la masturbazione è diventata assai frequente (2-4/giorno) ed a tratti ossessiva, a volte anche senza piena erezione.
Sento la necessità di realizzare altri "obiettivi", tra cui quello di dedicarmi a lavori manuali (i.
e. edilizia) che sostituirebbero il lavoro d'ufficio che pratico adesso.
Ed ho iniziato a mettere in atto azioni: comprare abiti da lavoro, uscire e far finta di essere un operaio, rispondere ad annunci di lavoro.


A questo punto, date le implicazioni sociali di queste azioni, avverto la necessità di comprendere, anche con qualche vostro spunto, anzitutto se sia almeno in teoria sano "realizzare" queste fantasie e se, in generale, esse stesse siano sane o richiedano con impellenza il supporto di un professionista.

Su quest'ultimo aspetto, vi chiedo di suggerirmi quali professionalità/approcci/specializzazioni orientarmi.

Grazie molte in anticipo.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sembra trattarsi di ciò che in clinica si definiscono idee prevalenti, cioè ideee vissute come attraenti e importanti e che orientano la sua vita, rispetto alla quale le altre sono secondarie. Con tratti di compulsività, come nelle masturbazioni, che invece sono vissute come un obbligo anche quando non danno piacere.

>>> queste fantasie e se, in generale, esse stesse siano sane o richiedano con impellenza il supporto di un professionista

Dipende da quanto ne sta soffrendo. Se il disagio è troppo ha senso chiedere un aiuto professionale (psicoterapeuta e/o psichiatra).

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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www.giuseppesantonocito.com