Attaccamento evitante dopo relazione tossica

Ciao a tutti.
Vi scrivo perché mi chiedevo se fosse possibile, in seguito ad un rapporto tossico, in cui la persona dall’altra parte aveva delle tendenze narcisistiche, sviluppare attaccamento evitante, quindi dopo l’evento, dato che prima di questo rapporto riuscivo a legarmi sentimentalmente a qualcuno in modo profondo, o se invece la cosa magari poteva essere latente ed è venuta fuori ora.
Vi ringrazio in anticipo per la risposta
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 186
Gentile utente,
ho esitato a rispondere, come avviene quando la persona che ci scrive anziché rivolgerci una domanda diretta e sincera cerca di codificare il proprio vissuto e il conseguente stato emotivo in termini che sembrano ingenuamente orecchiati dalla psicologia, senza avere di questi termini e dei concetti relativi una reale padronanza.
Mi permetta quindi di "tradurre" le sue parole e mi dica se ho capito il suo problema.
In caso contrario lo ridefinisca lei stessa, ma parlandoci del suo vissuto esperienziale ed emotivo e lasciando fuori tutto ciò che può essere un'interpretazione nata dalla consultazione del dr. Google.
Mi sembra che lei ci parli di una sua incapacità recente a stringere legami profondi in campo sentimentale (con i partner? o anche con gli amici?) mentre prima questa capacità c'era; e precisamente, prima di una relazione che lei definisce "tossica".
Di fronte a questa attuale difficoltà, che definisce "attaccamento evitante", lei si chiede se è stata la delusione prodotta dal rapporto "tossico" a produrla, o se quel rapporto ha slatentizzato una sua incapacià di fondo a legarsi profondamente.
Le dico subito che questa seconda interpretazione appare in contrasto coi fatti: "prima di questo rapporto riuscivo a legarmi sentimentalmente a qualcuno in modo profondo".
Quanto alla prima ipotesi, vorrei osservare che lei è molto giovane, sia per vantare una serie di legami sentimentali profondi, sia per aver vissuto un rapporto tossico abbastanza lungo da renderla perennemente scettica e disincantata -perché di questo può trattarsi-, sia per aver sperimentato diversi successivi legami abbastanza durevoli.
Quindi escluderei la slatentizzazione di una sua difficoltà di fondo a legarsi profondamente, e prospetterei altre due ipotesi:
1) Lei si trova in quello stato di analgesia spontanea di chi ha molto amato e molto sofferto e sta ricaricando le sue risorse emotive. Forse fa l'errore, oggi diffuso, di buttarsi a capofitto in altre relazioni, e questo può solo palesarle l'estraneità dei nuovi partner e l'inconsistenza di nuovi legami. Si dia tempo; elabori il lutto.
2) Oppure il lutto della precedente relazione è già stato elaborato, ma di nuovo lei vuol buttarsi troppo in fretta a sperimentare qualcosa di nuovo, mentre la sua "freddezza" sentimentale è la giusta cautela di chi avendo fatto un'esperienza negativa se ne serve per valutare meglio le nuove relazioni.
In ogni caso, come vede, non penserei ad un suo limite, ma ad una corretta reazione dei sentimenti e della ragione.
Si lasci trasportare dal piacere di sentirsi giovane, viva, amabile, e con un bagaglio di esperienza d'amore in più; incontri gente e si lasci corteggiare, senza stringere immediatamente nuove relazioni.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
come dice lei, ho tentato - ingenuamente - di dare un nome a ciò che stavo vivendo, sono in realtà mesi che tento di uscire da questa condizione. La pseudorelazione che ho vissuto è effettivamente durata poco ma l’intensità con cui sono stata travolta dagli eventi l’ho percepita come assurda. Non so se sia mai stato collegato ma subito dopo aver chiuso i rapporti con questa persona, ho avuto difficoltà anche a mangiare, dormire, oltre al fatto che per un mese ho avuto sfoghi su tutto il corpo simili alla varicella e che sono andati via con medicine e creme, ovviamente prescritti da un dermatologo. E ora fondamentalmente, per spiegarmi meglio, associo all’idea di relazione quello che ho vissuto e che le ho appena raccontato. Non è facile per me rimettermi in gioco, anzi, quando ci penso sento l’ansia che sale, e la maggior parte delle occasioni che ho avuto per buttarmi le ho declinate, ma posso dirle che le ultime parole che mi ha scritto mi hanno colpita in modo particolare e mi rincuorano, da una parte. Grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 186
Gentile utente,
quello che scrive permette di leggere in un'ottica diversa ciò che le è accaduto: si è trattato di un'esperienza devastante in maniera inattesa, tale che i suoi criteri di valutazione e i suoi abituali sistemi di autotutela ne sono stati travolti.
Scrive: "Non so se sia mai stato collegato ma subito dopo aver chiuso i rapporti con questa persona, ho avuto difficoltà anche a mangiare, dormire, oltre al fatto che per un mese ho avuto sfoghi su tutto il corpo simili alla varicella".
Sembrerebbero gli effetti di uno choc post-traumatico, con sintomi anche somatoformi.
Lei ha l'impressione che tutto ciò abbia una ricaduta sulle relazioni sentimentali, ma può averla su ogni sua attività: studio, lavoro, interessi.
Le rinnovo la raccomandazione di non buttarsi troppo velocemente in una nuova storia, ma di elaborare prima con cura i caratteri della vicenda che l'ha travolta.
Se non ce la fa con l'aiuto di una persona cara che sia capace di ascoltare senza intervenire, le consiglio di consultare uno psicologo specialista di traumi.
Buone cose. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la tempestiva risposta; effettivamente, avendo scritto il primo messaggio di getto, avevo omesso tutti questi particolari, mea culpa. Attorno a me ho fortunatamente chi mi supporta e quindi va molto meglio, rispetto a quello che le ho raccontato e che è accaduto negli scorsi mesi, ma avevo bisogno per me stessa di dare un nome a quello che ho vissuto. Le sue risposte mi hanno rassicurata in questo senso. Per me è stato sì, un vero e proprio trauma e ha avuto delle conseguenze che ho potuto toccare con mano sulla mia persona e sulla mia pelle, e mi ha molto condizionata.
Comunque, grazie per le sue parole, è stata molto gentile e comprensiva. Nel caso la situazione non migliorasse seguirò il suo consiglio.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 186
Sono lieta di sentire che sono stata utile, cara utente. A volte dare un nome al nostro disturbo ci toglie almeno il timore di muoverci in un mondo incomprensibile.
Buone cose, e guardi avanti con ottimismo, come le dicevo nella mia prima risposta.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com