La mia ragazza mi eccita ma non mi soddisfa, cosa posso fare?

Salve, ultimamente quando io e la mia ragazza parliamo di cose +18, mi ritrovo a farle notare come io vorrei di più in quel campo perché non sono soddisfatta.

Non lo so, mi sembra che voglio da lei cose che non vuole darmi (perché giustamente non le sente parte di lei) ma mi sento in colpa perché queste cose la fanno stare male.

Ogni tanto scrive/le chiedo testi erotici e mi fa sentire in colpa il fatto che quando parla di sé nei testi lo trovo più eccitante, e del fatto che mi piace una versione di lei che a quanto ho capito non esiste e non esisterà mai, però ogni volta che te glielo dico ci sta male, e quindi mi sento una me*da ed un ingrata.
Il fatto è che nei testi lei supera quel limite che vorrei superasse nella realtà, ma che magari lei non vuole superare perché non fa parte di lei.

Mi sento di specificare che sto scrivendo in uno stato in cui sono un po' giù, perciò potrei aver esposto qualcosa nella maniera sbagliata.

Vorrei capire se qualcuno di noi tra me o lei sta sbagliando, se il mio insistere sia una cosa positiva o negativa e cosa posso fare per questa sensazione.
È giusto che provi sensi di colpa o il fatto che li provo rende una situazione di miglioramento stressante?

Come faccio a capire se lei può e vuole diventare ciò e nel caso aiutarla?
O come posso io accontentarmi di quello che già mi da non sentendomi in colpa, né accontentandomi, né in modo che quello non mi basta?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.1k 190
Gentile utente,
ho letto tutte le sue email e le varie risposte che le hanno offerto i miei colleghi e credo che a questo punto sarebbe opportuno capovolgere la domanda che ci rivolge e cominciare ad occuparsi non di una terza persona -la sua ragazza- ma di sé.
Infatti nel corso delle richieste di consulto lei appare sempre più confusa. Sembra che non abbia chiari i confini di quello che si può fare e quello che si può chiedere ad una partner.
Quali sono i suoi rapporti col resto del mondo? Cosa fa per vivere? Studia, lavora? Come si relaziona con gli altri?
Perché non fa qualche colloquio con uno psicologo?
Non pensa che sarebbe questo il modo migliore per aiutare non solo la sua ragazza, ma sé stessa?
Rifletta sul fatto che le sue parole e i suoi scritti sono sempre meno comprensibili. Per esempio cosa vuol dire "parlare di cose + 18?".
Per entrare in relazione con gli altri, e nel suo caso volendo addirittura chiedere indicazioni generali a degli specialisti, non ci si può chiudere in un mondo di abitudini, parole, linguaggi assolutamente originali e privati, non crede?
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com