Calcolosi renale recidiva

Gentili Specialisti,

Mi rivolgo a voi per chiedere consigli e chiarimenti riguardo una condizione che sto affrontando da diversi anni.
Di seguito, fornisco un riassunto dettagliato della mia situazione clinica, con particolare attenzione agli eventi più recenti.


Primo Episodio nel 2004 (12 anni): Ho avuto il mio primo episodio di colica renale, seguito da indagini diagnostiche e un intervento di litotrissia con inserimento di uno stent doppia J.

Inverno 2019: Sono sopraggiunte nuove coliche renali.
Una urotomografia computerizzata (URO-TC) ha rivelato la presenza di tre calcoli litiasici di dimensioni rispettivamente 3, 5 e 7 cm.
Ho subito un ulteriore intervento di litotrissia accompagnato da ureteroscopia e l'inserimento di uno stent, che il mio corpo ha tollerato poco.

28 Novembre [Anno Specifico]: Ho avuto un'altra colica, meno intensa ma più prolungata, che si è ripetuta circa 10 giorni dopo.
È stato rilevato un calcolo di 10 mm incuneato nell'uretere.

Informazioni Aggiuntive:

Attualmente ho 31 anni.

Ho riscontrato un fastidio persistente alla base del pene da quando ho rimosso lo stent nel 2020.

L'idea di dover subire un'altra ureteroscopia con stent mi provoca grande ansia, la ripetizione di questa procedura quali rischi porta?

Le due recenti coliche sono state meno intense ma più durature rispetto alle precedenti.

Le mie domande sono:

Possibilità di Litotrissia Extracorporea: Considerando le dimensioni e la posizione del calcolo attuale, è possibile un trattamento con litotrissia extracorporea (ESWL)?
Quali sono i rischi e i benefici in relazione alla mia storia clinica?

Consiglio Specialistico: Dopo quale specialista dovrei rivolgermi per comprendere meglio la causa della formazione di questi calcoli e per discutere le opzioni di trattamento?

Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione e l'assistenza.
Spero di poter trovare una soluzione che mi permetta di gestire meglio questa condizione e di migliorare la mia qualità di vita.


Cordiali saluti,
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Attendere l'espulsione spontanea di un calcolo di 10 mm non è proponibile, Anche se eccezionalmente questa può avvenire, a parte i fastidi, sarebbero troppo elevati i rischi di serie complicazioni. Pertanto la situazione deve essere necessariamente risolta in modo attivo. L'applicazione delle onde d'urto ad un calcolo in uretere è possibile, ma le possibilità di risoluzione rapida e completa sono molto basse. Pertanto, un intervento endoscopico eseguito da un nostro Collega con esperienza e specifica e che abbia a disposizione tutto quanto occorre ha una invasività tutto sommato modesta e permette di risolvere in sicurezza e rapidamente. Lo stent post-operatorio è in genere necessario, ma nella maggior parte dei casi, almeno nella nostra pratica, è sufficiente mantenerlo pochi giorni.
Il discorso generale sulla prevenzione delle recidive è più delicato. In genere si eseguono degli esami relativi alle sostanze che formano i calcoli sia nel sangue che nelle urine. Realisticamente è abbastanza raro trovare delle alterazioni molto evidenti, comunque in questi casi si invia il paziente all'attenzione del nefrologo. In tutti gli altri casi, la diluizione delle urine ed alcune attenzioni dal punto di vista alimentare sono gli unici provvedimenti ragionevolmente consigliabili. La invitiamo a questo proposito alla lettura di questi nostri articoli:

https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1402-la-calcolosi-renale-ed-il-dilemma-della-dieta-falsi-miti-e-ragionevoli-certezze.html

https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1212-la-calcolosi-renale-e-il-dilemma-dell-acqua-quanta-quando-e-quale-bisogna-bere.html

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Egregio Dottor Piana,

La contatto per esprimere la mia gratitudine per la Sua risposta precedente e per la Sua cortesia. Sono attualmente seguito presso l'Università Vanvitelli, dove sono stato sottoposto a un intervento chirurgico tre anni fa per la rimozione di un calcolo renale (non ricordo esattamente la metodologia utilizzata, ma credo non fosse mediante laser).

Recentemente, dopo un esame TAC, il collega che mi segue, in cui ripongo assoluta fiducia, mi ha illustrato una situazione piuttosto preoccupante: il calcolo si trova in una posizione critica, all'imbocco del rene e un solo giorno di ricovero potrebbe non bastare. La problematicità risiede nel fatto che, durante la procedura di frantumazione, potrebbe entrare nel rene stesso, complicando notevolmente l'intervento. A ciò si aggiunge l'ulteriore ostacolo rappresentato da una lista d'attesa molto lunga. Di conseguenza, mi è stato proposto di inserire uno stent ureterale dopo le festività natalizie e attendere per l'intervento, forse anche per un anno.

Desidero sottolineare che ho già avuto esperienze con lo stent ureterale in due occasioni precedenti, e sono ben consapevole di come il mio corpo reagisca: l'impossibilità di compiere anche semplici movimenti, come salire pochi gradini, un continuo disagio a livello della vescica e episodi di ematuria.

In virtù della mia esperienza clinica personale, e facendo riferimento alle Sue precedenti osservazioni, non sarebbe più indicato procedere con una strategia che preveda 1) la distruzione del calcolo, 2) l'inserimento dello stent a scopo protettivo e 3) la sua rimozione in tempi brevi?

La proposta di inserire uno stent per evitare la sofferenza renale, pur comprendendone l'importanza, mi preoccupa fortemente in termini di impatto sulla qualità della mia vita, considerando un periodo di tempo indefinito. Mi trovo in uno stato di profonda apprensione e le sarei immensamente grato se potesse fornirmi un Suo parere in merito.

La ringrazio anticipatamente per la Sua attenzione e per il sostegno che potrà offrirmi in questo momento di difficoltà.

Cordialmente
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
E' assolutamente ovvio che la gestione ottimale sia quella che lei stesso definisce. Ovviamente per fare così è necessario che vi sia la disponibilità sia della struttura, sia di strumenti, apparecchi ed accessori. Se nelle manovre il calcolo risale al rene non è un problema, perché utilizzando uno strumento flessibile lo si può raggiungere praticamente ovunque. Inserire uno stent e rischiare di mantenerlo un anno non è neanche lontanamente proponibile, addirittura bisognerebbe sostituirlo dopo sei mesi. TTutto questo si scontra con il problemi delle strutture sanitarie pubbliche, che tutti ne conosciamo. Le consigliamo comunque nel suo interesse a provare a rivolgersi altrove.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Egregio Dott. Piana,

La ringrazio nuovamente per la Sua risposta e Le esprimo la mia più sincera gratitudine. Purtroppo, nonostante sia un onesto cittadino che paga le tasse, mi trovo di fronte a una situazione alquanto grottesca riguardante il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Non ho nulla da obiettare nei confronti dello specialista che mi segue, ma egli sembra soverchiato dalle limitate possibilità in termini di risorse umane e mezzi a disposizione (mi chiedo come sia possibile che un Policlinico Universitario non disponga di uno strumento per la litotrissia extracorporea?). Sono quasi sicuro che l'ultima operazione non sia stata eseguita utilizzando un laser, ma piuttosto una pinza.

La mia preoccupazione aumenta considerando che, dovendo eventualmente spostarmi in una clinica privata e considerato che il calcolo si trova in una posizione più alta, potrebbe essere necessaria un'anestesia generale. Le mie preoccupazioni crescono all'idea di affidarmi a una clinica che non disponga di un'Unità di Terapia Intensiva, rispetto a una struttura ospedaliera.

Mi trovo, oggi, in uno stato di confusione e preoccupazione, senza una chiara direzione da prendere. In aggiunta, ho la costante preoccupazione che il mio rene possa subire danni irreparabili a causa dell'ostruzione, nonostante siano trascorsi 17 giorni senza fastidi o coliche.

Cordialmente,
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 18
Nella nostra pratica, se non vi sono rare controindicazioni, tutti gli interventi per calcolsi vengono eseguiti senza particolari problemi in anestesia periferica (spinale). Non vediamo perché questo non possa avvenire anche altrove, a volte è solo questione di abitudine e buona volontà dell'anestesista, Come le abbiamo già scritto, le procedure per calcolosi non hanno la complessità ed invasività di altri interventi, ma per otenere il risultato migliore in breve tempo è indispensabile disporre di strumenti, apparecchi ed accessori adeguati ed ovviamente la pratca du utilizzarli al meglio delle loro prestazioni.
Non vorremmo spaventarla, ma l'assenza di disturbi a situazione nota non è un buon segno, poiché può significare la presenza di un iniziale danno renale con minore produzione di urina.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Sostanzialmente è quello che mi ha detto anche il professionista che mi segue, e per evitare questo che voleva mettermi ASAP lo stent.

Il tema che le chiedevo è se la spinale copre anche calcoli che si trovano effettivamente sopra la cinta quindi a livello del rene come quello di cui discutiamo o se valesse solo per "addormentare" dalla cinta in giù.

Grazie.