Prostatite ricorrente: trattamenti, sintomi persistenti e dubbi post-terapia.
Da fine settembre/inizio a ottobre inizio a sentire un fastidio ai testicoli, difficoltà nella minzione e scarsezza nel gettito delle urine.
Già mi capito in passato due volte e risolsi - sotto consiglio del mio medico di base - con ciproxin 500 per 5/6 gg.
Cosi decisi di fare lo stesso anche stavolta.
Finito il ciclo di ciproxin pero i sintomi non sono scomparsi, allorché decido di andare da un urologo che mi ha visitato - con annessa perlustrazione con il dito - diagnosticandomi una prostatite e mi ha dato topster (1 al gg) e deprox hp (1 al gg) per 10 gg.
Fatto anche quest’altro ciclo, quando pensavo di aver debellato la situazione ho ricominciato a riprendere le mie abitudini (rapporti sessuali, la corsa) sempre rispettando le classiche raccomandazioni.
Amareggiato per la situazione chiamo di nuovo l’urologo che mi visitò e mi disse di dover iniziare terapia antibiotica per circa un mese.
La cosa mi stranii dal momento che non avevo ancora svolto un urinocoltura
Pur non essendo il mio campo, non mi sono fidato di tale indicazione e sono andato da un nuovo urologo il quale una volta raccontato quanto vi ho scritto finora mi dice di riprendere il ciclo di topter, ma questa volta 2 volte al giorno (mattina sera) per 20/25 giorni e deprox, oltre alle solite raccomandazioni.
Mi dice anche di fare urinocoltura che poi si rivelò sterile (no batteri).
Sotto topster sono stato bene ovviamente, poi ho capito perché dato che era cortisone.
Finito il ciclo l’urologo n.
2 mi dice di sospendere e riniziare gradualmente a riprendere le mie abitudini che avevo sospeso e aveva programmato due mini cicli di topster di 10 giorni a dicembre e a gennaio.
Riprendo tutto con calma senonché inizio a notare una sostanza biancastra sul glande e prepeuzio, facendo pensare a una candida probabilmente dovuta allo stress che il sistema immunitario ha subito dopo un mese e passa di cortisone.
Vado allora da urologo n.
3 (urologo n.
2 era indisponibile) che mi diagnostica una balanite, mi palpa i testicoli dicendo che è tutto ok.
Mi da un sapone intimo (fisian) e mi raccomanda di bere tanto perché questi problemi che ho avuto alla mia eta si risolvono con il tempo e con l’idratazione.
Mi ha detto di non continuare con il topster e di prendere antidolorifico/topster al bisogno.
Da una settimana/10’giorni quindi ho ricominciato a fare sport regolarmente (corsa) e sto notando dei benefici nel senso che sento meno fastidi.
L’unico neo che ancora non si risolve è che ho dolore ai testicoli dopo che eiaculo e li sento duri al tatto o comunque strani come se fossero ritratti al suo interno.
Mi chiedo se è normale anche se un medico mi ha palpato dicendomi che è tutto ok.
è una fase del mio corpo che devo accettare?
Consigliate ulteriori esami da svolgere?
Ho letto che per prostatiti non batteriche bisogna aspettare e sperare, altrimenti bisogna convinverci.
Attendo vostre e grazie per l’attenzione
Già mi capito in passato due volte e risolsi - sotto consiglio del mio medico di base - con ciproxin 500 per 5/6 gg.
Cosi decisi di fare lo stesso anche stavolta.
Finito il ciclo di ciproxin pero i sintomi non sono scomparsi, allorché decido di andare da un urologo che mi ha visitato - con annessa perlustrazione con il dito - diagnosticandomi una prostatite e mi ha dato topster (1 al gg) e deprox hp (1 al gg) per 10 gg.
Fatto anche quest’altro ciclo, quando pensavo di aver debellato la situazione ho ricominciato a riprendere le mie abitudini (rapporti sessuali, la corsa) sempre rispettando le classiche raccomandazioni.
Amareggiato per la situazione chiamo di nuovo l’urologo che mi visitò e mi disse di dover iniziare terapia antibiotica per circa un mese.
La cosa mi stranii dal momento che non avevo ancora svolto un urinocoltura
Pur non essendo il mio campo, non mi sono fidato di tale indicazione e sono andato da un nuovo urologo il quale una volta raccontato quanto vi ho scritto finora mi dice di riprendere il ciclo di topter, ma questa volta 2 volte al giorno (mattina sera) per 20/25 giorni e deprox, oltre alle solite raccomandazioni.
Mi dice anche di fare urinocoltura che poi si rivelò sterile (no batteri).
Sotto topster sono stato bene ovviamente, poi ho capito perché dato che era cortisone.
Finito il ciclo l’urologo n.
2 mi dice di sospendere e riniziare gradualmente a riprendere le mie abitudini che avevo sospeso e aveva programmato due mini cicli di topster di 10 giorni a dicembre e a gennaio.
Riprendo tutto con calma senonché inizio a notare una sostanza biancastra sul glande e prepeuzio, facendo pensare a una candida probabilmente dovuta allo stress che il sistema immunitario ha subito dopo un mese e passa di cortisone.
Vado allora da urologo n.
3 (urologo n.
2 era indisponibile) che mi diagnostica una balanite, mi palpa i testicoli dicendo che è tutto ok.
Mi da un sapone intimo (fisian) e mi raccomanda di bere tanto perché questi problemi che ho avuto alla mia eta si risolvono con il tempo e con l’idratazione.
Mi ha detto di non continuare con il topster e di prendere antidolorifico/topster al bisogno.
Da una settimana/10’giorni quindi ho ricominciato a fare sport regolarmente (corsa) e sto notando dei benefici nel senso che sento meno fastidi.
L’unico neo che ancora non si risolve è che ho dolore ai testicoli dopo che eiaculo e li sento duri al tatto o comunque strani come se fossero ritratti al suo interno.
Mi chiedo se è normale anche se un medico mi ha palpato dicendomi che è tutto ok.
è una fase del mio corpo che devo accettare?
Consigliate ulteriori esami da svolgere?
Ho letto che per prostatiti non batteriche bisogna aspettare e sperare, altrimenti bisogna convinverci.
Attendo vostre e grazie per l’attenzione
Gentile utente,
I sintomi che descrive possono far pensare ad una prostatite.
Il problema è che non si è mai riusciti ad identificare l’agente eziologico di questa prostatite, che è stata curata in maniera empirica con antibiotici, senza avere un preciso antibiogramma.
Allo stato attuale le farei fare:
- ricerca MST su primo mitto urine (chiedere al laboratorio se hanno anche il pannello prostatiti);
- esame colturale del liquido seminale;
- urinocoltura.
Eseguire poi una visita urologica di controllo per eseguire una valutazione alla luce dell’esito di questi esami.
Cordiali saluti,
Dott. Matteo Covre
I sintomi che descrive possono far pensare ad una prostatite.
Il problema è che non si è mai riusciti ad identificare l’agente eziologico di questa prostatite, che è stata curata in maniera empirica con antibiotici, senza avere un preciso antibiogramma.
Allo stato attuale le farei fare:
- ricerca MST su primo mitto urine (chiedere al laboratorio se hanno anche il pannello prostatiti);
- esame colturale del liquido seminale;
- urinocoltura.
Eseguire poi una visita urologica di controllo per eseguire una valutazione alla luce dell’esito di questi esami.
Cordiali saluti,
Dott. Matteo Covre
Utente
Grazie mille dottore, cercherò di svolgere quanto dice a stretto giro. Mi chiedo però quale sia l’obiettivo dell’urinocoltura se l’ho già fatta.
Inoltre il 3 urologo mi disse solo di fare eventualmente di fare un urinoflussometria, che ne pensa?
Dai fastidi che le ho descritto potrei aver sviluppato un’epididimite?
Grazie ancora per il supporto
Inoltre il 3 urologo mi disse solo di fare eventualmente di fare un urinoflussometria, che ne pensa?
Dai fastidi che le ho descritto potrei aver sviluppato un’epididimite?
Grazie ancora per il supporto
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 60 visite dal 11/12/2025.
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