Tumore vescica infiltrante

Gent.mi dottori ,innanzitutto grazie per il servizio che offrite e mi auguro possiate rispondere al mio quesito.
In seguito a sporadici episodi di ematuria, mio padre 74anni ha eseguito una TC addome con MDC e una scintigrafia ossea su suggerimento dell'urologo che, dopo una visita e un' ecografia, rilevava nella vescica la presenza di una duplice neoformazione, tra fondo e parete laterale dx, la maggiore a larga base di impianto(cm 2,4).
TC: vescica normodistesa, presenta grossola neoformazione della parete lat. sx, con discreta impregnazione nella fase vascolare pielografica. Si manifesta con grossolano difetto di riempimento delle dimensioni di 53mm x 31mm che si estende al fuori della parete vescicale come per estensione extravescicale della malattia. Si associa un modesto iniziale ispessimento del tessuto adiposo perivescicale con linfonodi di piccole dimensioni (diametro minore di 1 cm). Prostata globosa (55mm di diam.trasv).Non tumefazioni linfonodali patologiche intra e/o retroperitoneali. Cavità peritoneale e retro libere da versamento.
Si rilevano 2 aree di addensamento osseo in sede iliaca di 20mm e sacrale di 7mm.
Scintigrafia:
Piccola immagine di incremento di fissazione focale a carico della Regione sacrale in sede paramediana dx, sede dell'alterazione strutturale nota
Modesta irregolarità di fiss. A carico del rachide in toto con aspetti di focalita' a carico dell'emispondilo dx di un metamero primo-cervicale riferibile in prima ipotesi a osteoartrosi come a livello poliarticolare.
Alla luce di questi risultati abbiamo consultato due urologi . Nessuno dei due ha eseguito cistoscopia per identificare istologicamente il tumore e purtroppo hanno opinioni diverse. Il primo dottore ci dice che il tumore è molto avanzato e avendo infiltrato il muscolo sicuramente ha già colpito altri organi anche se al momento sembrano puliti e per lui quella piccola immagine in sede sacrale è una metastasi Consiglia subito la chemio e sconsiglia intervento di cistectomia radicale a causa dei pregressi interventi di mio padre (aneurisma cerebrale, ictus, sostituzione valvola aortica e mitralica). Per lui la prognosi è infausta. Il secondo dottore ci dice che è operabile anche se ci sono dei rischi,con asportazione radicale della vescica, prostata, ghiandole seminali e linfonodi,; ci dice che il tumore ha infiltrato il muscolo ma nn altri organi , che per lui in sede sacrale è artrosi.
Sono due diagnosi completamente diverse. Mio padre ha dolore al basso ventre non ha più avuto episodi di ematuria e non ha nessun dolore alle ossa. È davvero così infausta la prognosi per questo tipo di tumore o c'è ancora qualche speranza ? Se fosse davvero in metastasi quali sono le aspettative di vita? E secondo la vs esperienza chi dei due dottori dobbiamo ascoltare? Ringrazio anticipatamente chi vorrà rispondermi
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 18
Noi non siamo qui per valutare il parere dei nostri Colleghi ed esprimere un nostro giudizio è limitato dalla nostra limitata conoscenza del caso, che deriva solo da quanto lei ci ha riferito. Per valutare le condizioni generali di un paziente vale spesso di più il colpo d’occhio che plichi di accertamenti. La presenza di una neoplasia vescicale molto avanzata localmente è inequivocabile. La scintigrafia ossea parrebbe confermare la piccola localizzazione secondaria in prossimità/contiguità con la lesione vescicale, confermando dunque il sospetto della TAC. Su questa base possiamo esprimere le seguenti considerazioni.
1) In una situazione simile, lo scopo principale da perseguire è il mantenimento di una qualità di vita accettabile e la prevenzione di gravi complicazioni intercorrenti (sanguinamento, disturbi urinari, ecc.).
2) L’intervento di asportazione della vescica è comunque un atto chirurgico invasivo, gravato da una serie di possibili complicazioni generiche e specifiche, il cui rischio può essere accentuato dalla presenza di altre patologie. Ulteriori problemi sono legati al necessario confezionamento di derivazione urinaria, presumibilmente esterna (urostomia).
3) La malattia ha già dato segni di interessamento extra-vescicale, pertanto è piuttosto probabile che anche rimuovendo la vescica si manifesteranno in futuro recidive locali o altre localizzazioni secondarie (scheletro, polmoni, ecc).
4) È comunque abituale eseguire comunque una asportazione endoscopica anche solo parziale della lesione per disporre di un esame istologico su cui basare ogni ulteriore ragionamento.
In base a queste considerazioni ci si trova purtroppo davanti alla necessità di un compromesso, che può pendere dal lato demolitivo o conservativo in base a fattori non valutabili a distanza, tra cui l’attitudine psicologica del paziente, le abitudini dell’urologo, gli schemi terapeutici della struttura che si fa carico del caso. Indipendentemente da questo, diremmo però che il primo passo sia necessariamente quello di una valutazione collegiale da parte di un gruppo interdisciplinare di cure (GIC) con la partecipazione oltre all’urologo, di un oncologo medico e di un radioterapista. È molto probabile che la soluzione migliore derivi proprio da un approccio multi-modale che comporti l’intervento integrato di tutti e tre gli specialisti..

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Dottor Piana la ringrazio per la risposta. Mi rendo conto che la malattia di mio padre è abbastanza avanzata ma io continuo a sperare che si possa intervenire chirurgicamente e combattere le metastasi con la chemio o la radio . Penso che in questo modo avrebbe ancora qualche anno di vita. Domani sentiremo ,come consigliato anche da lei, il parere di un oncologo. Grazie di nuovo
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