Prostatite verosimilmente batterica

Salve a tutti gli specialisti.

Sono un ragazzo di 25 anni al quale è stata diagnosticata una prostatite nel mese di settembre.


Ahimè, ho peccato di presunzione in quanto ho avuto rapporti anali non protetti con una partner e da lì a poco (qualche mese) ho manifestato sintomi a comparsa graduale.
In ordine di comparsa: eiaculazione precoce, dolore inguinale e scrotale, bruciore alla minzione e in seguito a rapporti sessuali, vago senso di malessere e peso a livello genitale (perineo, scroto) e ultima ma non per importanza, disfunzione erettile.

Ho svolto una batteria di esami:
- spermiogramma che evidenzia astenospermia moderata, presenza di 2 milioni di leucociti e pH aumentato (8.5)
- urinocoltura negativa
- spermiocoltura positiva ad Escherichia Coli e Enterococco Fecale
- tampone uretrale positivo ai medesimi agenti patogeni.


Alla luce del fatto che il tampone uretrale e la spermiocoltura sono stati svolti a 2 giorni di distanza l'uno dall'altro e visionando i dati anamnestici, vorrei capire se la diagnosi di prostatite può verosimilmente propendere verso una causa infettiva batterica e, se si, quanta attendibilità c'è nell'affermare che sia effettivamente batterica.


Grazie anticipatamente.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.5k 1.7k 18
Più che di presunzione, ha forse peccato di superficiale spericolatezza, poiché talune pratiche sessuali senza protezione espongono, più che al rischio, alla certezza di una contaminazione batterica. È pur vero che non in tutti i casi si sviluppi poi una vera infezione, comunque considerata la posta in gioco, diremmo che prendersi le giuste cautele sia più che doveroso. L’esito degli accertamenti una volta tanto parla chiaro, lei è portatore di una infezione delle vie seminali da batteri comuni di origine intestinale. È ovviamente indispensabile una terapia antibiotica sotto controllo specialistico. A prescindere dall’andamento di eventuali sintomi, gli esami colturali saranno da ripetere tra alcune settimane.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Gentile Dr. Piana

Non avrei saputo trovare parole migliori, "superficiale spericolatezza", immagino proprio che mi serva da lezione, ecco.

Ad ogni modo, l'antibiogramma segnala plurime sensibilità ad antibiotici (fatta eccezione per il bactrim, che sfortunatamente è stata la prima terapia impostata dall'urologo ancor prima di procedere con gli esami) e nonostante tutto i sintomi si erano attenuati di parecchio rispetto ad ora. Vorrei porre un ultima domanda se me lo consente:
Visto il miglioramento con un antibiotico che non era proprio indicato vista la resistenza dell'agente patogeno, posso aver ragione di pensare che con un antibiotico al quale il batterio è sensibile l'infezione si risolva, anche qualora dovesse impiegarci dei mesi?
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.5k 1.7k 18
Le indicazioni dell’antibiogramma sono puramente indicative, altra cosa è sempre l’azione diretta dell’antibiotico nell’organismo. Comunque in casi come il suo in cui i batteri sono stati verosimilmente contratti dall’esterno hanno teoricamente maggiori possibilità di risoluzione completa, a differenza delle frequentissime situazioni in cui si ha a che fare con i batteri del proprio intestino malfunzionante.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Gentile Dr. Piana
La ringrazio per la sua sempre celere risposta. Vorrei, se non le spiace, porle alcune domande:

L'antibiotico scelto dall'urologo sulla base dell'antibiogramma è stato Ciprofloxacina 500 con aggiunta di un integratore (Flogofilm) da assumere mezz'ora prima dell'antibiotico. Sebbene i giorni di cura siano stati pochi (6 in tutto, ho dovuto interrompere la cura a causa di intervento al varicocele sx) credo stessero dando qualche risultato sicché ho notato un notevole attenuamento dei sintomi, anche sul fronte sessuale. Mi chiedo: la sospensione della terapia dopo così poco tempo e la sostituzione dell'antibiotico con uno non specificamente indicato dall'antibiogramma hanno potuto pregiudicare l'andamento della terapia che sembrava favorevole? 6gg di somministrazione non sono pochi per apprezzare miglioramenti (è possibile che vi sia una certa componente di "effetto placebo?")? Infine, una prostatite verosimilmente batterica può esordire già come cronica o si potrebbe parlare di prostatite acuta anche ad insorgenza graduale dei sintomi?

La ringrazio ancora anticipatamente nella maniera più cordiale.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.5k 1.7k 18
La vera prostatite acuta batterica è invariabilmente accompagnata da febbre, anche elevata con brividi, analogamente a tutte le infezioni acute delle vie urinarie. Non comprendiamo perché sia stato cambiato l'antibiotico se la terapia non era conclusa, d'ogni modo ora l'unica guida sul da farsi è costituita dalla eventuale persistenza ed intensità dei sintomi, inutile coltivare altri dubbi.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
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Utente
Utente
Gentile Dr.Piana

La ringrazio come sempre per la tempestività nelle risposte, anche di domenica.

Perdoni la forse sciocca e ovvia domanda:
Quindi sebbene io abbia agenti patogeni a carico delle vie uro-genitali, il fatto che non si sia presentato il tutto in modo dirompente, con febbre e brividi, costituisce di per sé una diagnosi di esclusione sul concetto di "batterica acuta" o mette in discussione l'origine batterica in sé per sé? In definitiva, una prostatite batterica può presentarsi cronica "ab initio" o deve necessariamente evolvere da una fase acuta?
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.5k 1.7k 18
Non è detto. Comunque esiston anche forme subacute e batteriche croniche, sebbene assai più rare.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
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