PSA in crescita, ma RMN negativa. cosa fare?

Ho 66 anni.
15 anni fa sono stato sotoposto a TURP per IPB.
Negli ultimi anni il PSA è andato lentamente aumentando (1, 5punti in 4 anni).
L'ultimo dossaggio è 3, 66.
In virtù di questo andamento l'urologo ha ordinato RMN nel 2017, ripetuta nel 2021 e nel 2022 (*).
Nessuno dei 3 esami ha rilevato sospette neoplasie: PI-RADS score 2.
Nessun rilievo al dito guantato.
Qualche sintomo di insodisfacente minsione (sostanzialmente nicturia) rimasti dopo la TURP e non peggiorati negli anni e comunque con svuotamento totale della vescica.
Alla luce di questo quadro si ritiene necessario eseguire una biopsia?
Dev'essere data più rilevanza al risultato (negativo!) delle RMN o all'andamento del PSA (per'altro noto per non essere un marcatore specificatamente tumorale)?

(*) eseguite al San Rafaele Turro
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.8k 1.7k 19
La ripetute negatività delle ben tre risonanze effettuate tende giustificare il - lieve e lento - incremento del PSA con l'aumento graduale della componente adenomatosa benigna residua. Forse alcuni nostri Colleghi consiglierebbero di eseguire comunque le biopsie, ma a questo punto ci chiediamo perché prescrivere la risonanza se poi non ci si fida del suo risultato. Tutto questo ovviamente a meno che alla palpazione diretta vi siano degli elementi di franco sospetto.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Utente
Utente
Gentile dottor Piana, grazie della sua risposta che mi conforta. Lei ha colto perfettamente la questione e ha risposto a domande che, volutamente, non avevo esplicitato.
Ma per essere preciso la richiesta della mia ultima RMN è stata il risultato di una "negoziazione" con l'urologo il quale avrebbe preferito che facesse una Biopsia.
Naturalmente, io non sono in grado di ipotizzare quale dei 2 esami (Biopsia o RMN) sia più attendibile. Posso solo immaginare che una Biopsia che riesca a campionare in modo preciso un punto già rilevato sospetto da una RMN possa togliere ogni dubbio. Ma se, come nel mio caso dove la RMN non rileva alcunché, tale biopsia andrà inevitabilmente a campionare la ghiandola più o meno "a caso", ho qualche dubbio sulla sua utilità.
Di quello che invece ho molti meno dubbi è sul fatto che, diversamente da come viene anticipatamente descritta l’esecuzione di questo esame come fastidioso , tutti quelli che hanno dovuto farlo raccontano di una esperienza di tortura indimenticabile. E mi chiedo il perché esso non venga eseguito in anestesia o sedazione profonda, come peraltro viene di norma eseguito in paesi ben meno sviluppati dell’Italia, con giovamento per il paziente ma anche per la buona riuscita dell’esame.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.8k 1.7k 19
Le biopsie prostatiche vengono abitualmente effettuate in ambito ambulatoriale, dove non c'è l'anestesista (perché occupato altrove), quindi è l'urologo stesso ad effettuare l'anestesia locale. Questo quantomeno nelle strutture pubbliche. Se le cose vengono fatte con un po' di calma e competenza, le assicuriamo che non si tortura nessuno! In ambito libero professionale si può disporre ovviamente di un anestesista per la sedazione, ma questa è un'altra storia.
In epocha pre-risonanza magnetica, le biopsie di mappaggio, in assenza di evidenti sospetti palpatori od ecografici, risultavano per la maggior parte negative e pertanto inutili, giudicando a posteriori.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
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