Quali controindicazione ci sono se si esegue prima una holep e poi prostactomia?

Buonasera, sono un paziente di 56 anni che da circa 10 anni soffro di ipertrofia prostatica che mi crea disturbi urinari.

Mio padre ha avuto un carcinoma prostata a 72 anni.

A giugno 2023, dopo RMN della prostata e successiva biopsia, è stato riscontrato su 1 frustolo su 12 prelievi, un adenocarcinoma con Gleason 3+3.

Il mio PSA attualmente è 7, 9.

Il mio urologo mi ha spiegato che potrei fare sorveglianza attiva per l'adenocarcinoma, e che potrei fare una HOLEP per disostruire le vie urinarie.

Mi ha spiegato che non ci sono controindicazioni a fare una HOLEP e poi, se necessario, (facendo gli scongiuri) una prostactomia radicale.

Voi cosa ne pensate?

Posso chiedervi un vostro gentile parere?
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Dr. Alessandro Sciarra Urologo 575 34 7
Buongiorno,
un adenocarcinoma prostatico GS 6 (3+3) puo' essere sottoposto a sorveglianza attiva . In questo caso si decide che la neoplasia ha un grado di aggressività' basso, al momento e' localizzata e puo' essere sorvegliata nel tempo.
Sorveglianza attiva vuol dire che in media,ogni 4 mesi si esegue un PSA totale, ogni 6 mesi una risonanza magnetica multiaprametrica della prostata e ogni 12/24 mesi una biopsia prostatica. In caso di una progressione della malattia soprattutto nella biopsia ma anche alla risonanza, si passa ad un trattamento attivo che puo' essere una prostatectomia radicale.
Lo stesso tumore puo' invece essere sottoposto subito ad un trattamento attivo quale la prostatectomia radicale.
E' possibile pensare ad una sorveglianza attiva ed eseguire una procedura laser ad holmium sulla adenoma prostatico nel caso in cui l'iperplasia prostatica concomitante produca un effetto istruttivo allo svuotamento vescicale.
La holep andra' a svuotare la parte centrale della prostata lasciando intatta la zona periferica dove e' sede la neoplasia. Tale procedura endoscopica transuretrale non dovrebbe quindi causare rischi di disseminazione del tumore, non arrivando fino alla capsula prostatica, anche se escludere completamente questo rischio non e' possibile.
La holep crea un indebolimento del collo vescicale e svuotamento interno della prostata.
In caso di una prostatectomia radicale dopo una holep troviamo spesso qualche difficolta' in più' nell'eseguire l'anastomosi fra uretra distale e vescica.
Questo perche' il calibro delle due strutture che andiamo a ricollegare dopo l'asportazione radicale della prostata, non e' corrispondente come avviene in un paziente che non ha eseguito una holep. Il collo vescicale viene ridotto con dei punti laterali e comunque l'anastomosi viene conclusa con buoni risultati. In alcuni caso il rischio di una incontinenza residua puo' essere maggiore rispetto ad un paziente che non ha eseguito una holep.

Il paziente deve ben valutare se, nel caso sia costretto ad eseguire una holep, nella possibilità' che la sorveglianza attiva ritardi per qualche anno ma non escluda la necessita' di una prostatectomia radicale, non e' più' conveniente eseguire subito una prostatectomia radicale sulla base della diagnosi neoplastica ( maggiori certezze in termine di radicalizza' oncologica; un intervento invece che due, minor rischio di incontinenza residua, anticipazione del rischio sulla funzione sessuale associata alla prostatectomia radicale).

Un cordiale saluto

Prof Alessandro Sciarra
Professore Prima Fascia Urologia
Chirurgia Robotica in Urologia
Gruppo Multidisciplinare Tumore Prostata
Universita' Sapienza di Roma

Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it

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dopo
Utente
Utente
Buonasera Professore,
la ringrazio molto per la sua celere risposta.
Mi creda non è facile prendere decisioni del genere.....
Capisco bene che è una decisione personale, ma posso permettermi di chiederle Lei quale soluzione mi consiglierebbe?
La ringrazio di cuore
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