Il viagra aumenta il rischio di melanoma?

luigilaino
Dr. Luigi Laino Dermatologo

Recentissimamente pubblicato su JAMA Internal Medicine ad opera di colleghi dell'Università di Harvard, un importante lavoro scientifico che dimostra i risultati di uno studio di coorte di tipo prospettico su campione di vasta scala (oltre 26.000 uomini seguiti per 10 anni), il quale dimostrerebbe e confermerebbe (esistono altre ipotesi precedenti) il legame fra assunzione del famoso farmaco (il Sildenafil - Viagra, un inibitore della 5A-fosfodiesterasi) e insorgenza di melanoma, il tumore della pelle più aggressivo in senso assoluto nelle fasi avanzate.

Il razionale di questo studio sarebbe costitutito dall'azione del Sildenafil sulla "downregulation" della PDE5: la diminuzione dell'espressione di questa sostanza (alla pari di quello che farebbe la mutazione del gene BRAF) aumenterebbe l'invasività delle cellule di melanoma.

Nello studio i colleghi di Harvard dichiarano che nonostante l'ampio campione e la selettività dello stesso studio, i risultati ad oggi ottenuti sarebbero attualmente insufficienti ad alterare le indicazioni del farmaco, ma avvertono sulla possibilità dell'eventuale effetto avverso della molecola.

Per tale ragione, ulteriori studi saranno necessari per comprendere l'entità di questo possibile e potenziale evento avverso. Anche dal nostro punto di vista sottolineiamo cautela e necessità di approfondimenti clinico-scientifici.

Raccomandiamo quindi di ragguagliarsi, con il proprio specialista e prescrittore di fiducia sugli aggiornamenti di questa recente scoperta.

Per quanto ci riguarda, raccomandiamo sempre la visita dermatologica con epiluminescenza per il check-up della pelle e in caso di macchie o lesioni di dubbia natura, ricordando che ad oggi, la diangosi precoce di melanoma, può salvare la vita ad un paziente.

 

 

 

Data pubblicazione: 21 aprile 2014

5 commenti

#2
Dr. Luigi Laino
Dr. Luigi Laino

Caro Giovanni,

Grazie del tuo contributo.
Come puoi leggermi, concordo sul fatto che non si debba parlare di altri princìpi attivi per la disfunzione erettile, in quanto lo studio interessa solo il Sildenafil.

A mio avviso però non ridurrei questo studio (fra l'altro non è il solo) a "spuria" osservazione epidemiologica (che ricordo a me stesso fra l'altro essere stata effettuata in Harvard, su un campione di oltre 2.600 pazienti osservati per 10 anni), poiché nello stesso, si paragona l'azione del Sildenafil a quella del gene BRAF, il quale - è noto - riducendo la PDE5 C-GMP, rappresenta un fattore cardine per la promozione dell'invasione delle cellule di melanoma (vediamo un esempio in):

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21215707

Lo studio, preso da solo, non può certo rappresentare la conditio sufficiente alla variazione delle indicazioni o degli effetti collaterali, nè alimentare ansie immotivate allo stato attuale nei pazienti, ma dal nostro punto di vista, sarai altresì d'accordo che non si tratti di una "isolata" osservazione, ma di una base più concreta sulla quale i ricercatori e gli scienziati dovranno lavorare.

#3
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Infatti nella mia risposta parlo di lavoro "significativo",

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