Sindrome da stress post-traumatico?

Poco più di dieci anni fà io e mia moglie abbiamo acquistato un appartamento in un piccolo di condominio di soli tre piani dove vivevano altre due famiglie appartenenti allo stesso nucleo.

Dopo pochi mesi dal trasloco si sono manifestati i primi segni di quella che poi si sarebbe rivelata come una convivenza impossibile.
Inizialmente si trattava solo di sguardi ostili e gesti che simbolicamente servivano a marcare il territorio. Abbiamo lasciato correre pensando che col tempo si fossero abituati a noi ed avrebbero accettato degli estranei nel loro piccolo mondo.
Purtroppo non è andata cosi e l’ostilità si è manifestata sempre più apertamente. Siccome per lavoro sono spesso lontano da casa ed allora i miei figli erano veramente piccoli (4 e 2 anni) per evitare problemi in mia assenza non ho mai risposto ai soprusi ed alle provocazioni. Tutto per il quieto vivere. Finchè un giorno, erano trascorsi oramai un paio di anni, mentre ero molto lontano, i nostri vicini hanno aggredito mia moglie verbalmente e minacciata anche fisicamente, tutto in presenza dei bambini. Lei si è difesa benissimo, ma oramai era chiaro che non ci avrebbero mai accettato in quel condominio e che saremmo dovuti andare via. Onde evitare ulteriori problemi ed un scontro diretto che poteva degenerare ho percorso le vie legali, e mi sono rivolto alla giustizia perché fossero rispettai i miei diritti. Dopo quasi sei anni ho avuto anche la sentenza a mio sfavore.
Ho dovuto cambiar casa e sto cercando di vendere quella. Ma le conseguenze su di me continuo a sentirle.
Da qualche anno ho perso molta sicurezza in me stesso, non riesco ad avere fiducia in nessuno e spesso reagisco con cinismo e sarcasmo ai problemi degli altri. Ma questo è il minimo. Cio che invece mi fa star male e la sensazione di vuoto allo stomaco quando ripenso a quella casa, mi tremano le mani e mi gira la testa. Evito accuratamente di ritornare in quella casa e se sono costretto ad andarci resto scosso per tutto il giorno.
Da qualche anno reagisco cosi anche di fronte ad altri problemi. Ovviamente cerco di mostrarmi sempre sicuro di me agli occhi della mia famiglia e sul lavoro, ma in realtà mi sento indebolito da questa esperienza. Mi sento spezzato dentro, come uno di quei pupazzi di gomma, flessibili e con l’ anima di acciaio dentro, ma che pero è rotta. Ho una sensazione di fragilità e debolezza.

Anche mia moglie ne ha risentito pesantemente. Per mesi è rimasta chiusa in casa ed usciva solo per le esigenze dei figli. Lei evita di incontrare le persone e spesso ha problemi di insonnia, specie quando sono lontano per lavoro.

E’ possibile che questa reazione sia dovuta ad una sindrome da stress post traumatico? Desidererei sapere se e come è possibile superare tutto ciò.
Grazie
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Lo stress post traumatico è uno stress diverso dagli altri, perchè è quello che si manifesta quando siamo in una situazione di pericolo o minaccia della nostra incolumità e ciò che Lei ha descritto potrebbe rientrarci.
Anche assistere non direttamente ad una minaccia può sfociare nello stress post traumatico.

In ogni caso, perchè non si rivolger di persona ad uno psicologo psicoterapeuta per un trattamento della sintomatologia?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Probabilmente gli avvenimenti da lei narrati hanno e continuano ad influenzare il suo stato di salute psicofisica.

E' un po' come aver subito qualcosa assimilabile ad uno stress importante che poi non siete riusciti a metabolizzare, a dare insomma un senso compiuto a quella particolare situazione.

Pensa di aver subito un grave torto o qualcosa del genere?






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
[#4]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Desidero ringraziare per le vostre risposte.
Al Dr. Del Signore posso dire di che si' credo di aver subito un grave torto, del tutto ingiustificato, a cui non ho potuto o saputo rispondere. Per lunghi mesi, circa dieci anni ho vissuto una profonda frustrazione. La sensazione era quella di vivere in una galleria di cui non riuscivo ad intravedere la fine. Un costante peso sul petto mi ha accompagnato e tuttora non riesco a liberarmene. Adesso che scrivo sento sento ancora la sensazione di vuoto, come di mancanza di ossigeno. Credo che mi abbia aiutato la responsabilita' nei confronti della mia famiglia. Non potevo cedere o trascendere nel conflitto, ma dovevo comunque mantenere un atteggiamento saldo. Ho lavorato duramente in questi anni fino a mettermi nelle condizioni di poter cambiare casa e fino a che non mi liberero' di quella penso che non mi liberero' mai completamente da quest' incubo. Io posso parlare solo per me, ma sono certo che per mia moglie e' stato anche peggio. Lei ha fatto di tutto per proteggere i nostri figli, evitando che risentissero dell'ambiente ostile in cui vivevano. Davanti a loro abbiamo cercato di mantenere sempre un atteggiamento tranquillo e sicuro, ma dentro....Quando e' arrivata la sentenza a noi sfavorevole ho pensato che se non fossimo andati via ci sarei morto in quella casa, di crepacuore.
[#5]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Non credo si tatti di un disturbo post-traumatico, ma di una difficoltà di adattamento nell'affrontare e saper gestire una situazione importante e per certi versi complessa.

Un supporto psicologico potrebbe essere utile soprattutto per metabolizzare una volta per tutte questi contenuti che inevitabilmente inquinano e condizionano il vostro presente.







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