Difficoltà ad assumere levotiroxina in paziente in cura con betabloccanti

Buonasera,
mi hanno diagnosticato una tachicardia benigna moltissimi anni fa e da allora assumo due compresse di congescor da 1, 25 milligrammi al giorno.
Da allora non ho mai avuto problemi e mi sono limitata a fare un controllo annuale dal cardiologo, ripetendo ogni volta tutti gli esami che erano nella norma.

Da settembre ho scoperto di avere problemi tiroidei e da una iniziale fase di ipotiroidismo sono passata ad una fase di ipertiroidismo.
Durante questa fase ho rifatto tutti gli accertamenti cardiologici e non mi hanno trovato nessun nuovo problema, quindi il cardiologo mi ha aggiunto un'altra compressa di congescor.
E così siamo a 3 compresse giornaliere di congescor.
Attualmente sono in ipotiroidismo conclamato (ths maggiore di 120), ma non riesco a fare la cura con levotiroxina.
Ogni volta che inizio la terapia, dopo circa 5-6 giorni inizio a star male: palpitazioni, tachicardia, dolore anginoso.
Con l'endocrinologo abbiamo provato a somministrarmi la levotiroxina per gradi, aumentando ogni due giorni la dose, cambiando la tipologia di farmaco (in gel, liquida, in compresse etc), ma nulla è cambiato.
Mi sono anche stancata di andare ogni volta al pronto soccorso per il cuore e onestamente non posso più permettermi economicamente di effettuare ecocardiogramma, elettrocardiogramma e holter cardiaco, prova da sforzo e quindi visita cardiologica ogni volta che sto in questo stato.
E' insostenibile economicamente e i miei problemi al cuore sembrano indissolubilmente legati all'assunzione di levotiroxina dal momento che inizio a sviluppare questi sintomi solo un po' di giorni dopo l'assunzione degli ormoni e che i sintomi rientrano poi spontaneamente dopo circa una settimana dalla sospensione della cura per la tiroide.
Il problema è che ogni volta che succede ho paura e, allo stesso tempo, non so che strada prendere con il problema tiroideo, che devo curare, perché mi dà sintomi importanti.
Io adesso ho la visita endocrinologica prenotata a marzo, però vorrei sapere come si agisce in questi casi.
Cosa succede ai pazienti come me?
Già il passaggio a 3 congescor mi sta creando problemi, dal momento che da persona con pressione bassa, sono passata ad essere una persona con pressione bassissima, con ipotensione ortostatica in aggiunta... non so veramente come fare.
E' da mesi che tento e ritento e si prova a farmi assumere questa levotiroxina.
Ci sono delle soluzioni?
Mica devo aggiungere altro betabloccante per riuscire ad assumere gli ormoni con continuità?
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Dr. Maurizio Cecchini Cardiologo 107.8k 3.6k 3
Innanzitutto il beta bloccante più indicato nel suo caso è il propanololo e non il bisoprololo , eventualmente associati ad ivabradina se non bastasse

cecchini

Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta, dottore. In effetti il cardiologo provò a sostituirmi il congescor col seloken (che non so se appartiene alla categoria dei betabloccanti da lei indicata), solo che ebbi una brutta reazione allergica e ritornammo subito al congescor

P.s. credo di aver fatto confusione e di aver scritto la risposta al posto del giudizio. Mi scusi, è la prima volta che mi rispondono a un consulto di medicitalia, proverò a rimediare.
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Utente
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Gentile dottore, torno a scriverle per avere delucidazioni. Come lei aveva previsto il cardiologo ha provato a cambiarmi terapia, ma i tentativi sono stati infruttuosi. Prima mi aveva dato il seloken al posto del congescor, ma ho avuto una reazione allergica. Dopo mi ha lasciato i 3 congescor al giorno e mi ha aggiunto 2 compresse di procoralan. Sono riuscita a sostenere questa terapia solo per un giorno, dopodiché sono svenuta, mi sono sentita male. I battiti erano arrivati a una trentina e la pressione era bassissima (io sono ipotesa già di mio, ma la pressione non era mai stata così bassa, né mi aveva mai dato problemi). In ospedale mi dicono che la cura era esagerata, per cardiopatici e che gli esami cardiaci erano buoni. Mi suggeriscono di sospendere tutti i farmaci per il cuore e di fare un holter delle 24 ore. Per i primi 3 giorni il battito è normalissimo, perfetto, la pressione ancora bassa. Al quarto giorno la pressione si normalizza (100/70) ma torna la tachicardia. L'holter non segnala niente di particolare, se non registrare la solita tachicardia sinusale. Con questi esami vado dal cardiologo che mi fa un ecocardiogramma. Sul referto leggo questo passaggio: "lieve fibrosi delle valvole con minimo incostante rigurgito aortico e tricuspidale e molteplici minimi rigurgiti mitralici". Questo è l'unico passaggio che diverge dai referti delle eco precedenti (l'ultima fatta ad ottobre). Non capisco il senso di questo passaggio e vorrei delucidazioni. La tachicardia c'è, è sinusale e come terapia mi ha dato lobivon 5 1/2compressa 2 volte al giorno. Al momento ho interrotto assunzione di tiroxina per verificare bene la situazione cardiaca, come da decisione congiunta di endocrinologo e cardiologo. Al momento il battito è normalissimo e non avverto problemi a riposo (sui 70/80), ma appena mi alzo dal letto e faccio qualcosa, anche cose semplici come lavarmi i denti e prepararmi per uscire ho un po' d'affanno e senso di pesantezza al petto con battiti sui 130. Il medico mi ha detto di vedere se questa terapia riduce la tachicardia e, poi, eventualmente ricomincerò a prendere la tiroxina. Le ho scritto, riassumendo, per chiedere se questa terapia è congrua rispetto al disturbo che avverto (sarà la volta buona?) E il significato di quel referto. Sono abbastanza giovane, non fumo, non bevo, mangio carne una volta a settimana e faccio 1 ora di passeggiata al giorno a passo svelto. È normale alla mia età quella fibrosi e il resto che c'è scritto? Grazie e arrivederci