Fistola sacro-coccigea

Salve.
Sono una ragazza di ventisette anni e da molti anni convivo con una fastidiosissima fistola sacro-coccigea.
Dato che mio padre si operò anni fa per lo stesso problema -senza tuttavia risolverlo- e avendomi raccontato la terribile esperienza, non ho mai avuto il coraggio di operarmi per paura di passare mesi di dolorose medicazioni e limitazioni fisiche per niente.

Ogni mese -poco prima del ciclo- la fistola si gonfia, si infiamma -facendomi molto male- e nel giro di un paio di giorni "scoppia": perdo pus maleodorante e sangue per un altro paio di giorni, dopodiché tutto sembra quasi tornare alla normalità fino al mese successivo.
Mai avuto febbre né altri sintomi, la zona si arrossa e prude.
Diciamo che ormai è diventata una specie di irritante routine.

Da qualche tempo, comunque, ho scoperto che esiste la possibilità di operare la fistola tramite un intervento in day hospital che non richiede i mesi di medicazione necessari coi vecchi trattamenti e la cosa mi ha immediatamente interessato.
Il problema sorge però dal momento che dal 2017 prendo la cardioaspirina a causa di una trombosi evoluta successivamente in embolia polmonare.
Essendo sotto anti-coagulanti non so se l'intervento è comunque fattibile, se porta dei rischi, o se dovrei invece continuare a convivere col problema a vita.
Oltretutto i medici che ho visto finora non mi hanno parlato di questo intervento mini-invasivo ma anzi mi hanno detto di ricorrere all'intervento a ferita aperta (credo si chiami così?) : non è ancora più rischioso per me, data la mia situazione con gli anti-coagulanti?

Sapete darmi un consiglio su cosa fare?

Questa condizione mi crea enormi problemi a livello mentale e vorrei risolverla una volta per tutte.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.7k 361 4
Intervento senza se e senza ma.
Sulla tecnica potrei esprimermi solo dopo averla visitata.
Di solito " cisti e fistole sacrococcigee" di " vecchia" data e recidivanti non vanno trattati con tecniche "mininvasive"
Cordiali saluti.

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille della risposta.
Quindi volendo sottopormi all'intervento tradizionale, che per quanto ne so richiede mesi di continue medicazioni e attesa per la chiusura della ferita, non corro nessun rischio per quanto riguarda la mia terapia anticoagulante?

La mia paura riguarda essenzialmente quello al momento.
Il medico che mi ha visto un paio di mesi fa non ha saputo darmi una risposta a riguardo dicendomi semplicemente che in ogni caso, al momento, la struttura non avrebbe eseguito quel tipo di interventi per via del covid.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.7k 361 4
Di solito tranne particolari sorprese, come tragitti fistolosi multipli, che richiederebbero ampia asportazione di tessuto, la ferita viene chiusa con punti.
La chiusura della ferita con punti ha tempi di guarigione rapidi(due settimane) e medicazioni semplici.
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio di cuore per la risposta e la pazienza!
Il suo parere mi ha di molto sollevata. Spero davvero che la situazione sia quella da lei dipinta e di togliermi il pensiero una volta per tutte, almeno per ora.

Grazie del consulto e buona giornata!
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