Utero fibromatoso

Salve,
sono una donna di 43 anni con una situazione un pò complessa.
Nel 2002 sono stata operata per utero fibromatoso ( 4 fibromi di medie-grosse dimensioni ); l'intervento è stato conservativo.
Non ho figli. Non ho mai fatto uso di pillola contraccezionale, anche se consigliata per tenere sotto controllo il riformarsi dei fibromi, a causa di una insufficienza della vena safena. Ho fatto controlli continui, addirittura ogni 6 mesi in questi ultimi tre anni, ma questo ovviamente non ha potuto impedire la crescita esponenziale dei fibromi.
Attualmente il mio utero è "devastato" da una serie di fibromi, alcuni veramente grandi, tipo 8, 9 e 10 cm. Quello di 10, tra l'altro, si trova in una posizione non troppo tranquilla, in quanto mi hanno detto che potrebbe causarmi una idronefrosi destra. Sono fibromi radicati sulla parete esterna dell'utero, credo sia il motivo per cui, se non altro, non mi provocano emorragie prolungate o molto abbondanti durante il mestruo che, fondamentalmente, è regolare.
Ho comunque, durante il periodo dell'ovulazione, dei forti dolori addominali che sopporto, oltre ad un gonfiore che invece a volte è proprio intollerabile.
Arrivo al dunque: credo di poter dedurre che a questo punto l'intervento non si possa più evitare, e quello non sarebbe il problema.
Il fatto è che c'è chi mi ha detto che si dovrebbe riuscire a conservare l'utero anche questa volta, c'è chi mi ha detto che è praticamente impossibile, essendo un utero costituito all'80% da fibromi e al 20% da tessuto buono. Come riuscire a ricucirlo, essendoci così poca stoffa a disposizione?
Ora io mi chiedo: lasciarmi questa porta aperta sarà possibile o impossibile? Dipenderà dall'estrema perizia del chirurgo oppure sarà comunque un'operazione rischiosa che potrebbe solo riconsegnarmi un utero eventualmente inutilizzabile?
Attendo il suo gentile riscontro e la ringrazio anticipatamente. B.
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
L'intervento è improcrastinabile.
Dev'essere ablativo e non conservativo (quello conservativo non ha un senso clinico nel Suo caso).
Va preparato con dovizia di particolari sul piano clinico e chirurgico trattandosi di un grosso utero fibromatoso.
la via addominale classica è quella da seguire. In mani esperte l'intervento non è particolarmente complicato. La degenza in ospedale raramente supera i 7 - 10 giorni fra pre e post-operatorio.

Saluti ed auguri vivissimi.

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli

[#2]
dopo
Utente
Utente

Grazie dott. Santoro per la sua risposta.
Avrei però da chiederle una delucidazione.
Dove dice " quello conservativo non ha un senso clinico nel suo caso" cosa sta a significare, di preciso?
E se l'intervento fosse appunto ablativo, verrebbero tolte anche entrambe le ovaie per il rischio tumorale, e quindi la menopausa verrebbe indotta chirurgicamente, oppure è possibile conservare l'ovaio?
Grazie
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
Intendo dire che conservare un utero dopo l'asportazione di così tanti e grossi fibromi avrebbe un senso solo ed esclusivamente in un caso in cui la proporzione fra tessuto sano e tessuto fibromatoso propenda decisamente a favore di quello sano.

A quanto sembra di capire, la presenza di tutti questi fibromi, nel suo caso, configura una situazione in cui il tessuto uterino sano è una minima porzione del totale, per cui la parte che, inevitabilmente, "andrebbe via" insieme ai fibromi, sarebbe tale e tanta da comportare una quota irrisoria di organo residuo, praticamente inservibile ai fini di qualsivoglia progetto futuro.

Purtroppo si è giunti a questa situazione in cui l'intervento ablativo è mandatorio; probabilmente qualcosa in più si sarebbe potuta fare molto tempo prima.

L'intervento non dovrebbe comportare l'asportazione delle ovaia, vista l'età, dato che, di norma l'epoca media d'incidenza della menopausa fisiologica è intorno ai 51 anni.


Cordialmente.
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Utente
Utente

Grazie ancora per la sua spiegazione.
In relazione al discorso dell'ovaio, secondo lei quindi non c'è il rischio che, non asportandolo, si prepari il terreno per un tumore dello stesso? Questa cosa mi è stata detta da un chirurgo di grande esperienze, non ginecologico ma generale, e comunque devo dire che questa affermazione mi ha messo dei sinceri dubbi...
Grazie ancora
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
La sindrome dell'ovaio residuo riguarda, appunto, il residuo ovarico che il Chirurgo lascia dopo l'asportazione di una patologia ovarica.
In genere non si riferisce alle ovaia lasciante in situ dopo l'isterectomia.
Nella mia esperienza, l'aver praticato una isterectomia non espone al rischio di anomalie e/o patologie ovariche che dir si voglia più che nella restante parte dei casi.
Ovviamente potrebbero esserci Colleghi con esperienze diverse.
Io esplico la mia.
[#6]
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Utente
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Grazie mille per le spiegazioni
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