Sindrome frontale

Buonasera,
Avrei necessità di sapere da un medico neurologo se il dosaggio di alcuni psicofarmaci che prende mio padre, 74 anni, è troppo alto oppure è adatto alla sua età e alla sua situazione clinica.
Mi spiego meglio.
Mio padre è affetto da sindrome frontale di tipo vascolare. Il neurologo gli ha prescritto i seguenti farmaci:
Due pasticche al giorno di Seroquel da 25 mg distribuite nell'arco della giornata così: 1/2 la mattina, 1/2 a pranzo e 1 intera la sera (totale 50 mg al giorno).
La sera prende anche tre gocce di Impromen.
Inoltre prende la cardioaspirina e il torvast.
Questa cura la fa da circa tre anni anche se all'inizio la dose di Seroquel al giorno era più basso, cioè 25 mg e da circa un anno è passato a 50 mg (2 pasticche da 25 mg).
La mia preoccupazione è che questi psicofarmaci possano avere effetti negativi sul lato cognitivo e che possano causare attacchi ischemici (lui in passato li ha avuti).
Il neurologo mi tranquilizza ogni volta che andiamo in visita, ma leggendo i foglietti illustrativi dei farmaci continuo ad essere spaventata.
Oramai sono tre anni che prende questi farmaci ma il "tarlo" nella testa non me lo sono mai tolto, così colgo l'occasione del forum.
Poi ultimamente vedo che la memoria di mio padre è peggiorata come anche tutto il resto a livello mentale. Ovviamente a livello fisico notiamo movimenti più lenti, difficoltà a vestirsi forse per una certa rigidità, sonnolenza.
Ringrazio chi vorrà rispondermi.
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dopo
Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
"...Poi ultimamente vedo che la memoria di mio padre è peggiorata come anche tutto il resto a livello mentale. Ovviamente a livello fisico notiamo movimenti più lenti, difficoltà a vestirsi forse per una certa rigidità, sonnolenza...";
mi sembra che stia semplicemente descrivendo il decorso progressivo della malattia ovvero una cerebrovasculopatia a localizzazione prevalentemente frontale.

Questo è un consulto a distanza e come tale non può sostitursi ad una visita medica di persona la quale ovviamente contribuirebbe a formare una opinione più adeguata.

Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore la ringrazio per la risposta. Mi piacerebbe approfondire meglio l'aspetto farmacologico ma capisco che la sede non è quella adatta.
Grazie ancora
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Circa l'aspetto farmacologico il suo medico saprà dirLe giacchè, come dice non è questo il contesto, ovvero potrà sempre cercare un secondo parere / una seconda opinione neurologica.
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dopo
Utente
Utente
Ha ragione, comunque il mio dubbio nasceva semplicemente dal fatto che ho letto che il Committee for the Safety of Medicines britannico ha messo in guardia sul potenziale aumento di rischio di accidenti cerebrovascolari in pazienti affetti da Alzheimer per aripiprazolo, clozapina, olanzapina, quetiapina (appunto il Seroquel), risperidone, suggerendo di non somministrare questi antipsicotici atipici in pazienti anziani. In pratica, tale avvertenza, è presente per tutti i farmaci atipici.
Mi chiedevo quindi come mai invece viene prescritto in pazienti come mio padre rischiando TIA e ictus e se dovremmo ridurre il dosaggio e quindi il rischio.
Ho studiato molto la questione ma ovviamente non essendo un medico so che non sono in grado di poter trarre delle conclusioni corrette.
La saluto cordialmente
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