Cisti radicolare da esportare?

Gentili dottori,
Nel novembre del 2020 per un acutissimo dolore all’inferiore 36, ho dovuto eseguire una panoramica che oltre ad aver rilevato la problematica di quest’ultimo ha evidenziato anche una cisti sul seno mascellare dx, in corrispondenza della radice dell’incisivo laterale 12.
L’odontoiatra con cui ero in cura in quel periodo mi disse di stare tranquillo, che finché sarebbe rimasta silente e stabile non mi avrebbe dato nessun problema.

Purtroppo per per me, quasi due anni dopo, avvertendo un fastidio (più che altro una pressione) proprio in quel punto mi sono accorto di avere una protuberanza (inizialmente una sorta di depressione su quel punto) che ha iniziato a crescere sempre di più, diventando molesta soprattutto durante la comunicazione orale.
Appena 5 giorni dopo si sviluppa sulla gengiva un ascesso.
Decido così di recarmi dal dentista dove mi viene fatta nuovamente una panoramica che porta alla luce la stessa cisti ma decisamente raddoppiata.
Inizialmente mi è stato dato un antibiotico (Augmentin) che mi ha aiutato moltissimo soprattutto a far drenare il materiale che ha iniziato ad uscire spontaneamente; addirittura anche la cisti ha subito una notevole regressione.

Al secondo appuntamento mi vengono esposte tutte le possibili procedure per risolvere il problema.
Dal trattamento endodontico, alla rimozione chirurgica, sino alla soluzione peggiore: la rimozione del dente.
Al momento l’ultima ipotesi è stata scongiurata, così dopo un test di vitalità dalla quale si è constatata la morte del 12 (dente apparentemente sano come gli altri) si è proceduto con la prima opzione.
Tutto è andato bene, ma mi è stato spiegato che ci vorrà del tempo prima che possa guarire del tutto e per questo verrò monitorato ogni sei mesi.
Ho eseguito la devitalizzazione il 25 luglio 2022, ma purtroppo ho notato che si è nuovamente formato un ascesso indolore dal quale fuoriesce ancora materiale sieroso ma non purulento, altresì biancastro e amaro.
Una sorta di drenaggio.

Mi chiedo: Nonostante la devitalizzazione, è normale che questo processo infiammatorio persista seppur indolore e in forma contenuta?
Fa parte anche questo del processo di guarigione a lungo termine?
Vi ringrazio anticipatamente per il tempo che dedicherete al mio quesito.

Cordialmente
[#1]
Dr. Giuseppe Antonio Privitera Dentista 3.1k 124 2
Difficile rispondere, perché è variabile.
Posso dirle che in questi casi si ricontrolla ogni 3 mesi, se tuttavia in un anno non ci sono miglioramenti si procede all'apicectomia.

Giuseppe Antonio Privitera

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno, la ringrazio per la sua celere risposta.
Questa mattina ho provveduto a chiamare il mio dentista per chiedere dei controlli trimestrali piuttosto che semestrali e mi è stato risposto di si. Ad ogni appuntamento Verrà effettuata una lastra localizzata per verificarne il decorso sperando che la cisti regredisca piuttosto che progredire.
Mi chiedevo inoltre se fosse possibile scegliere di procedere all’apicectomia per prevenzione, cioè, posso chiedere l’intervento prima che passi un anno? Per me sarebbe importantissimo salvare il dente trattandosi di un incisivo laterale. Non che un molare sia meno importante, anzi, ma ho 34 anni e l’idea di una finestra mi spaventa non poco.
Vi ringrazio ancora per l’attenzione.
Cordialmente
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Dr. Giuseppe Antonio Privitera Dentista 3.1k 124 2
Nom ha senso chiederlo prima.

Giuseppe Antonio Privitera

[#4]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Buonasera,
Come è possibile che a distanza di un mese dalla devitalizzazione, la cisti continui a drenare dalla gengiva? Addirittura devo pure premerla per svuotarla, ma puntualmente si riforma del siero. Ho un’ottima igiene orale, da sempre, ora anche di più. Perché aspettare un anno per esportarla se è evidente che non guarisce? Inoltre leggendo altri consulti di persone che hanno avuto il mio stesso problema, riportano quasi tutti la stessa cosa, addirittura dopo mesi. Secondo il vostro parere potrei provare a chiedere al mio dentista di prescrivermi un antibiotico? Non mi fa male, ma è chiaro che l’azione batterica è ancora in atto e che se non faccio subito qualcosa è destinata a permanere.
Vi ringrazio per l’attenzione.
Cordialmente.
[#6]
Dr. Giuseppe Antonio Privitera Dentista 3.1k 124 2
Non serve a nulla l'antibiotico, per un semplice motivo. Lei riferisce di avere una fistola che drena pus; quando c'è una fistola, il processo è cronico, è dare un antibiotico non ha praticamente alcun senso.

Le suggerisco di rifarsi visitare.

Giuseppe Antonio Privitera

[#7]
dopo
Utente
Utente
Ok, quindi a meno che io non tolga il dente, dovrò convivere tutta la vita con un buco sulla gengiva dal quale drena pus. Essendo cronico, significa che è inutile sperare che in un anno guarisca. Ho capito
La ringrazio.
[#8]
Dr. Giuseppe Antonio Privitera Dentista 3.1k 124 2
No. Lei non ha capito.
Glielo spiego.
Se perdura una fistola, un processo cronico, è segno che l'infezione dei canali radicolari non è stata assolutamente curata. In questi casi si fa l'apicectomia, non c'entra nulla il togliere il dente.
Si "apre" un lembo, praticamente nella zona dove si trova la radice; si asporta la cisti, si pulisce, e si ottura la parte di radice.

Non dovrà convivere tutta la vita con un processo cronico, non tragga conclusioni affrettate.
Semplicemente non ha senso un antibiotico, ma deve risolvere il problema, e può farlo chiaramente con il collega di presenza.

Giuseppe Antonio Privitera

[#9]
dopo
Utente
Utente
Ecco, Io volevo sapere questo. La mia perplessità era dovuta al fatto che nonostante la devitalizzazione il processo anziché regredire, avanzi. Dopo un mese è strano che continui verso questa direzione. Ne consegue dunque, che il lavoro non è stato fatto a dovere, perché significa che i canali non sono stati puliti e disinfettati come dovrebbero. Ho speso molti soldi per questo lavoro, mi da un fastidio che non immagina e neanche la diga di gomma è stata usata per devitalizzare il dente ora che ci penso. Me li sistemerò per le feste.

La ringrazio per il tempo dedicatomi.
[#10]
Dr. Giuseppe Antonio Privitera Dentista 3.1k 124 2
Su questo non posso esprimermi, mi spiace.
Posso dirle ciò che dico sempre ai pazienti, essendo la branca delle devitalizzazioni (endodonzia) quella di cui mi occupo quasi in esclusiva: la devitalizzazione è una terapia che ci permette di mantenere un organo ormai privo di fasci vascolo nervosi nel proprio organismo, e proprio per "l'obiettivo" difficile che possiede, non sempre riesce, anche se ormai il rischio di fallimento si è abbassato (5-10%).
Certo, non ho modo di giudicare l'operato. Posso suggerirle, alla fine, che qualora non la convincesse l'opinione del collega che la segue, può contattare un collega che si occupa di endodonzia: trova i contatti sul sito dell'Aie (accademia italiana di endodonzia) o della SIE (società italiana di endodonzia). Dalle sue parti c'è fra l'altro un bel master di tale branca all'università.
Questo glielo dico perché potrebbe non per forza essere necessario un intervento come l'apicectomia, ma fare un ritrattamento, ovvero una
nuova devitalizzazione, chiaramente in mano esperte.
Semplicemente consiglio mio, eh. La decisione spetta poi a lei
La saluto.

Giuseppe Antonio Privitera

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