Recidiva da adenocarcinoma del colon

Buongiorno,scrivo per chiedere un consulto.
Mia mamma,nata il 20.02.1953,è stata operata il 02.01.2007 per ADENOCARCINOMA MODERATAMENTE DIFFERENZIATO,G2,del colon,infiltrante la parete a tutto spessore fino ai cellulari sierosi ed infiltrante il mesoovario di sinistra.
Eseguita EMICOLECTOMIA SINISTRA E CONTESTUALE ANNESSIECTOMIA SINISTRA per via laparoscopica.Esame istologico: Indenni da neoplasia n.10 linfonodi.Infiltrazione neoplastica del peritoneo.Stadiazione T4N0Mx G2.
Dopo l'intervento,da Febbraio a Luglio 2007 esegue 12 cicli di chemioterapia adiuvante schema FOLFOX.I successivi follow-up risultano negativi.Nell'Agosto del 2008,dopo TAC di controllo,si evidenzia in sede pelvica,in esiti di resezione retto-sigma,tessuto solido in prossimità della catenella di sutura,localizzato in regione paramed. DX del diametro di 2,2 x 2 cm.Formazione ovalare solida in regione paramed. SX in prossimità del colon discendente-sigma,del diametro di 2,1 x 1,6cm.
Si decide quindi di iniziare una terapia di 1°linea,schema FOLFIRI+AVASTIN(BEVACIZUMAB) per 12 cicli.Alla TAC del Novembre 2008 sembrano esserci riduzioni dei noduli sopra citati.Alla TAC "finale" del Marzo 2009: Modesta riduzione dimensionale della nota nodulazione solida localizzata in sede paracolica distale SX avente diametri trasversi massimi di 12 x 10 mm.Non + sicuramente apprezzabile l'ispessimento di aspetto pseudonodulare in sede paramediana destra a livello della catenella chirurgica.
Eseguita inoltre ECOENDOSCOPIA(31/03/2009) di anastomosi colorettale con esito negativo,solo 1minuscolo linfonodo pericolico di 5mm di diametro.
Eseguita in data (07/04)- RETTOSIGMOIDOSCOPIA:Anastomosi rettocolica ampia, rivestita da mucosa trofica, elastica. Non si osservano segni di recidiva neoplastica. Biopsia:MUCOSI CON FLOGOSI CRONICA.
- PET total body: captazione di verosimile pertinenza linfonodale in sede iliaca esterna;modesta captazione a livello dell'anastomosi chirurgica in prima ipotesi da flogosi.
Ad oggi la situazione mi risulta davvero poco chiara.Gli oncologi,credo giustamente,dopo l'ottimo risultato terapico ottenuto hanno sollevato la possibilità di un eventuale nuovo intervento chirurgico per eliminare il residuo di malattia.In prima battuta questa ipotesi è stata presa in considerazione dai medici chirurghi,i quali,ci hanno detto che l'intervento,molto delicato, sarebbe stato fatto per tendere ad una ipotesi guaritiva,ma che poteva cmq comportare una stomosi permanente in quanto la zona da trattare era molto vicina al primo intervento fatto.Oggi invece ricevo una chiamata dove mi dicono che l'ipotesi intervento è stata scartata perchè molto delicata, e perchè essendo il nodulino molto piccolo e in una zona delicatissima i chirurghi rischierebbero di aprire per nulla...La chemio mi dicono ha avuto effetti positivi, tanto positivi da mettere in dubbio ora l'intevento.L'idea è quella di aspettare,eseguire nuova TAC a Giugno e rivalutazione.Non so cosa pensare..qualcuno mi può aiutare?graz
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Utente,

occorrerebbe visionare tutta la documentazione per un parere più accurato. In linea generale propenderei per lìintervento chirurgico ove possibile. Questo perchè situazioni di questo tipo, pur con ottima risposta, assai difficilmente possono essere bonificate dalla sola chemioterapia.

Resto a disposizione, un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Guardi in linea di massima la documentazione l'ho riassunta tutta nella mail precedente.
Certo mancano le immagini delle varie TAC, COLONSCOPIE, PET ecc.. però le diagnosi e i referti sono tutti riportati.

"In linea generale propenderei per l'intervento chirurgico ove possibile."

Quello che non capisco è che in questo momento, nonostante l'ottima riduzione dopo la terapia(FOLFIRI+BEVACIZUMAB), i medici chirurghi preferiscono non operare perchè dicono appunto che sarebbe troppo rischioso aprire, in quanto si andrebbe incontro a possibilità di non identificare il nodulo incriminato ... ma allora perchè fare la terapia se poi il risultato deve essere questo?

"Ciò che per l'oncologo è un sogno per il chirurgo può essere un incubo ..."

Questo mi è stato ddetto al telefono dalla dottoressa oncologa che sta seguendo mia madre ... ma faccio davvero fatica a capire la situazione, arrivati a questo punto ...
:(

Non so dottore, per intervento ove possibile lei cosa intende precisamente?

Grazie mille della risposta comunque, grazie davvero.

Saluti

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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Utente,

se la massa si è ridotta moltissimo potrebbe però essere utile andare a verificare visivamente. Dico ove possibile nel senso di dire se è tecnicamente possibile. Mi spiego: se vi fosse l'infiltrazione di importanti strutture vascolari o se la massa non fosse completamente asportabile non avrebbe senso intervenire ma se in presenza di una ottima risposta alla terapia è possibile resecare completamente la malattia residua perchè non farlo?. Inoltre ciò che si vede con le indagini strumentali in genere è un pò meno di quanto si può vedere poi in campo operatorio. Se ti va di fare un viaggio a Roma potrei visionare tutta la documentazione e programmare un iter terapeutico insieme.

un caro saluto, resto a disposizione

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
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dopo
Utente
Utente
Il problema è che i medici chirurghi mi hanno detto che verificare visivamente sarebbe tecnicamente un'operazione molto difficile che potrebbe portare anche ad aprire per nulla ...
Sono d'accordo con lei sul fatto del resecare completamente la malattia residua, soprattutto dopo questi dodici cicli di chemio folfiri+avastin che hanno avuto un ottimo effetto .. proprio per questo rimango un pò confuso dalla decisione dei medici.

Quando parla di un iter terapeutico intende con Ipertermia? Pensa che potrebbe essere una soluzione valida data la situazione di mia mamma?

La ringrazio moltissimo per la disponibilità e se fosse necessario a Roma ci verrei anche subito!

Un saluto dottore e grazie ancora del supporto.

Paolo
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Caro Paolo,

intendo dire che si potrebbe sentire un secondo parere chirurgico qui a Roma. Certamente esiste il rischio di operare per poi non riuscire a trovare/asportare nulla ma anche il non agire è rischioso. L'ipertermia potrebbe trovare uno spazio dopo l'intervento chirurgico, localmente, come potenziamento di un nuovo trattamento adiuvante (che farei anche dopo aver eventualmente asportato il residuo di malattia con farmaci diversi da quelli impiegati in precedenza). Resto a disposizione, un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it