Disturbo d'ansia/da panico in uno studente di medicina

Buongiorno Dottori, cercherò qui di riassumere brevemente un problema che purtroppo mi affligge da un po' di tempo e che sta in parte limitando la mia carriera universitaria.
Ho intrapreso il corso di studi in Medicina con enorme entusiasmo, dopo aver superato il test al primo colpo e dopo un percorso liceale nella piena norma.
Ad oggi dovrei essere iscritto al sesto anno di corso, ma per difficoltà con alcuni esami e a causa della mia ansia mi ritrovo indietro di circa un paio d'anni e mezzo sul percorso di studio, ma sin qui poco male.
Durante il primo anno di studi ho dovuto confrontarmi con la realtà universitaria di Medicina, sostenendo un gran numero di esami e trasferendomi in una nuova città.
E' stato un anno particolarmente stressante, sia probabilmente per il trasferimento nella nuova città sia per l'ingente mole di studio che ho dovuto affrontare.
Durante quell'anno ho incominciato a soffrire di disturbi d'ansia estremamente invalidanti, e ho iniziato a soffrire d'insonnia e principalmente di un'ipocondria molto forte.
Ho temuto di avere aneurismi, problemi cardiaci, ipotizzato malattie neurologiche per delle semplici fascicolazioni muscolari e tanto altro.
Nonostante ciò, sono riuscito a godermi gli anni universitari e ho avuto la possibilità di conoscere tantissime persone e di stringere tanti legami importanti.
Tra poco i miei amici si laureeranno mentre a me manca ancora una parte importante del percorso universitario, eppure non considero questo come un grande problema, consapevole di avere comunque costruito in questi anni di studio una buona preparazione, né tantomeno provo invidia per i miei colleghi che a breve si laureeranno.
Dopo la conclusione del primo anno, il problema si è risolto spontaneamente, quanto meno per quanto riguarda l'ipocondria, ma negli anni è comunque rimasta l'ansia, che è stata mia compagna spiacevole in questi lunghi anni.
Circa 6 mesi fa, senza che ci fosse stato alcun trigger scatenante, ho incominciato a soffrire tremendamente di attacchi di panico e ho fatto quello che avrei dovuto fare già da anni, e cioè correre da uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale e da uno psichiatra, anche perché ero convinto di essere depresso, ma sia lo psichiatra che lo psicoterapeuta hanno ritenuto che fosse una inevitabile deflessione dell'umore in seguito ad un disturbo da panico con agorafobia e non di un disturbo depressivo.
Temo che il panico si sia fatto strada nella mia vita perché ho sempre vissuto il conflitto in questi anni di essere uno studente di medicina ma con un carattere fortemente ansioso, a tendenza ipocondriaca e che forse questa non sia la strada giusta per me.
Molto banalmente mi vengono attacchi d'ansia quando vado a misurarmi la pressione in ambulatorio, o anche donare il sangue che per me è praticamente impossibile.
Il mio psicologo, dopo accurate sedute, sostiene che io potrò tranquillamente fare il medico e che ho solo bisogno di imparare a regolare le mie emozioni.
Voi cosa ne pensate?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Ha ricevuto una terapia per la diagnosi che le è stata fatta?

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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dopo
Utente
Utente
Si, sto assumendo Escitalopram 15 mg
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Se sono ancora presenti fenomeni ansiosi e crisi periodiche, la terapia può non essere sufficiente ed andrebbe rivista.

Anche se stesse assumendo un generico al posto del farmaco brand

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dopo
Utente
Utente
Al momento gli attacchi di panico e l'agorafobia sono praticamente scomparsi, permane però una risposta ansiosa ogni qual volta entro in contatto con l'ambiente medico, come se avessi una specie di fobia. Questo tipo di fobie possono con l'aiuto di uno psicoterapeuta essere definitivamente sconfitte?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
In verità il dosaggio attuale non sarebbe ancora sufficiente e la possibilità di aumento della terapia è una opzione possibile per capire se la sintomatologia si riduce.

La psicoterapia è uno strumento possibile in condizioni di eleggibilità secondo il suggerimento che può fornire il suo specialista.

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dopo
Utente
Utente
Ne parlerò con il mio psichiatra. C'è un dubbio che in questi giorni mi sta spaventando: non è che potrebbe essere stata la mia una sintomatologia d'esordio del disturbo bipolare.
P.S. Ne ho parlato con il mio psicologo e sostiene che non ci siano affatto segnali di questo tipo, ma mi piacerebbe avere un secondo consulto.
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