Lorazepam e paura di volare

Buongiorno, vi scrivo perché vorrei un consulto.
Premetto che nella vita ho sofferto di attacchi di panico (derealizzazione) ma ne sono uscita con successo senza l'ausilio di medicine ma solamente con tanta terapia.

Adesso invece dovrò superare la mia fobia più grande che è quella dell'aereo e sento di non poterlo fare senza prendere degli ansiolitici.

Non prendo aerei da 14 anni e nell'ultimo anno ho disdetto due voli a causa della paura.
Sono decisa a superare la cosa perché amo troppo viaggiare e a trent'anni non poter andare lontano per me è davvero troppo limitante.


La mia psicologa mi ha consigliato di andare da uno psichiatra per farmi prescrivere qualcosa che mi aiuti durante il volo, e così ho fatto.
Il dottore mi ha prescritto un quarto di pillola da 1mg di Lorazepam un'ora prima del volo, e se non dovesse bastare mi ha detto di prendere un altro quarto.

Mi ha detto che se inizio a stare male dal giorno prima (probabilissimo) di iniziare a prenderlo già dal giorno prima.


Ora vi scrivo perché ho dei dubbi che mi sono venuti in mente solo ora e non mentre ero dallo psichistra.
Non nascondo che sono anche un po' spaventata dal farmaco, non avendolo mai preso non so a cosa vado incontro.

Ogni quanto posso prenderlo?
Per esempio, se noto che un quarto non basta, dopo quanto posso prendere l'altro quarto?
Quanto dura l'effetto?
Come mi sentirò una volta passato l'effetto?

La mia paura è che il farmaco mi stordisca al tal punto da farmi perdere il controllo (non riuscirei proprio a tollerarlo in volo) oppure che una volta passato l'effetto possa esplodere tutta l'ansia e il panico tenuti a bada prima.


Vi ringrazio in anticipo per le delucidazioni.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Il medico le ha già dato le istruzioni, le domande sono semplicemente risultanti da dubbi su qualsiasi cosa che potrebbe aggiungersi all'indicazione ricevuta.
Qui non si possono indicare modalità di assunzione.

Il fatto di aver bisogno del tavor, e soprattutto, avendolo, questa preoccupazione su indicazioni già ricevute sono indicative di un disturbo risolto ? A me non pare.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buonasera,
in primis la ringrazio per il suo tempo.

Se per "disturbo risolto" parla dei miei problemi di attacchi di panico e derealizzazione, mi sento di dirle che dopo anni di terapia ho imparato a gestire e razionalizzare per quanto possibile la cosa, uscendo così con successo da quel loop della "paura della paura", che tra l'altro è sempre stato il problema principale per me.
Se invece parla del fatto che dalle mie domande si evince che ho problemi a "perdere il controllo" le posso dare ragione, ma su questo ci sto ancora lavorando.
Capisco tuttavia i suoi dubbi, non può conoscere il mio trascorso da due righe su un sito.

Detto questo, la fobia di volare è un problema a parte che non penso di poter risolvere senza l'ausilio di un farmaco, altrimenti non starei qui a scrivere. Voglio specificare che sono arrivata a questa conclusione non da sola ma con la mia psicologa.

La paura del farmaco è dovuta al fatto che come ho già scritto, per me è un qualcosa di nuovo e avrei voluto sapere a cosa vado incontro assumendolo. Sul bugiardino si leggono tanti effetti collaterali che non so tuttavia se valgono anche per una dose minima come quella che mi è stata prescritta.
Inoltre a me premeva capire dopo quanto dall'assunzione del primo quarto potessi assumere anche l'altro, qualora ce ne fosse il bisogno. Ma se qui non potete dare queste informazioni, è inutile che insisto.

La ringrazio ancora del suo tempo, nonostante i miei dubbi persistano.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Il problema però è diverso. L'ansiolitico non risolve la fobia, permette di gestire l'ansia anticipatoria. La fobia ha delle terapie specifiche, che poi sono spesso le stesse del panico o dell'ossessione di perdere il controllo.
Secondo me un errore relativo sta nell'idea che il tutto si risolva con un autocontrollo, e in extremis un aiuto farmacologico per quanto c'è uno scoglio. Se mai è un po' viceversa, la terapia farmacologica è "di fondo", non sul momento. Quella al massimo può essere appunto l'ansiolitico ma non è preventiva, è solo che toglie l'ansia prima.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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