Sospetti sintomi dissociativi in mio fratello. cosa fare?

Gentili dottori,
Sono terrorizzato e mi tremano le mani, ma voglio provare a descrivere la situazione.
Tornando a casa dalla mia famiglia, mi sono reso conto che mio fratello piccolo (22 anni) mostra una situazione generale molto compromessa.
E' reduce da quasi tre anni di ritiro sociale, iniziato in periodo di lockdown e in coincidenza con la fine della scuola.
E' sempre stato molto timido e riservato ma anche vivace e curioso.
Ha avuto una vita estremamente difficile, difficoltà alimentari (si imponeva strane diete, saltava molti pasti), inversione del ritmo sonno-veglia, cattive esperienze pre-lavorative e anche sentimentali.
Inoltre ha vissuto in pieno e da vicino, come me, il decorso (schizofrenia paranoide) di un altro nostro fratello, che però oggi a distanza di anni è molto ben stabilizzato.
Di recente provato a comunicare ai miei genitori le buone prassi consigliate nei casi di ritiro sociale, e la cosa ha funzionato: il suo rifiuto di comunicare e le sue difese si sono abbassate, e da pochissimo tempo a questa parte l'autoisolamento è finito.
Mio fratello ora condivide il suo tempo con la famiglia, sembra gradire di svolgere attività insieme, ma non è più lo stesso.
In coincidenza con una breve febbre di lieve entità (max 38 solo per due giorni), nove giorni fa ha iniziato a manifestare momenti di torpore, stordimento, enorme difficoltà a formulare frasi e a rispondere alle domande, grande confusione mentale, estrema difficoltà a prendere decisioni, e anche difficoltà respiratorie. A volte tornano dei momenti di lucidità.

Naturalmente il terrore e il panico in me stanno nella possibilità che possa trattarsi di qualcosa di molto simile alla dissociazione vissuta tanti anni fa dal mio altro fratello.
Per prima cosa hanno effettuato gli esami del sangue, che hanno dato valori perfetti tranne una lieve linfocitopenia (1, 1) e valori di chetonuria molto alti (10) e di glicemia piuttosto alti (116).

Sono sconvolto e provo un dolore infinito per la situazione, per questo vi chiedo un aiuto nel capire quali debbano essere i prossimi passi perché non sono sicuro di essere molto lucido.
Quali altri esami si possono fare?
Una risonanza o tac per l'area della testa? Un controllo diabetologico? Un accesso in pronto soccorso può essere significativo?
Si deve poi andare da un medico psichiatra e non da uno psicologo, è corretto?
Ma purtroppo a questo punto iniziano i guai perché mio padre è ferocemente contrario ad una valutazione psichiatrica, perché si trincera nella negazione, e nella possibilità di "aiutarlo lui" e vede l'ipotesi di una terapia farmacologica come una catastrofe da scongiurare ad ogni costo.
Come potrei convincerlo che è urgente una valutazione di ampio raggio, e non solo fisica ma anche psichica?
Ho qualche speranza di aiutare mio fratello?
Devo chiedere anche io una valutazione psichica su me stesso se non riesco a reggere allo shock?
Mi potete dare un consiglio?
Grazie infinite, scusate, la mia paura per la sua salute è incontrollabile in questo momento
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
I valori ematici che descrive comunque richiedono un approfondimento.

In ogni caso, la visita psichiatrica è necessaria per capire se effettivamente si tratta di una condizione psichiatrica o meno.

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Utente
Utente
Buongiorno dottore,
La ringrazio molto per la risposta. Ha un consiglio su come spiegare a mio padre l'importanza della visita? Cosa posso fare se dovesse opporsi ad oltranza? Lo stato confusionale di mio fratello va e viene ma è sempre presente. Sintomi del genere possono essere prevenuti?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Suo fratello è maggiorenne e decide per sè, l'opposizione di suo padre ha solo valore di dissenso personale e non generale

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Utente
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Grazie mille, il suo supporto seppur virtuale è importante in questo momento
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