Claustrofobia, cura con alprazolam, consigli!

Buonasera,
Sono una ragazza di 19 anni, e vorrei chiedere un consulto per un problema di Claustrofobia riscontrato nel ragazzo di cui sono fidanzata. Dopo essere arrivati ad una forma grave della "malattia" sono riuscita a convincerlo ad andare da uno specialista, che dopo neanche 10 minuti di visita gli ha prescritto delle gocce (credo ancora in dose minima) di Alprazolam e delle compresse di un ansiolitico per più di un mese. Ho letto su internet che il primo sia uno Benzodiazepine e che può portare a dipendenza e ad assuefazione se non viene bloccata la cura nel più breve tempo possibile. Molti effetti collaterali sono nati subito dopo qualche giorno di assunzione, come eccessiva sonnolenza, leggera amnesia, qualche disturbo d'umore e segni di "dipendenza". Adesso quello che penso è che questo specialista statale non sia stato in grado di analizzare il problema e che abbia subito preso la soluzione più drastica, in più ho paura che non sia proprio uno psicoterapeuta quanto uno psicologo, che pertanto non lo sta nemmeno seguendo. Cosa mi consigliate?, visto che non può permettersi uno specialista privato e seguire una terapia cognitivo-comportamentale che a mio parere sembra la più adatta? bisogna che interrompa gradualmente gli psicofarmaci?
Grazie mille in anticipo per l'attenzione e per le risposte che mi darete, spero non sia stata inopportuna e di aver dato più informazioni possibili.
Cordiali Saluti.
[#1]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
avrebbe dovuto scriverci la persona interessata (il Suo ragazzo), se lui condivide le Sue o ha i pripri dubbi e se vuole sapere un nostro parere. Altrimenti non è etico parlarne.

In ogni modo, come regola generale,
non bisogna interropere autonomamente (senza la visita medica) le cure prescritte da un medico; lo specialista di competenza in questo caso deve essere uno psichiatra, al quale deve rivolgersi l'interessato stesso.

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Ci sono alcuni equivoci. Innanzitutto i farmaci per la cura dei disturbi d'ansia non sono soltanto quelli tipo l'alprazolam, per cui "oltre" quello ci sono altre terapie farmacologiche di prima scelta. Non c'è alcuna contrapposizione con la psicoterapia, tale per cui se ci si cura con un medicinale non si possa seguire anche un trattamento psicologico, e viceversa.

Tuttavia la situazione mi sembra la presenti in maniera troppo allarmistica, forse in questo è condizionata da uno stato ansioso e dall'aver frainteso alcuni punti. I sintomi di dipendenza non sono qualcosa che si manifesta dai primi giorni, il fatto che si sviluppi assuefazione dopo un certo tempo è vero ma non è un fatto drammatico, semplicemente evitabile.

Di fronte ad un disturbo con ansia andrebbe formulata una diagnosi precisa, e dopo scelta la cura.

Non è chiaro che cura faccia, alprazolam e un altro farmaco (alprazolam è un ansiolitico, forse l'altro invece è il farmaco di fondo). Le cure durano per molto più di un mese, non quelle con ansiolitici ma le altre sì.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#3]
dopo
Utente
Utente
Dr. Alex Aleksey Gukov

Sono cosciente che avrebbe dovuto scrivere lui, ma il problema è proprio perchè pensi che non abbia bisogno di tutto questo aiuto e che tutti gli specialisti di ogni genere siano competenti.
la ringrazio per al sua risposta.

Dr. Matteo Pacini

Innanzitutto la ringrazio per la risposta e il tempo che mi ha dedicato.

In effetti ha ragione dovrei conoscere il nome dell'altro farmaco per esporvi meglio la cura, ma quello che mi preoccupa è questo:

può uno specialista formulare una diagnosi e prescrivere degli psicofarmaci (puntualizzo che non è uno psichiatra) in soli 10 minuti? In più non dovrebbe essere seguito più spesso, invece che un altro incontro di 10 minuti dopo quasi un mese?

La situazione "allarmista" è causata dalla mia preoccupazione e di quanto ho letto che questi psicofarmaci non aiutino a "guarire" ma solo ad "attenuare" il problema, e quindi non si guarisce solo con medicinali che in più hanno tanti effetti collaterali, ma con una terapia, lei concorda?

In più le parlo così anche perchè mia madre ultimamente prende farmaci come la "zyprexa" per depressione e attacchi di ansia. E questo dopo 17 anni, che prende ininterrottamente psicofarmaci e le assicuro che ancora adesso non sta affatto bene, anzi ogni cambio di medicine va sempre peggio.

Questo è il mio più grande timore, che lui si possa convincere che le medicine possano guarirlo, certo adesso è ancora cosciente, ma la sua testa gli sta già dicendo che quelle lo stanno facendo stare bene.

Una buona giornata.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Volevo aggiungere un'altra domanda, ma è giusto che questo ansiolitico si prenda ogni giorno (la sera) e l'altro la mattina, invece che quando si presenta lo stato d'ansia o l'attacco di panico?
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Soltanto in psichiatria si parte dal bizzarro presupposto che sicuramente ogni disturbo guarisce, che si "deve" trovare una causa particolare che lo spieghi e che fatto questo svanirà. Lasciando da parte questa buffa impostazione, torniamo alla medicina: lei ha un disturbo, se è già conosciuto corrispodnerà ad una diagnosi, che avrà il senso di darle un giudizio sul possibile decorso e sui meccanismi portanti (sintomi principali ed accessori). Detto ciò nel tempo sulle diagnosi si provano le cure in maniera standardizzabile, al fine di poter fornire a un paziente che ha una diagnosi una cura nella maniera più rapida e semplice possibile. A volte sintomatica, altre curativa, altre eradicante. Dipende anche dal tipo di malattia questo, una polmonite è teoricamente eradicabile, la tendenza alle allergie è curabile ma non sempre eradicabile, un danno permanente non curabile ma tamponabile magari nei suoi sintomi.

Quindi, per concludere, quei discorsi generici e allarmistici sulle cure direi che non sono ben impostati.

Inoltre, ogni tipo di medicina ha il suo scopo e la sua gestione. Zyprexa per inciso non è un farmaco per l'ansia, si utilizza in altri tipi di disturbi, ma non è questo il tema del consulto.

L'ansiolitico è il tipico farmaco tampone, ma raramente aiuta a bloccare una crisi, specialmente per bocca. La terapia di fondo è diversa, si basa su altri medicinali.
Una visita si può anche (specialmente conoscendo già la persona) concludere in 10 minuti, il problema sta nel formulare una diagnosi chiara e spiegare a cosa serve la cura, quando rivalutarla e cosa attendersi nel tempo.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Dr Matteo Pacini

Grazie mille per la sua risposta, farò tesoro delle sue dichiarazioni.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
mi scusi se replico il consulto, volevo dirle che il farmaco di fondo che prende è un anti-depressivo (quello di mattina) e che pochi giorni fa è andato per un'altra visita di pochi minuti, e questo specialista (forse per il fatto che non ha avuto più attacchi di panico, che per quanto so le situazioni le ha sempre evitate) gli ha fatto interrompere l'assunzione dell'ansiolitico. Allora mi chiedevo, può interromperlo così bruscamente? sono già due giorni che non lo prende più..
grazie nuovamente per l'attenzione..
[#8]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

"antidepressivo" mi dice poco, ce ne sono diversi. L'ansiolitico se si è assuefatti andrebbe interrotto gradualmente, pena una sindrome da astinenza che a seconda della dose può essere minima o pericolosa.
[#9]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la risposta dottore.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto