Interazione citalopram con eutirox in paziente affetto da arnold chiari

Buongiorno,cercherò di essere breve il più possibile.
Sono una donna di 41 anni affetta dalla malformazione di Arnold Chiari, operata chirurgicamente di decompressione osteodurale due anni fa, mediante la quale è stata ripristinata una buona circolazione del liquor.
Presentavo e presento tuttora una sintomatologia che rientra nella sindrome fibromialgica, per la quale, dopo pochi mesi dall'operazione, mi è stata prescritta una cura dal neurologo a base di magnesio, calcio e citalopram 6 gocce al giorno. Il citalopram lo avevo preso anche anni fa in quanto dopo una visita psichiatrica mi erano stati diagnosticati attacchi di panico (ma io non sono così convinta che fossero tali, alla luce della scoperta della mia malformazione tali attacchi possono essere afferiti alla Chiari?), attacchi che ho avuto anche dopo l'operazione. Questi attacchi si presentavano con vertigini oggettive (la stanza e le cose giravano intorno a me), spesso di notte, con sensazione quasi di svenimento, freddo e brividi. Quando gli attacchi erano più leggeri avvertivo tipo una sensazione di sprofondamento senza vertigini. Piano piano in questi due anni ho raggiunto una sorta di equilibrio precario in cui, pur permanendo una spiccata tensione muscolare accompagnata a periodi di disequilibrio, mi sono barcamenata aiutata anche dalla pratica yoga,supporto psicoterapeutico e rieducazione posturale, tuttavia non sono riuscita a togliere il citalopram come previsto dopo un anno di uso. Non so se è un caso ma quando provavo a diminuire le dosi peggioravano i miei sintomi. Attualmente gli integratori e le medicine che prendo sono: mattina 6 gocce citalopram+ magnesio 375mg, la sera 30 gocce di tintura madre di melissa+ 1 pasticca di vivimind (ho difficoltà con la memoria).
Ultimamente dopo un controllo alla tiroide (alla quale avevo dei noduli) è stato verificato che un nodulo è cresciuto costantemente negli ultimi 3 anni arrivando a 2,6 cm di diametro e mi ha dato dolore per una settimana circa. Appurato che non ci sono cellule maligne con ago aspirato, il medico ha proposto l'uso di eutirox per mettere a riposo la tiroide e vedere se si può rallentare la crescita del nodulo e la conseguente operazione. Leggendo il bugiardino mi è venuto il timore che mediante eutirox avrei potuto perdere il piccolo equilibrio precario in cui mi trovo e mi sono posta il problema dell'interazione con il citalopram e anche il problema effettivo sul citaplopram, posso prenderlo forse a vita???! Al momento non ho ancora iniziato la cura con eutirox per paura di scatenare effetti collaterali ed interazioni...
Spero di essere stata suficientmente chiara nella mia richiesta di aiuto.
Grazie anticipatamente per la risposta e per i consigli che vorrete darmi.
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,

credo che in prima battuta sarebbe opportuna una diagnosi precisa.

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

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dopo
Utente
Utente
La diagnosi di Arnold Chiari è precisa ed evidente, la diagnosi per i noduli alla tiroide pure, per il resto mi hanno visitata 3 neurologi diversi e tutti bene o male mi hanno dato il citalopram per curare la fibromialgia...la sensazione è che alla fine mi sembra che nessuno riesca a capirci qualcosa. Ad ogni modo non mi ha risposto alla domanda fondamentale in merito all'interazione di citalopram con eutirox....
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,

mi riferivo alla diagnosi legata all'indicazione per l'utilizzo del citalopram.

Non vi sono infatti in tal senso indicazioni dell'utilizzo del citalopram per la fibromialgia. Il citalopram trova indicazione in caso di Disturbi d'ansia e Disturbi depressivi.

Inoltre, ritengo che appare curiosa una richiesta in tal senso dopo che "...mi hanno visitata 3 neurologi diversi e tutti bene o male mi hanno dato il citalopram...":

come mai non ha posto in quelle sedi la domanda che pone in questo contesto?
[#4]
dopo
Utente
Utente
Salve, io chiedo sempre spiegazioni ai medici che mi visitano e a volte me le danno altre no...come scritto sopra la prima volta mi hanno dato il citalopram per sospetti attacchi di panico, i neurologi me lo hanno dato per la fibromialgia. La domanda rimane posso prenderlo con eutirox? E lo sto prendendo da 2 anni, sono troppi?
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,

le chiarisco che non è possibile fornire indicazione farmacologiche on line.

Inoltre il neurologo di per sè non è lo specialista adatto per gestire le patologie quali gli attacchi di panico (peraltro viene utilizzato il condizionale e non risulta pertanto chiara la diagnosi).

Aggiungo ancora che per gli stessi motivi 2 anni non sono nè tanti nè pochi: è lo specialista che la segue che saprà decidere in merito alla sintomatologia ed al caso in questione.

In tal senso appare anche non indicato il motivo per cui pare sia in corso una psicoterapia (manca sempre la diagnosi e l'indicazione al trattamento).

Se lo desidera può integrare tali informazioni.

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dopo
Utente
Utente
Dalle risposte che mi da sembra che non legga ciò che scrivo, eppure mi sembrava di essere stata abbastanza chiara nell'esposizione. Mi scusi, ma sono i medici come lei, che danno risposte con supponenza senza ascoltare veramente il paziente, che mi hanno portato a chiedere un consulto qui on line. Per cortesia smetta di rispondere ai miei quesiti, spero che mi risponda un'altro specialista dotato di maggiore pazienza e buona volontà...e meno male che lei è specializzato in psicologia!
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,

Lei si rivolge a questo servizio in modo del tutto libero e liberamente ogni professionista del sito Le può rispondere: se Lei non gradisce le risposte o pretende risposte non possibili, questo purtroppo non è ottenibile dalla discrezionalità dei singoli.

Certamente Le posso assicurare che ho letto molto attentamente quanto da Lei comunicato e Le ho risposto in tal senso, dandoLe anche i suggerimenti che Lei stessa richiedeva in prima battuta.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
devo dare ragione al mio collega che, rispondendoLe, ha sollevato la questione della diagnosi.

In effetti, benché alcuni aspetti del quadro sono stati definiti con le rispettive diagnosi (Sindrome di Arnold-Chiari), le altre non si può considerare come "le diagnosi", ma piuttosto come i sintomi ("attacchi di panico") o come i "reperti" (noduli tiroidei), mentre le altre diagnosi sono aspecifiche e forse approssimative (Fibromialgia).

Infatti (a prescindere se nel Suo caso si tratta veramente degli attacchi di panico) per gli "attacchi di panico" può essere inteso un disturbo a sé stante (Disturbo da Attacchi di Panico), ma gli attacchi di panico possono presentarsi anche nei vari disturbi più complessi. A proposito delle ipotesi alternative, sicuramente la Sindrome di Arnold-Chiari può presentarsi con le vertigini di tipo oggettivo.

Anche i "noduli alla tiroide" non è una diagnosi. Anche il fatto che non ci sono le cellule maligne non è ancora una diagnosi (avete escluso che siano dovuti ad un tumore maligno, però le alternative sono tante: potrebbe trattarsi di un tumore benignio, oppure dei fenomeni di compensazione all'insufficienza della funzione della ghiandola, oppure sono dovuti all'infiammazione, oppure possono rappresentare processi cicatriziali dopo una lesione infiammatoria già passata; possono essere anche le cisti e possono essere anche unaforma di malformazione). In particolare, tenendo conto della presenza della malformazione di Arnold-Chiari, potrebbe avere senso di proporre ai Suoi curanti, come un'ipotesi, la correlazione con l'origine malformativa anche dei noduli tiroidei. Tale associazione sarebbe atipica, ma non la escluderei a priori.

La decisione del medico di ricorrere all'Eutirox mi fa suporre che è stata ipotizzata la forma "compensatoria"dei noduli che si manifesta in risposta all'insufficienza della ghiandola (e la quale con l'Eutirox si può correggere), però non escludo che anche nelle altre forme dei noduli (tipo infiammmatorio, cistico o malformativo) tale terapia possa avere senso. Bisogna che l'endocrinologo Le spieghi di quale forma si tratta, in altre parole: che faccia la diagnosi. In questo compito le informazioni sulle altre condizioni dalle quali Lei è affetta (come la S. Arnold-Chiari, la sindrome fibromialgica e le vertigini) potrebbero essere importanti: l'endocrinologo ne deve essere informato.

La Fibromialgia, sebbene esiste come diagnosi, è una diagnosi di esclusione. Vuol dire che si pone quando non è possibile attribuire la rispettiva sintomatologia dolorosa muscolare a nessuna altra causa. Tuttavia, nella Sua situazione (con i dati che Lei riferisce) molto probabilmente fa parte dei sintomi determinati dalle altre cause, potenzialmente individuabili. In tale situazione è più corretto parlare della "Sindrome Fibromialgica" che comunque non è una diagnosi. Fra le condizioni potenzialmente responsabili della sintomatologia "fibromialgica" potrebbero essere sia le disfunzioni tiroidei, sia le turbe della circolazione del liquor (che circola anche a livello del midollo spinale, a contatto con le vie di innervazione dei muscoli del tronco).

Ci sono più diagnosi, ma alcuni sono discutibili, tutti mancano dei collegamenti fra di loro, e soprattutto sono discutibili (e sono da definire) le diagnosi che spiegherebbero quei sintomi che La disturbavano. Qui ho potuto esprimere solo le ipotesi, perché siamo limitati dal mezzo telematico, e perché sono uno psichiatra e qui ci vorrebbero le competenze oltre a quelle che ho: di tipo neurologico e endocrinologico.

Parlando ora dei farmaci, in effetti, se mettiamo in discussione la diagnosi del disturbo da attacchi di panico ed anche la fibromialgia, non è chiaro se il farmaco era indicato, come ha potuto aiutarLe e se in realtà è stato il citalopram ad aiutarLe. I rispettivi fenomeni (dolori muscolari, corredo sintomatico delle vertigini oggettive) poteva dipendere anche dalle altre cause che in parte sono state trattate, come la S. di Arnold-Chiari (benché posso ipotizzare che alcuni danni da compressione sono rimasti e che la qualità di circolazione del liquor è forse da monitorare), mentre le altre cause potenziali non sono state ancora trattate (come la situazione tiroidea).

Non posso comunque escludere che, oltre alle cause potenziali sopracitate, fa parte del quadro anche la condizione psichica (da definire), alla quale il citalopram ha giovato. In una delle ipotesi, poteva e può trattarsi ad es. di un disturbo d'ansia "reattivo" e "secondario" alle altre condizioni cliniche, oppure di un altro disturbo. Non lo si può escludere senza la visita psichiatrica.

Se i due anni di terapia con il citalopram sono troppi non si può dire senza sapere quale è questa condizione psichica (che è da definire). In una serie dei disturbi per i quali il citalopram può essere indicato ci sono anche quelle che necessitano di molti più anni di terapia... mentre come una cura di mantenimento dopo, ad esempio, un episodio depressivo, due anni è un periodo normale, non eccessivo.

Bisogna tenere conto che con la riduzione della dose del citalopram possono ripresentarsi (o aggravarsi) i sintomi del disturbo che il farmaco cura (se il disturbo non è ancora nella fase di compenso), ma esistono anche i sintomi "da sospensione" che possono presentarsi indipendentemente dallo stato di compenso del disturbo (e sono spiegabili dal fenomeno di adattamento fisiologico dell'organismo al farmaco). Per cui, è anche da valutare (assieme con il Suo psichiatra, non da sola) dei quali fenomeni si tratta quando cerca di ridurre la dose. Quando si decide di sospendere un farmaco come il citalopram, va fatto il programma a scalare per evitare i sintomi da sospensione (non lo si decide da soli, ma solo con lo specialista).

L'associazione fra il citalopram e l'eutirox richiede un certo monitoraggio clinico, (perché questi due categorie dei farmaci possono potenziare reciprocamente loro effetti), ma è possibile. Bisogna tenere conto che quello che interagisce con il citalopram non è l'eutirox, ma il bilancio complessivo degli ormoni tiroidei (prodotti dall'organiso e assunti dall'esterno, cui indici sono i "famosi" livelli degli ormoni tiroidei e del TSH nel sangue), dei quali l'eutirox (levotiroxina) rappresenta solo una parte. In particolare, nell'ipotesi di ipofunzionamento della tiroide, l'aggiunta dell'eutirox (che possa equilibrare i livelli degli ormoni tiroidei) non dovrebbe dar luogo alle interazioni negative con il citalopram, mentre tali interazioni possono aver maggiormente luogo nel caso nel quale la dose dell'eutirox è eccessiva e porta allo squilibrio dei livelli ormonali (cui monitoraggio va fatto comunque).

Comunque, il quesito dell'interazione è una buona occasione per fare un punto della situazione e di valutare per bene anche la diagnosi per la quale è stato prescritto il citalopram e la necessità di terapia con tale farmaco. E su questo punto il collega che Le ha risposto prima aveva ragione.

Dr. Alex Aleksey Gukov

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottore, innanzitutto la ringrazio per aver sprecato un po’ di parole per spiegarmi ciò che il suo collega, seppur con ragione a detta sua, aveva dato per scontate, I medici, per quanto competenti ,a volte dimenticano di avere davanti dei pazienti angosciati dalla propria situazione che non hanno laurea in medicina e che non possono capire con poche parole quello che per i medici appunto è ovvio.
Veniamo alla questione diagnosi. Anche io non sono rassegnata alla diagnosi di fibromialgia che mi è stato spiegato più volte trattarsi di una sindrome e non di una malattia, sindrome peraltro che riporta una quantità enorme di sintomi riscontrabili anche in tutti i pazienti affetti dalla malformazione di Arnold Chiari, per cui anche qui ci sarebbe da aprire una parentesi enorme. Dei tre neurologi che mi hanno visitata il primo si è rifiutato in malo modo di darmi una qualsiasi spiegazione in merito alla diagnosi e alla cura proposta, gli altri due si sono rivelati estremamente gentili e disponibili ed entrambi dopo aver visto cartella clinica dell’operazione di decompressione, aver ascoltato la mia sintomatologia ed avermi fatto i soliti test neurologici mi hanno dato la cura a base di magnesio, calcio e citalopram, nei casi di fibromialgia pare che farmaci di questo tipo aiutino in quanto ricaptatori della serotonina. Il secondo mi ha visitata l’estate scorsa suggerendomi di calare di una goccia al mese il citalopram fino a toglierlo, purtroppo , non so se per un caso (perchè tendenzialmente ho un andamento altalenante alternando periodi migliori a peggiori) o per il calo del farmaco ho avuto un peggioramento e l’ho riportato subito alle 6 gocce al giorno. In effetti dei neurologi che mi hanno vista nessuno è andato oltre al sospetto della fibromialgia, nessuno mi ha fatto fare ulteriori accertamenti o mi ha dato delle risposte...sinceramente ,dopo anni di rimbalzi da un medico ad un altro, non appena ho trovato un minimo di equilibrio precario, senza voli ma senza affossamenti eccessivi, ho tirato a vivere la mia vita pensando meno alla mia “malattia” e continuando a fare più o meno le cose che ho avuto la sensazione mi stabilizzassero. Tutto questo fino all’altro mese in cui si è ripresentato il problema tiroide ed il dubbio di prendere o meno eutirox. Questa situazione mi ha messo in crisi perchè il timore di un’alterazione di questo seppur minimo equilibrio raggiunto mi spaventa.
Faccio un passo indietro riferito maggiormente alla psichiatria che è la sua specializzazione. Quando la psichiatra mi dette il citalopram per i sospetti attacchi di panico ancora non sapevo di avere la malformazione di arnold chiari e al di là di un colloquio conoscitivo non mi fece fare altri accertamenti prima di darmi la cura. Sta di fatto che attacchi forti prendendo citalopram non mi sono venuti nè prima nè dopo l’operazione.
La sensazione purtroppo è che in questi casi manchi una visione d’insieme, non ho trovato nessuno specialista in grado di collegare le cose fra di loro ed avere una visione ampia delle cose. Il neurochirurgo stesso che mi ha operata mi ha detto chiaramente che quello che era in suo potere lo aveva fatto mediante l’operazione e che il resto dei sintomi potevano essere afferiti ad una serie di altre cause più di competenza del neurologo. Ogni anno faccio una risonanza magnetica di controllo ma nessun esame sulla circolazione del liquor.
Tornando alla tiroide il mio endocrinologo non mi ha dato grosse spiegazioni in merito all’origine dei miei noduli, oltre a quello grande che mi ha dato dolore per una settimana ne ho anche altri più piccoli (non so se può essere relazionabile ma ho anche il seno fibroso e pieno di piccole cisti) ma non mi ha esposto tutte le varie opzioni di cui lei mi ha scritto. Mia madre ha pure molti nodulini alla tiroide, non so se può esistere un’ereditarietà in questo...La decisione del medico di darmi eutirox è stata come ha detto lui “una prova”, mettendo a riposo la tiroide c’è una speranza che il nodulo non continui a crescere e forse così evito l’operazione mediante la quale mi toglierebbero la tiroide per intero. Le mie analisi degli ormoni tiroidei sono sempre state finora nei valori della norma. L’endocrinologo è stato informato della supposta sindrome fibromialgica e della malformazione e dell’operazione subita ma non mi è sembrato che abbia visto correlazioni possibili, lo ha preso come un dato e stop. Sinceramente a questo punto non so se prima di prendere eutirox sia conveniente che senta il parere anche di un altro endocrinologo, magari a Pisa, dove so che sono all’avanguardia.
Per quanto riguarda la situazione psichica ho sempre avuto bisogno di un sostegno, sono attualmente in trattamento psicoterapeutico, ed ho fatto vari percorsi sempre di psicoterapia in varie fasi della mia vita perchè ne ho sentito necessità. In quanto allo psichiatra al momento non ho nessuno che mi segua, sinceramente lei mi da molta fiducia efarei volentieri una visita ma c’è il problema della lontananza, ho problemi ad allontanarmi da casa e a fare viaggi soprattutto in autostrada, durante i quali tra ansia da viaggio e movimento dell’auto, è più facile che mi si scatenino i miei attacchi...nell’ultimo anno e mezzo mi sono spostata al massimo di una trentina di chilometri e mai in autostrada.
Una cosa è certa, devo fare il punto della situazione ma sinceramente non so a chi rivolgermi, è per questo che ho scritto qui. Avrei bisogno di un medico che abbia una visione di insieme psichiatrica-neurologica-endocrinologica oppure di trovare un’equipe di medici validi che vogliano collaborare, lei sa darmi qualche consiglio? Conosce vicino a me (io abito in provincia di Pistoia) un neurologo di fiducia o uno psichiatra? Lei visita soltanto a Genova e Torino?
La ringrazio infinitamente per la sua disponibilità e per le ampie spiegazioni fornitemi.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
come ho scritto prima, non escludo che faccia parte del quadro anche un disturbo psichico. Non escludo neanche che possa trattarsi del Disturbo da Attacchi di Panico, benché avrei le mie perplessità e cercherei di capirlo meglio. In ogni modo, sono d'accordo che è importante trovare uno psichiatra.

Su questo forum o anche sulle pagine del blog di Medicitalia (che sono pubblici) il regolamento del sito non permette di dare i riferimenti dei singoli specialisti. Su questo sito abbiamo comunque gli elenchi degli specialisti a secondo della specialità e a secondo della città, e, consultando la scheda, gli articoli ed i consulti di loro, è possibile farsi un'idea dello spettro dell'attività e delle competenze. In alcune schede, oltre alle località dove lo specialista riceve, sono reperibili anche i recapiti, e dalla scheda dello specialista si può inviare anche i messaggi privati.

Comunque, se Lei vuole trovare un'équipe dei medici, penso che è un approccio corretto al Suo problema, e penso che più facilmente lo trova nell'ambito degli ambulatori di un centro ospedalero-ambulatoriale universitario più vicino, dove può rivolgersi alla Clinica Psichiatrica Universitaria. In tali ambienti, nel caso di comorbilità, praticamente di regola si dovrebbe lavorare a contatto con gli altri specialisti (interni o esterni a tali centri, compresi quelli specialisti che La seguono già).
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Utente
Utente
La ringrazio molto, seguirò i suoi consigli quanto prima.
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