Depressione di un amico, come aiutarlo?

Buonasera,
vi scrivo non per parlarvi di me ma di un amico. Si tratta di una persona che conosco da molti anni, con cui condivido un appartamento in una città universitaria dove studiamo entrambi. Da qualche tempo è molto depresso e ha fatto più volte riferimenti alla possibilità di togliersi la vita. Passa tutta la settimana in camera sua dove dorme o sta davanti al computer. La sua famiglia (i genitori, è figlio unico) si è resa conto che sta male ma non so fino a che punto, perché studiando fuori città lo vedono solo nel fine settimana. Nel nostro appartamento (e mi sembra che anche il suo gruppo di amicizie abbia fatto lo stesso) abbiamo più volte cercato di sostenerlo e abbiamo provato a convincerlo a rivolgersi a qualcuno, cosa che ha sempre rifiutato (anche quando stava meglio di così: non è troppo convinto che psicologi e psichiatri lo possano aiutare).
Ultimamente mi sta preoccupando, e in particolare in questi ultimi tempi credo che stia passando dal fantasticare sul suicidio al pianificarlo. Noi intendiamo parlargli, cercare di sostenerlo e fare quello che possiamo per evitare che si faccia del male.
Tuttavia chiedo a voi, quale sarebbe il modo più adatto di procedere? A chi potremmo convincerlo a rivolgersi? Se la situazione dovesse peggiorare ancora e ci fossero dei seri rischi, cosa dovremmo fare?
Vi ringrazio
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Gentile utente,
mi sembra che già attualmente ci siano gravi rischi, se avete il sospetto che stia pianificando il suicidio. Parlare e "sostenere" una persona gravemente depressa non serve a un bel niente. Ha bisogno di protezione e di cure farmacologiche.
Le consiglio di parlare chiaramente ai familiari, esponendo i fatti. E' opportuno anche avvisare al più presto il servizio di salute mentale dell'ASL. Se c'è un rischio concreto per la vita il paziente viene visitato anche se non vuole. Se aspettate che decida lui può finire molto male.

Franca Scapellato

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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
con i limiti di un consulto via internet (a distanza, senza conoscere e senza aver mai visto la persona),
non escludo che il Suo amico possa rifiutare di chiedere aiuto agli specialisti, perché significherebbe fare la parte del malato, invece, avendo le vostre assistenza e attenzione, non è un malato, ma, anzi, al centro di attenzione dei suoi coetanei. Non escludo che potrebbe trattarsi di una persona con autostima suscettibile, fragile. Benché lui stesso lo "invita" e "provoca", i discorsi sul tema di lui "malato" e che "deve farsi vedere" forse lo pone davanti ad un dilema; ma il dar luogo a tali discorsi può essere anche un modo morboso per attrarre l'attenzione. Qualsiasi cosa sia, si tratta dei "giochi" pericolosi, dove lui impone pure le sue regole, alle quali non bisogna dare retta.

Sono d'accordo con la collega che non bisogna aspettare.

D'accordo che è necessario mettere al corrente la famiglia di lui, se disponete dei loro recapiti.

Se la situazione è critica, si potrebbe anche saltare le "fasi preparative" precedentemente descritte e chiamare direttamente la Guardia Medica chiedendo una visita a domicilio, magari quando c'è anche lui. In questa maniera potrete parlare dal vivo con un medico e lui potrà valutare la situazione sul posto obbiettivamente. Potete dire che lo avete chiamato per voi, perché siete preoccupati voi per lui (ed è una verità). Magari il Suo amico avrà anche la gentilezza di voler parlare col medico della Guardia Medica, perché in fondo, è un ospite in casa, invitato, anche se non da lui, comunque da voi. Il medico della Guardia Medica non è uno specialista psichiatra, né psicologo, ma è comunque un medico, e dovrebbe saper capire il problema e di dare le indicazioni corrette. Da un certo punto di vista, non essere uno psichiatra potrebbe essere anche un vantaggio di fronte al Suo amico. Se il Suo amico sarà scontento di tale visita, questo scontento è forse un danno minore rispetto ad altre possibilità.

Dr. Alex Aleksey Gukov