Depressione ansiosa

Gentile Dottore,

sono un uomo di 39 anni. Dodici anni fa ho cominciato a soffrire di ansia a sfondo depressivo manifestatasi con attacchi di panico per lo più alla guida dell'auto (in particolr modo sotto le gallerie) e durante lo svolgimento dell'attività lavorativa. Lo specialista pschiatra all'epoca consultato, mi ha somministrato Paroxetina 20 mg. (1 compressa e 1/2 al dì) e Xanax 0,25 (1 compressa la sera) oltre, ovviamnete, a sedute di psicoterapia (con tecnica analitica) durate per più di un quinquiennio.
Causa la morte del suddetto specialista, mi sono visto costretto a consultare un altro psichiatra. Il nuovo pschiatra da me consultato, tra l'altro ordinario di Psichiatria e Psicologia Clinica all'Università Federico II° di Napoli, ha "bocciato" la precedente tecnica di psicoterapia analitica adottata dal suo collega, in quanto sorpassata, sottoponendomi a sedute di psicoterapia reattiva; per di più ,ha ritenuto non adatta la terapia farmacologica basata su un ricaptatore di serotonina, sostituendolo con Cymbalta 60 mg (al giorno) e Tavor oro all'occorrenza.
Pur con non poche difficoltà, a distanza di mesi, sono riuscito a non assumere benzodiazepine rimanendo "in quota" unicamente col Cymbalta.
Ironia della sorte qualche settimana fa causa l'impossibilità a reperire in farmacia il Cymbalta (o duloxetina generica), l'attuale psichiatra, si è visto costretto a sostituire tale farmaco adottando Zarelis 37,5 mg. (1 compressa al mattino e 1 al pranzo)
Al che la mia domanda nasce spontanea. lo Zarelis è comunque un ricaptatore di serotonina ?? La Vevlafaxina agisce chimicamente come la Paroxetina ????
Perchè lo pschiatra è ritornato alla vecchia terapia adottata dal precedente collega ?? Riuscirò mai a vivere senza assumere antidepressivi ???
La ringrazia per la disponibilità e la saluto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

In effetti l'analisi non corrisponde ad una terapia in termini scientifici, anche se è una pratica diffusa. Più che sorpassata non ha mai avuto affermazione in quei termini. Per quanto riguarda la cura, in definitiva si tratta di un altro antidepressivo con indicazioni simili, per cui non vedo nessuno stravolgimento.

La cosa più "vicina" a duloxetina è in effetti la venlafaxina, strano che non si trovi né cymbalta né xeristar che sono le due marche di duloxetina. Pertanto non è un ritorno alla paroxetina, se mai la cosa più vicina alla duloxetina che c'è sul mercato.

Vivere senza assumere antidepressivi è possibile, il problema sta nel capire a cosa le servono e nel gestirli di conseguenza, come farebbe con un qualsiasi farmaco preventivo e curativo (cuore, pressione, diabete). Non ha senso stabilire che la cosa migliore sarebbe non prenderli e poi chiedersi se, come e quando ci si riuscirà.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini