Irritazione e scatti d'ira

Gentili medici, desidero chiedere aiuto per mio padre. Nel 1994 gli è stato asportato una massa tumorale benigna parietale sinistra, situata tra la corteccia ed il cervello. In seguito a fisioterapia mantiene difficolta prensili e deambulatori agli arti superiore ed inferiore lato destro. Dopo l'intervento è stato necessario il ricovero in casa di cura per comparsa di attegiamenti violenti sia nei confronti di familiari che degli infermieri e medici della clinica. Gli sono stati somministrati i medicinali del caso. Gli scatti violenti iniziali sono cessati, ma mio padre mantiene due tipologie di atteggiamenti: la prima, accentuazione di quegli aspetti caratteriali già suoi, ma amplificati (es. protagonismo eccessivo, intolleranza a tutte le ingiustizie con desiderio di risolvere le questioni più assurde, quasi non si adattasse a questo tipo di mondo e di vita); la seconda, che mi preoccupa di più, sono scatti d'ira con tono della voce altissimo, sembra quasi un invasato, non si riesce a calmarlo in nessun modo, anzi se gli si chiede il perché di quella reazione, aumenta lo stato di agitazione. Lasciandolo stare, invece, si ritira e quasi sempre si adagia sul divano o sul letto e si addormenta. Sembra quasi un'altra persona. Dopo gli scatti, nessun accenno a quanto accaduto. Ho notato che gli scatti si verificano soprattutto quando viene contraddetto, quando, per esempio, cade un oggetto e fa rumore (come nell'ultimo caso, mia figlia ha fatto cadere un coperchio di pentola, ha incominciato ad urlare dicendo "e ora basta" come un invasato, sbattendo i pugni sul tavolo e subito dopo alzandosi di scatto, conmtinuando a dire "basta, basta", sembrava un pazzo, è diventato rosso fuoco, e tutto ciò senza che prima vi fosse stato alcunché, era una situazione di calma, si stava a tavola a cenare). Non capisco il perché di questi comportamenti che durano, dopo l'intervento, da diversi anni. Gli ho più volte detto di rivolgersi ad un professionista, mi ha detto di averlo fatto ed il professionista (psicologo) gli ha detto che sta benissimo. Ho i miei dubbi che lo abbia fatto, visto che durante gli attacchi sembra quasi di vedere una persona diversa. Dico questo perché l'unico fratello di mio padre, ora deceduto e più giovane di lui di un anno, soffriva di schizzofrenia bipolare. L'ho saputo solo qualche anno prima della sua morte (2004). In pratica mio zio, nelle fasi normali, era una persona formidabile, discreta, timida, buonissima ed affettuosa. Durante le crisi, invece, diventava eccessivamente eccentrico, soprattutto nel vestire, quindi nell'aspetto, era l'opposto della timidezza, usava linguaggi turpi anche nei nostri confronti con i quali, invece, quando era calmo, era il miglior zio del mondo. Temo che mio padre possa spoffrire di qualcosa di simile e vorrei scoprirlo per poterlo curare adeguatamente, visto che vive solo con mia madre e sono preoccupato che possa diventare violento come è già successo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Essendoci stato un problema neurologico, questo può aver determinato fenomeni di accentuazione dei tratti caratteriali e comparsa di maggiore impulsività. Se davvero durante questi episodi non residua memoria, possono avere un carattere "automatico", dopo un innesco banale, un rumore forte, un urto, un battibecco etc.
Il disturbo bipolare (schizzofrenia bipolare non esiste come diagnosi, o schizofrenia o disturbo bipolare) è tipicamente familiare, con espressioni variabili da membro a membro della stessa famiglia.
Esistono comunque forme note come "tipo 5" in cui il disturbo si manifesta associato o soltanto dopo un problema neurologico diverso (ictus, tumore etc).

Di solito si riesce a controllare la componente impulsiva-aggressiva con terapie antibipolari anche classiche, quindi val la pena di proporgli una visita psichiatrica.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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