Sintomi da cambio cura per ansia e dap.

Buonasera dottori.
Dall'inizio della scorsa settimana, lo specialista mi ha cambiato la terapia farmacologica, poiché la vecchia non stava dando buoni risultati. Sono passato dal prendere 30 mg/giorno (su due fasi, 10 mg la mattina e 20 mg dopo pranzo) di paroxetina a 50 mg/giorno di sertralina (in unica soluzione la mattina). Inoltre, sono passato dai 6-7,5 mg/giorno (su più "fasi" del giorno, tramite compresse da 1,5 mg l'una) di bromazepam a 10 mg/giorno di prazepam (in unica soluzione, la mattina).
Dallo scorso weekend ho iniziato ad avere dei sintomi, dei fastidi, già provati in fase di diminuzione di altro SSRI. Si tratta di fastidi quali sensazione di perdita di equilibrio, vertigini, sensazioni di capogiro (non un vero e proprio giramento di testa), fastidi che non ritengo gravi, avendoli già provati, ma alquanto sgradevoli.
Lo specialista, informato di ciò, sostiene che questi sintomi siano da addebitarsi ad "astinenza" da bromazepam (che prendevo da dicembre a queste dosi) e, anche prendendo un altra benzodiazepina, la dose è minore se paragonata all'altra molecola, e che comunque sono sintomi passeggeri e di breve durata.
Io, invece, nella mia ignoranza in materia, sostengo che questi sintomi siano da addebitarsi al cambio SSRI, in particolare nella posologia che sto prendendo del nuovo farmaco (la sertralina) confrontata al vecchio farmaco (la paroxetina).
Ovviamente, non cerco di sostituire la terapia di testa mia, oppure le dosi della stessa, lungi da me il farlo, solamente vorrei sapere se vi trovate d'accordo con questa conclusione, ovvero che siano sintomi da cambio benzodiazepina (sintomi da "assuefazione ed astinenza" dalla vecchia), oppure se secondo voi si tratta di sintomi dati dal cambio SSRI (sintomi come se assumessi una dose inferiore).
Tutto questo non sostituirà la visita dal mio curante, che avverrà giovedì.
Infine, segnalo che con la "nuova" benzodiazepina (prazepam) non sento il bisogno di assumere più compresse durante il giorno, cosa che invece accadeva con la vecchia (il bromazepam). In pratica mi è sufficiente una sola compressa al mattino per tenere a bada l'ansia (è per questo che, sempre nella mia ignoranza, non addebito questi sintomi a questo farmaco ma bensì all'SSRI).
Ringrazio per l'attenzione e per i pareri che vorrete darmi.
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Probabilmente ha ragione Lei (IMHO) ma anche le benzodiazepine possono concorrere al quadro. Si tratta comunque di sintomi passeggeri che sono comuni al cambiamento di terapia. Paroxetiina (e fluvoxamina) ha un'emivita breve e non di rado sintomi da sospensione evidenti

Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la Sua gentile e celere risposta, Dr. Savino.
Sempre secondo la Sua opinione, si tratta di sintomi maggiormente legati al cambio della molecola o legati alla minor dose di farmaco (la faccio proprio semplicistica) nel senso che non si "pareggiano" le dosi del farmaco lasciato col farmaco nuovo (nel mio caso, 30 mg di paroxetina pareggerebbero 75 mg di sertralina e non 50 mg)?
Mi scuso se faccio il ragionamento del bimbo di prima elementare, è che mi viene molto più semplice capire!
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Indubbiamente si può considerare la dose di Sertralina relativamente più bassa di quella di paroxetina (30mg paroxetina andrebbero teoricamente paragonati a 150 mg di sertralina) ma, al contrario delle benzodiazepine (che, davvero identiche nel meccanismo d'azione, hanno delle "dosi equivalenti") gli SSRI non sono così sovrapponibili come si pensa. Detto questo, la sospensione della paroxetina non è necessariamente SUBITO "coperta" dal nuovo SSRI. In quest'ottica qualche giorno di sintomi fastidiosi è possibile anche nel passaggio tra due SSRI

cordialità

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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
PS non è assolutamente un ragionamento "infantile", anzi, è un quesito interessante
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dopo
Utente
Utente
Perfetto, Dr. Savino. Molte grazie, è stato molto gentile e chiaro nel farmi capire anche la questione delle dosi equivalenti.
Le chiedo un'altra cosa, che nulla c'entra con questa richiesta, forse dovrei aprire un altro topic: a livello di deontologia medica, lo specialista "deve - può - non deve" comunicare al datore di lavoro del paziente delle notizie in merito alla terapia che si segue?
Intendo dire, in base al tipo di mestiere che uno fa, il curante ha degli obblighi o delle facoltà nel comunicare delle notizie al datore di lavoro (mi viene in mente, ad esempio, l'autista di un bus che trasporta persone e che prende determinati farmaci).
Se dovessi aprire un nuovo topic, mi scuso sin d'ora e non esiti a dirmelo.
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Vero, in sé il medico non autorizzato dal paziente stesso è tenuto al segreto professionale (salvo che non intervenga l'autorità giudiziaria con specifica richiesta, se non vado errato). Il medico non può quindi comunicare al datore di lavoro né la terapia, né la diagnosi.
Altra situazione è trovarsi in una situazione di oggettivo grave pericolo per terzi, se un paziente è instabile ed assume una terapia sicuramente pericolosa per la guida pur continuando a guidare l'autobus il medico, dopo aver cercato di convincere il pz. ad astenersi da tale attività e non aver ottenuto la collaborazione del pz stesso, può-deve avvisare le autorità.

Non prenda però per oro colato le mie parole, apra piuttosto un topic e i Colleghi esperti di Medicina Legale potranno meglio di me informarla correttamente

dal codice deontologico del medico:
Art. 34
- Informazione a terzi -
L'informazione a terzi presuppone il consenso esplicitamente espresso dal paziente, fatto salvo quanto previsto all’art. 10 e all’art. 12, allorché sia in grave pericolo la salute o la vita del soggetto stesso o di altri.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Grazie anche per queste informazioni, che non mancherò di approfondire con i Suoi colleghi di Medicina Legale.
Dr. Savino è stato un piacere, e la ringrazio ancora una volta. Le auguro buon lavoro e buona serata.
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Un piacere anche per me, buona serata a Lei

[#9]
dopo
Utente
Utente
Dr. Savino, la ritrovo anche in questo consulto e, come ho gia' scritto, alla fine mi sono rivolto ad un altro psichiatra. Mi ha gia' cambiato la molecola, anche perche' sono al 30° giorno di sertralina a 50mg e ancora niente. Ha ritenuto opportuno fare uno "switch" diretto, come e' successo tra la paroxetina e la sertralina, e passero' a cipralex, inizialmente a 5mg per poi, presumo, aumentare pian piano la dose, senza quindi provare ad aumentare la sertralina ad una dose maggiore.
In questa fase, che ha ritenuto "acuta", non parlera' di psicoterapia. Dice che prima dobbiamo sistemare la situazione a livello farmacologico, in un secondo momento faremo anche quella.
Per l'ansiolitico, mi ha detto di proseguire con prazepam 10 mg la mattina, ma aggiungendomi anche 0,25 di alprazolam x 2 (pomeriggio e sera).
Spero che tutto andra' per il meglio.
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