Prognosi dopo aggravamento di depressione.ansiosa resistente

Salve, sono un uomo di 51 anni e soffro di uno stato ansioso-depressivo esordito insieme ad un marcato acufene centrale bilaterale dall’età di 23. Pertanto ho dovuto abbandonare gli studi universitari perché la malattia che m’impediva di concentrarmi e mi aveva causato un sensibile calo delle prestazioni intellettuali, e dopo un anno vista la persistenza del disturbo ho iniziato a lavorare come informatore farmaceutico, attività che dato il mio stato ho retto con grande fatica psico fisica.Per nove anni ho usato solo BZD a basse dosi. Il sintomo prevalente, da me riferito a tutti gli psichiatri era ed è quello di una “facile esauribilità”, che si traduce in disabilità,un tempo facilmente recuperabile, adesso dopo 26 anni molto difficilmente in più la presenza una quota ansiosa facilmente elevabile davanti alle situazioni stressogene.Inoltre fin dall’esordio la patologia ha comportato la presenza di un persistente acufene bilaterale che lungi dall’essere una percezione soggettiva è nel mio caso una vera somatizzazione, data la sua perfetta proporzionalità del “rumore”in funzione dello stato ansioso e/o stress. Devo sottolineare che gli anni di vita “in frenata” non hanno influito sul desiderio di intraprendere, progettare. Ho cominciato dopo nove anni dall’esordio ad assumere TCA o SSRI più Depakin presso il Centro Disturbi Depressivi di Pisa in base ad una diagnosi generica di “depressione”.Con gli antidepressivi le uniche differenze le ho notate all’epoca sulla “prostrazione psico fisica” più con i TCA che con i SSRI, eccetto la venlafaxina. Col tempo il disturbo è peggiorato per precarietà lavorativa e nel 2012 si aggravato con uno forte stato di GAD.A giugno 2012 a Pisa e mi è stata aumentata la terapia che sostanzialmente seguivo dal 2008: Depakin CHRONO 500 x 3, Efexor RP 150 x 1.In effetti l’ansia si è ridotta notevolmente per il Depakin pur persistendo un marcato “esaurimento”.Nel marzo 2013 decisi di ricoverarmi presso il Centro Riabilitazione Disturbi dell’Umore del S.Raffaele. Il ricovero mi ha un po’ giovato per il distacco dall’ambiente familiare e dai problemi.La cura è rimasta la stessa (Depakin/ Efexor portato a 300 mg algiorno) e sono stato dimesso dopo un mese con diagnosi di Depressione NAS. Mi sono ripreso molto parzialmente e pur svolgendo attività ridotta risento di stress esterni a cui sono sensibilissimo,e ho avuto 2 peggioramenti con conseguenti stop totali: a ottobre 2013 e a maggio 2014,in seguito al quale sono tutt’ora fermo.La mia domanda verte su un punto:io lotto per migliorare la mia condizione,conscio che non esiste una remissione completa ma mi chiedo se l’episodio di fortissimo stress prolungato avuto nel 2012,visto il persistere della facile esauribilità, non abbia in qualche modo lasciato delle “cicatrici biologiche” irrimediabili oppure con il tempo cure più mirate e riduzione dello stress posso sperare in un miglioramento e tornare ad un quadro sintomatologico più accettabile di 3-4 anni fa.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 996 63
Non è possibile considerare i singoli episodi come responsabili di un peggioramento persistente.

È probabile che le oscillazioni umorali siano da ricollegare ad un compenso parziale dalla terapia farmacologica.

La terapia andrebbe rivista sulla base degli ultimi episodi.

Eventualmente potrebbe essere considerato un supporto psicoterapeutico.

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dopo
Utente
Utente
Quindi al di là degli episodi di maggiore "esaurimento" - uso volutamente il termine anche se caduto in disuso perchè corrisponde meglio al mio stato, che non un ideazione pessimistica con mancanza di interessi che invece al contrario di altre forme depressive non mi appartiene - la forma di esaurimento persistente che si è aggravata in questi ultimi anni, devo considerarla irrimediabile, anche se adesso i fattori stressanti esterni sono diminuiti? Perchè se è così devo prendere atto di essere un disabile.

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 996 63
Veramente ho affermato l'esatto contrario.

La variazione farmacologica ricevuta per ultima ha portato comunque ad una maggiore presenza di episodi di tipo depressivo.

Quindi, andrebbe rivalutata sulla base di questo elemento.

Il fatto che tendenzialmente possa avere un atteggiamento depressivo anche in condizioni non stressanti poteva essere motivo di poter considerare un trattamento combinato che, a quanto scrive, non è stato preso in considerazione negli anni passati.

La possibilità di poter ricevere ulteriori miglioramenti è dipendente dai controlli periodici che può effettuare anche nei periodi di benessere o relativo benessere.
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dopo
Utente
Utente
Adesso mi è più chiaro il quadro complessivo da Lei prospettato e conforta un mio sentore, che la terapia massiccia che ormai seguo da molto tempo e rafforzata durante il ricovero con l'aumento della venlafaxina a 300 mg (e quindi da 1 anno e 4 mesi), abbia un notevole ruolo nella maggior presenza di episodi depressivi.
Ed è anche vero che anche in passato, sebbene con terapie diverse per antidepressivi (SSRI) e senza stabilizzatore, non c'è stata variazione terapeutica nei periodi di relativo benessere, in parte ammetto per minore aderenza da parte mia alla periodicità dei controlli. E' stato chiarissimo, Dottore, La ringrazio. Solo un ultimo parere: Lei pensa che, dopo 6 - 7 anni di stress da precarietà lavorativa, le premesse di una maggiore stabilità (nonostante le energie psico-fisiche attuali al contrario siano deficitarie), riducendo molto una forte spina irritativa emotiva, possano avere un ruolo nella riduzione sintomatologica a medio-lungo termine, oltre alla terapia? La ringrazio ancora per la celerità e l'esaustività della Sua risposta.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 996 63
Il problema che lei attribuisce ad una unica spina irritativa emotiva non è l'unico problema che può avere nella vita.

Probabilmente ha un atteggiamento di un certo tipo verso tutte le possibili spine irritative, oggi la identifica in una singola, nel futuro potrebbe creare uno spostamento su un'altra spina irritativa e ricominciare il circolo vizioso.

Fondamentalmente deve cambiare il suo atteggiamento verso i fattori stressanti.
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dopo
Utente
Utente
In effetti fin dall'adolescenza, e quindi anche in fase pre-morbosa, ho avuto la tendenza all'amplificazione di particolari problematiche esistenziali, oltre ad un atteggiamento ipocondriaco e dismorfofobico, con conseguente ruminazione su questi aspetti. In gran parte, da ciò che ho potuto comprendere, si tratta di atteggiamenti inconsapevolmente acquisiti nell'ambiente familiare, oltre che una predisposizione ereditaria di origine paterna.Per questo concordo con Lei che le cause irritative, così com'è stato nel passato, si amplificano notevolmente, con conseguenze patologiche, essenzialmente a causa del mio atteggiamento sbagliato nei confronti dei fattori stressanti. Dopo la revisione della terapia farmacologica intendo procedere con un approccio psicoterapico. Ho sentito però pareri discordanti sull'indicazione delle varie psicoterapie adatte a casi come il mio. Potrebbe darmi un Suo parere? Approfitto della Sua esaustività per chiederle anche se l'assunzione di Depakin ad alto dosaggio da diversi anni può causare danni all'udito, dato che tale evenienza è riportata come comune nel foglietto illustrativo, e ne sono preoccupato in quanto anni fa sono stato sottoposto ad intervento chirurgico per otosclerosi bilaterale e non ho recuperato del tutto le frequenze perse a causa della patologia. La ringrazio ancora.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 996 63
Una indicazione ad un trattamento psicoterapeutico deve valutare sia la diagnosi che le caratteristiche del paziente a poter praticare un trattamento di questo tipo, non vi è la sola indicazione o controindicazione per la diagnosi.

Per ciò che attiene all'uso del depakin gli effetti sono considerati reversibili in ogni caso e comunque si dovrebbe associare un problema vestibolare qualora si dovesse presentare.

Generalmente un effetto collaterale non è detto che possa presentarsi sebbene indicato come comune.
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dopo
Utente
Utente
Dottor Ruggiero, La ringrazio davvero molto per avermi dato dei punti di riferimento per la revisione del mio approccio globale alla malattia che per la sua pervasività negli stati cronici tende a far perdere l'orientamento più giusto per combatterla. La ringrazio inoltre per avermi rassicurato sugli effetti del Depakin. Ne approfitto per sottolineare l'importanza del servizio che voi specialisti fornite attraverso il sito e che pur ovviamente non potendosi sostituire alla visita diretta,è altresì importante per responsabilizzare il paziente e fornirgli strumenti di riflessione sui problemi che affronta. Grazie ancora e buon lavoro.

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