Disturbo narcisistico di personalità

Gentili dottori,vi scrivo perchè dal 22 luglio a ieri sono stato in ricovero all'hospital day della mia zona per una modifica di terapia da entact 10 mg die a seroquel 300 mg + 400 mg di tegretol rp, ebbene durante il ricovero ho a più riprese manifestato una preoccupazione per tale terapia sia al dottore che mi ha in cura che agli infermieri, esponendo di come ho paura che tali farmaci possano stravolgere la mia personalità,il mio modus essendi et vivendi, ma soprattutto ciò che gli contesto è la diagnosi che il dottore mi ha fatto, e cioè disturbo narcisistico della personalità.Il mio dottore mi ha detto che io non ho la fiducia in lui,che contestando la terapia medico-paziente contesto la stessa professionalità del medico, che sono eccessivamente ansioso per farmaci che sono a dosaggio basso. Ciò di cui io ho sospetto è che per voi psichiatri ogni persona in quanto tale,e cioè dotata di una mente ,abbia per forza un disturbo della mente stessa e dunque si da sottoporre a farmacoterapia, sapete quante persone stanno 100 volte peggio di me,non hanno mai avuto il coraggio di andare,non dico dallo psichiatra,ma almeno dallo psicologo? sapete quanta gente al sentir parlare di psicofarmaci scappa a gambe levate?Con ciò io non contesto la autorità del medico, la sua professionalità, ma il fatto che spesso lo specialista non sa ascoltare le ovvie e naturali preoccupazioni del paziente stesso, il quale teme gli effetti collaterali di certi farmaci,teme di dovere iniziare una terapia di lunga durata per un male anche lieve.
attendo una vostra risposta,grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La terapia che assume ricorda quella per un disturbo bipolare, un disturbo narcisistico di personalità non è chiaro perché sia stato curato con un ricovero, a meno che non vi fossero stati eventi acuti.

Non ho capito la domanda: lei va da un medico, il medico le propone una cura, lei la assume. Le preoccupazioni del paziente possono esserci, ma alla fine si tratta di preoccupazioni o di contestazioni ?

Da come parla sembra che abbia qualcosa "contro" le terapie, non semplicemente dei dubbi e dei timori. Inoltre, accettando i suoi timori, cosa le impedisce di verificare se la cura le produce uno stato desiderabile oppure no assumendola ?

Quanto al concetto di "stravolgimento della personalità" mi sembra, oltre che vago, paradossale. Lei va dal medico dicendo che ha dei problemi, il medico le dà una cura, la cura secondo Lei dovrebbe "stravolgerle la mente ?". Che senso ha ?

Non si capisce soprattutto questo, non è un dubbio o un timore su qualcosa di specifico, è come se dicesse al medico che teme che la voglia danneggiare.

"on ciò io non contesto la autorità del medico, la sua professionalità, ma il fatto che spesso lo specialista non sa ascoltare le ovvie e naturali preoccupazioni del paziente stesso,"

Beh, questo significa contestare la professionalità, magari le ha ascoltate e dopo averle ascoltate non è che debba cambiar parere.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Dott.Pacini,la ringrazio per la risposta,vede io fin da piccolo sono stato abituato al fatto che i farmaci si assumono quando necessario e per breve periodo,forse è anche tale insegnamento che mi influenza sulle mie scelte terapeutiche e che alimenta certe mie fobie verso i farmaci;per quanto riguarda il rapporto medico paziente, io non contesto la professionalità,la bravura e la esperienza di gente che come voi è stata 10 anni e più sui libri, il fatto è che la psichiatria non è una scienza esatta,è fatta di tentativi a livello farmacologico,è fatta anche di sostanze che incidono sul sistema nervoso centrale, e quello di cui ho paura io è che i farmaci possano cambiare il carattere di una persona, anche per un disturbo lieve che può essere stato scoperto casualmente nei vari colloqui psichiatrici che il paziente effettua ogni tanto.
Io,come paziente,esprimo solo i miei dubbi, le mie ansie, perchè un conto è una persona che non si fida di un chirurgo e dunque delle pinze e del bisturi,un conto è una persona che ha paura di farmaci, che oltre a produrre effetti sul snc, possano causare diabete,alterazioni del ritmo qt, cambiamenti comportamentali nel senso che le persone che ti stanno a canto non ti riconoscono più in quello che eri prima, nel senso che ti percepiscono come diverso.
Per quanto riguarda il fatto che gli psichiatri vedono in ogni persona un possibile disturbo da trattare con la chimica dei farmaci, è secondo me una cosa vera, perchè solo un 10% delle persone che ha un disturbo anche grave accetta delle cure.
Io penso, e me lo dicono in tanti, che in Italia non si possono cancellare 250 anni di psichiatria manicomiale, con 36 anni ex post lege Basaglia, e dunque se un tempo una persona mentalmente disturbata era rinchiusa in qui lager che erano i manicomi, oggi, anche per un disturbo lieve, si tende a renderla prigioniera di se stessa, con quello che secondo me è un abuso dei neurolettici atipici, e cioè la loro prescrizione off label: perchè ad una persona depressa ed ansiosa, magari con un sottofondo lievemente bipolare, si devono dare farmaci come i vari risperdal,seroquel,zypreza,abilifyecc.ecc?Ciò che posso contestare è la prescrizione off label di tali farmaci,perchè se un farmaco nasce per la schizofrenia,per la psicosi, vi è la prassi clinica di darlo anche a chi non è affatto psicotico o schizofrenico?
aspetto le vostre risposte
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
" i farmaci si assumono quando necessario e per breve periodo"

E perché per breve periodo ?

" il fatto è che la psichiatria non è una scienza esatta" Come tutta la medicina e le altre scienze

"è fatta di tentativi a livello farmacologico", sì ma non a casaccio

I rischi che menziona per i farmaci psichiatrici ci sono sicuramente anche per gli altri, anche comuni, antibiotici, antidolorifici, etc.

Mi sembra, ripeto, che rispetto alla psichiatria abbia una prevenzione a tratti paradossale, come se il cervello non dovesse essere curato se non in casi estremi e come se le medicine facessero più male che bene.
[#4]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Dott. Pacini,la ringrazio per la risposta,vede il fatto che io ho paura dei farmaci deriva da come io,in presenza di essi, non mi sento più quello di un tempo,con le stesse forze,energie,motivazioni, io sono una persona che ha un pò di amor proprio, ed il sentirmi fiacco,debole,con difficoltà a ricordare le cose mi fa stare peggio.
Secondo lei il dosaggio di 400 mg rp di tegretol e 300 mg di seroquel possono dare i sintomi sopra esposti?sono dosaggi alti?servono a trattare le due diagnosi che mi hanno fatto,ossia disturbo bipolare non specificato e disturbo narcisistico di personalità?
Vede io non ho una prevenzione paradossale nei confronti della psichiatria,perchè un medico,in qualunque specializzazione,è visto dalla gente come il baluardo della tutela della vita e della salute,dunque come una figura positiva, quello che contesto è l'uso smodato di certi psicofarmaci,i quali sono prescritti anche a bambini di 6-8 anni, la cui mente e persona è in corso di piena formazione, e poi perchè solo in cura psichiatrica sorgono concetti come suicidio,suicidialità,visione distorta del mondo?
I farmaci sono uno strumento esogeno,esterno ed estremo, e ci hanno aiutato a vincere la selezione naturale,dunque non li vedo in modo negativo, ma nel settore della salute della mente, l'uso di antidepressivi,benzodiazepinici può creare dipendenza, e stravolgimento della persona che li assume, sa quante volte ho tentato da solo di sospenderli gradualmente perchè non mi percepivo più la persona di prima?
Quanto alla mia idea ,è che se una persona,anche per un disturbo lieve,va in cura psichiatrica,rischia di entrare in un circuito da dove uscire è difficile,perchè spesso alcune persone devono assumere certe sostanze psicoattive a vita.Per me, e non se la prenda, entrare in cura psichiatrica è come entrare in una setta, dato che i punti di riferimento del paziente diventano lo psichiatra ed i suoi farmaci,in un circolo vizioso da cui è difficile uscire.
Risponda alla domanda che le ho posto, secondo lei, in Italia 35 anni di legge Basaglia sono riusciti a cancellare 250 anni di psichiatria manicomiale?
Secondo lei, se si desse retta al DSM4tr, LA VOSTRA BIBBIA,quante persone a questo mondo dovrebbero essere curate,sottoposte a farmacoterapia?quanto farmaco -controllo sociale vi sarebbe?
Io,voi,psichiatri,come tutti i medici,vi rispetto,vi ammiro, ma sono preoccupato della facilità estrema con cui si prescrivono i farmaci, in particolar modo i neurolettici atipici, i quali dovrebbero essere la estrema ratio di un trattamento,in quanto si tocca l'anima di una persona
Mi risponda pure,saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"quello che contesto è l'uso smodato di certi psicofarmaci,i quali sono prescritti anche a bambini di 6-8 anni"

Appunto, questo è un pregiudizio, a meno che non pensi che i bambinid i 6-8 anni debbano soffrire senza essere curati o che disturbi destinati a prendere una certa piega debbano aggravarsi senza cura per poi essere curati a 18 quando sono già gravi e complicati.

"se si desse retta al DSM4tr, LA VOSTRA BIBBIA,quante persone a questo mondo dovrebbero essere curate,sottoposte a farmacoterapia?"

Non è la nostra bibbia, è un manuale di classificazione provvisoria, definisce abbastanza bene le sindromi mentre gli estremi di un trattamento dipendono dal concetto sociale di disturbo, che ad esempio noi europei viviamo in maniera diversa.

I neurolettici non toccano l'anima, che non so cosa sia, stiamo parlando di cervello e della sua espressione nelle funzioni mentali e nella rappresentazione di sé che ha una persona, che è essa stessa una funzione mentale complessa. Ma poi perché i neurolettici atipici e non tutti gli altri anche ? Inoltre, le psicosi toccano "l'anima" delle persone per prime.
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