Cura pratica del masochismo erogeno

Buon giorno. Ringrazio tutti per l'importantissimo servizio che offrite. Non mi dispiacerebbe aiutare, per quanto possibile, a portarlo avanti.
Per il momento mi limito a contribuire chiedendo un consulto su un problema che, se risolto, aiuterà anche coloro che abbiano problemi analoghi al mio. Ho 21 anni.

INTRODUZIONE: Non ho avuto incontri con uno psicanalista riguardo ciò perché ho delle capacità analitiche elevatissime condite di nozioni e perciò non ho la necessità di un punto di vista specialistico per quanto riguarda l'autoanalisi. Ciò che cerco tramite questo consulto sono univocamente soluzioni pratiche (psicofarmaci, pratiche introspettive).

QUADRO GENERALE: Mi trovo ad affrontare un blando masochismo erogeno legato soprattutto alla pornografia e a ciò che viene chiamato Femdom, ma corredato con alcuni trascorsi fisici. Esso mi risulta sconveniente perché trovo oltraggiosa la pratica, perché non sopporto che il mio istinto possa spingermi alla sottomissione e all'apprezzamento di danni fisici. Siccome sto cercando di praticare la castità, il mio masochismo è sconveniente anche perché è alla radice del violento ritorno del desiderio sessuale in molti momenti e quando il desiderio ritorna mi procura un'accettazione incondizionata del mio stato di Sub/Slave ad una Padrona: ciò comporta da un lato l'autosabotaggio della mia castità e da un lato l'aggravarsi dei miei desideri masochistici.

GENEALOGIA DELLA MALATTIA: I rapporti con i miei genitori sono cristallini, entrambi educatori molto severi, ma saggi e moderati, capaci di punizioni corporali, ma mai traumatiche; purtroppo mia madre ha commesso un errore sgridandomi e punendomi ogni volta che facevo la pipì a letto - ciò ha provocato un primo disturbo psicologico legato all'autorità della figura femminile e alla concezione del mio apparato uro-genitale, compreso il problema legato alla sua continenza. Non sono mai stato misogino, ma ho avuto rapporti d'odio con moltissime femmine, che ora elencherò. Le maestre della scuola materna giudicavano intollerabile la mia passione per i mostri e non mancavano mai di reprimere il mio interesse per zombie, vampiri, lupi mannari, etc. etc. Nei giochi in compagnia di mia sorella maggiore, coordinati dall'immaginario Disneyiano, avevo sempre il ruolo del cattivo (avendo giocattoli mostruosi ed avendo lei giocattoli umani) e finivo per essere sconfitto; ciò nonostante non ho mai odiato mia sorella perché ne ero complice, tuttavia più tardi, nella prima adolescenza, sono stato vittima più volte di suoi violenti e dolorosi scatti d'ira: se per un qualche motivo rispondevo all'aggressione ero spesso messo in una posizione di colpevolezza perché essendo più forte di lei ero ritenuto più "pericoloso". Imparai a sopportare le botte di mia sorella e a calmare le mie emozioni durante i suoi scatti d'ira, ovviamente covando un odio subcosciente. Alle scuole elementari ebbi soltanto maestre - continua...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Quel che propone è una situazione in cui, non è chiaro perché, cerca di sopprimere il suo desiderio sessuale, con evidente effetto di esacerbazione di questo impulso e sofferenza soggettiva.
Riguardo ai gusti sessuali, ritenere sconveniente qualcosa che rimane nel suo privato non sussiste, se invece la cosa non le sembra "giusta", ciò riguarda non necessariamente la psichiatria, ma un conflitto tra i suoi sistemi di riferimento esterni (i codici di valori da cui sceglie di dipendere o a cui far riferimento) e le sue tendenze individuali e spontanei.

La genesi (non genealogia) della malattia è una sua interpretazione che la invito ad accantonare.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Genealogia è il termine che utilizzo perché è un discorso sulla genesi, non la descrizione della genesi, con ciò si tratta di un discorso sull'origine dei miei sentimenti e non una fenomenologia del loro sviluppo.

La sua prima proposizione può essere interpretata in due sensi.
1. Che io, tentando di sopprimere il mio desiderio sessuale, abbia provocato il mio sentimento masochistico, oppure che io
2.tentando di sopprimere il mio impulso masochistico mi sia introdotto in una situazione di sofferenza esistenziale.
Nel primo caso si sbaglierebbe perché, al contrario, il desiderio di castità è subentrato cronologicamente dopo rispetto al desiderio masochiatico: ciò ci conduce direttamente al secondo caso, riguardo al quale posso dire che sia una possibilità più che concreta.

Forse è disumano, ma non scelgo di dipendere da alcun codice di valori. Il mio conflitto è fra due tendenze individuali spontanee, la prima di masochismo erogeno e la seconda di autodifesa -entrambe sono situazioni suscitate dalla fantasia, quindi da uno stato semi-allucinatorio, in quanto provo enorme trasporto ed eccitazione nell'immaginarmi schiavo di una padrona, ma anche ira, paura, sconforto e voglia di difendermi violentemente dallo stesso scenario immaginario in un altro momento-.
I momenti non sono distanti. Nella quotidianità della vita sociale il momento di eccitazione masochistica subentra improvviso con il conseguente trasporto ed è improvvisamente arrestato dall'istinto autodifensivo. Nella solitudine provvedo a soddisfarlo con la pornografia per poi provare, dopo l'eiaculazione, orrore relativo all' "accaduto".

Credo sia un disturbo psichiatrico.

Oltretutto trovo delle profonde analogie con il suo "suicidio, depressione ed eccitamento" nel mio caso.
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dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Tuttavia ciò che mi interessa non è capire la mia malattia, ma curarla. Eliminare totalmente l'impulso masochistico e vivere nell'assoluta castità.
L'unica via è lo sforzo di volontà?
Si può ricorrere a psicofarmaci?
Si può ricorrere a pratiche introspettive che non richiedano l'ipnosi? - la sensazione di abbandono propria dell'ipnosi è esattamente ciò che voglio evitare del tutto per analogia con l'abbandono sessuale -.

Per come la vedo io, infatti, avere impulsi masochistici è esattamente equivalente ad avere l'istinto del suicidio. Fiducia incondizionata in una persona potenzialmente pericolosa soprattutto quando ci pone in un'effettiva situazione di pericolo. In me, oltretutto, si è presentato anche un impulso necrofilo, ovvero la volontà di morire per mano di una donna ed essere abusato dopo la morte.

La mia preferenza sono gli psicofarmaci.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Prima va definito se Lei abbia una malattia. Per il momento esprime un conflitto tra un livello intellettivo e uno istintuale, ma non è detto che il problema sia quello istintuale.

Semplificando: se mi piacciono le uova ma mi innamoro del veganesimo, e mi sento in colpa perché le continuo a mangiare, non necessariamente questa è una "malattia", e non necessariamente il problema sono le uova e come evitare di mangiarle.

No, masochismo e suicidio non hanno attinenza stretta, comunque il masochismo è un comportamento indotto dalla gratificazione (intendo quello sessuale). Le fantasie sono tali, ma a parte l'aspetto cruento che la può preoccupare (non prima di averla però eccitata), si tratta se mai di capire quale è il rapporto tra soppressione e contrasto di queste idee e salute mentale.
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dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Non ho espresso affatto questo conflitto di cui parla. Ammesso che sia in generale possibile un "conflitto" fra livello intellettivo e livello istintuale ed ammesso anche che intelletto ed istinto siano distinguibili in "livelli".

Quanto alla sua semplificazione: suppongo che il problema implicito sia il senso di colpa, ma il senso di colpa ha origini fisiologiche e mai morali. Ovviamente resta da considerare se l'adesione ideologica al veganesimo sia dovuta all'abitudine a mangiare uova o a tutt'altra causa sempre abitudinaria.

Il rapporto fra soppressione e contrasto di queste idee e salute mentale è irrilevante. Infatti non è mio interesse procurarmi salute mentale, è mio interesse eliminare le fantasie in modo radicale.

Semplicemente vorrei potermi procurare un metodo affinché questi impulsi masochistici non si manifestino.
I motivi sono concreti: essi mi espongono a situazioni di pericolo continue perché mi rendono preda facile per qualsiasi donna voglia approfittare di questa mia debolezza.

Semplifico la mia richiesta. Siccome il mio impulso masochistico mi permette di reprimere il mio istinto di autodifesa, esiste un metodo che analogamente reprima il mio impulso masochistico permettendomi di esprimere il mio istinto autodifensivo?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Non ho espresso affatto questo conflitto di cui parla."

Sì: ha detto che ha desiderio e godimento masochistico però vorrebbe seguire la castità. Le due cose sono un conflitto ovviamente.

"Siccome il mio impulso masochistico mi permette di reprimere il mio istinto di autodifesa,"

Queste sono inutili interpretazioni ispirate forse a qualcosa che ha letto, lei faceva riferimento alla psicanalisi, che non è certo una branca della psichiatria scientifica.
Autodifesa da cosa ?

Vorrebbe non avere impulsi masochistici, e per quale motivo non vorrebbe averne, ecco, questo può essere un punto d'inizio pratico. La espongono a dei pericoli, quali ? Fino ad ora non ha descritto situazioni di pericolo, solo fantasie e pratiche di sottomissione.
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dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Un conflitto fra due istinti: l'uno rivolto alla castità e l'altro al masochismo - possibile anche che l'uno sia l'effetto dell'altro, ma non so quale l'effetto di quale.

Autodifesa da cosa?
Non posso autodifendermi da niente "in generale", l'autodifesa si attua solo in casi particolari, ovvero nelle circostanze in cui si è vittima di un'aggressione.

Nel momento in cui chiedo alla mia partner di picchiarmi le chiedo di aggredirmi, nel momento in cui inizia a picchiarmi sono in una situazione di pericolo, nel momento in cui non reagisco continuo a trovarmi in una situazione di pericolo e di danno effettivo (blando o doloroso che sia), se mi trovo in quella situazione e non reagisco significa che il mio istinto autodifensivo è assente nel momento in cui ne ho necessità. La mia ipotesi non verificata è che sia il mio desiderio di prendere le botte a reprimere l'istinto di autodifesa; sebbene non verificata tale ipotesi è di ovvia validità dato che se non mi piacesse non me lo lascerei fare. Un'altra situazione di pericolo è la mancanza di libertà sociale dovuta allo sfruttamento monetario di uno slave da parte di una mistress.

Le situazioni descritte non sono attualmente reali, né lo sono state - la prima in parte -, ma sono le realtà di chiunque appaghi pienamente il proprio desiderio masochistico e sono pertanto veicolate da quell'istinto (da un lato). Esse sono situazioni di pericolo e se non si può tentare di difendersi, vuol dire che manca od è soppresso l'istinto di difendersi, mancanza prodotta dal masochismo (dall'altro lato). Anche se si tratta di fantasie esse sono realizzabili come pratiche di sottomissione, pratiche che in ogni caso mi conducono ad un pericolo concreto e non immaginario: se prendo un aereo il pericolo che esso precipiti è soltanto possibile per tutto il viaggio, se vado da una mistress con lo scopo di farmi immobilizzare e picchiare il pericolo di essere immobilizzato e picchiato è realizzato e tangibile per tutta la seduta.

In ogni caso c'è o non c'è un metodo non dannoso per sopprimere l'istinto masochistico? Qualora la risposta fosse no, c'è o non c'è un metodo non dannoso per sopprimere l'istinto sessuale?
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dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
P.S.: quando una donna è vittima di violenza, la situazione emerge pubblicamente e poi la donna difende il marito, genericamente è richiesto un intervento psichiatrico per determinare che la sua "consensualità" è falsa e dipendente da un desiderio inautentico. Ella viene anche introdotta in centri specializzati per eliminare o "risolvere" il suo sentimento di sudditanza all'altro sesso. Quindi dovrebbero esserci dei procedimenti psichiatrici che risolvano questo problema nell'essere umano, tanto più che questo problema nel mio caso mi porta ad una situazione di pericolo sociale analoga alla suddetta. In una circostanza sono stato picchiato dalla mia ragazza senza averlo richiesto e senza reagire, in virtù del mio amore per lei.
Le chiedo solo di rispondere sì oppure no alle mie domande, e se si quali terapie sono indicate. Se lo vuole ovviamente.
[#9]
dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
In verità, poi, il conflitto non è fra il desiderio masochistico e quello di castità.

Il mio istinto di castità è dovuto alla volontà di mantenere il mio seme tutto per me.

L'istinto masochistico riguarda il mio rapporto con l'altro sesso e con la sessualità: quest'ultimo è in conflitto con la tendenza opposta, ovvero con la tendenza che ho a difendermi dalle aggressioni.

Per il resto: http://www.studiodottorbova.it/studiobova/Libri_e_Articoli_Personalita_Masochistiche.aspx credo di avere bisogno anch'io di tutele sociali, ma purtroppo non ho i mezzi per vietare il BDSM in Italia.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

L'interpretazione del desiderio sessuale è incomprensibile, forse è un'idea che si è fatta da qualche lettura, non è chiaro. Vive in maniera strana il suo istinto sessuale, questo par di capire, forse più sul piano dei pensieri relativi al sesso che non su quello dell'istinto.

Che c'entra vietare ad altri di fare sesso ? Non vedo il nesso.

Il punto è questo: se per una pratica sessuale verso cui evidentemente ha un istinto una persona si espone a rischi o danni che non desidera, anzi vuole evitare, questo può essere oggetto di trattamento, In ciò l'oggetto del trattamento non è il tipo di orientamento sessuale, quanto piuttosto il recupero del controllo desiderato, ovvero riuscire a praticare sesso in maniera gratificante ma evitando i rischi connessi. Certo, questo può anche significare cambiare tipo di attività sessuale perché l'altra non interessa più così tanto.

La cosa bizzarra, e incomprensibile, è perché all'attività sessuale di tipo pericoloso veda come alternativa la castità, "tenere il seme" per sé (sembrano idee legate ad altre convinzioni o fantasie, forse altrettanto pericolose). Come le ho detto non è che praticare la castità significhi riuscirci, né migliorare il proprio equilibrio sessuale.

Il resto (autodifese etc) sembrano interpretazioni psicanalitiche più o meno auto-gestite, ma la psichiatria non si occupa di questo, e lascerei perdere queste interpretazioni astratte.

Le due cose che si notano sono: a) il conflitto tra un'idea e un desiderio; b) il fatto che il desiderio la porta a condotte per Lei non volute fino in fondo, almeno nelle conseguenze più che nelle premesse.

SI faccia visitare da uno psichiatra e veda che le consiglia.
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dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Buon giorno.

La ringrazio moltissimo del consiglio e lo seguirò. Le lascio solo qualche nota chiarificatoria sulla quale potrà riflettere se lo vuole.

La mia interpretazione degli istinti non è esatta da un punto di vista psichiatrico. Però è indiscutibilmente vero che chi pratica il BDSM si espone ad un continuo danno dal quale non vuole difendersi; che sia consensuale, gratificante, "sicuro" o martirizzante non ha importanza.

L'idea politica di vietare il BDSM sorge da quest'evidenza.
Nel '500 i nativi americani venivano schiavizzati, torturati ed uccisi perché non erano considerati umani.
Nell' '800 i neri venivano schiavizzati, torturati e venduti perché erano considerati inferiori.
Tutt'oggi molte donne sono maltrattate e stuprate in casa propria perché ritengono di amare i loro carnefici o perché pensano che quello sia il modo per essere giuste nei confronti di famiglia e società; oltretutto alcune donne stuprate ritengono di dover ricevere questi trattamenti perché durante la violenza subita hanno provato gratificazione orgasmica.
Nel BDSM, semplicemente, uomini (e donne) vengono legalmente schiavizzati, torturati, costretti ad umiliazioni e sottoposti a perdita monetaria solo perché ritenuti "consenzienti" ed in ambiente "sicuro", come se ciò rendesse meno doloroso il dolore o il piacere più "autentico" di quello dello stupro.

Per quanto riguarda la castità, che non porta con sé alcunché di pericoloso, desidero praticarla perché:
- non ho un reale interesse per il sesso: desideri masochistici a parte credo di poter essere definito un "asessuale";
- non ho interesse nel metter su famiglia;
- non ho interesse nella generazione di sentimenti amorosi;
- siccome preferisco rimanere assorto nelle mie attività intellettuali provo un enorme fastidio quando vengo interrotto da femmine che ci provano con me;
- mi piacerebbe tenermi il seme perché è una risorsa nutritiva che voglio mantenere per ridurre i miei consumi alimentari il più possibile.

Spero di averle proposto spunti di riflessione stimolanti e la ringrazio nuovamente. Prenoterò al più presto una visita nel reparto psichiatria del mio ospedale. Grazie ancora e buona giornata!!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Chi pratica il sesso masochistico lo fa perché ne gode. Non capisco che cosa c'entri con la violenza praticata su soggetti non consenzienti, che se mai riguarda il sadismo, non le pratiche consensuali di due persone che fanno sesso SM.

"Nel BDSM, semplicemente, uomini (e donne) vengono legalmente schiavizzati, ...."

Assolutamente no. Mi scusi ma Lei ha detto che lo pratica, e quindi come fa ad affermare una cosa del genere. Lei ha determinati desideri, li mette in atto con la collaborazione di altri, che possono esservi coinvolti o solo prestarsi, dov'è la costrizione ? Si corrono dei rischi consapevolmente, in alcuni casi, specie se la richiesta parte dal masochista.

In alcuni casi ci si espone a situazioni di estremo rischio, perché più gratificanti, per poi trovarsi a non gradirle o a subirne i danni senza averne avuto intenzione e trarne piacere. Ecco, questo è un punto di partenza per definire un disturbo dell'impulsività, dell'individuo.

Che il godimento sia sessuale o puramente "cerebrale" per così dire, è un conto, ma del resto il godimento sessuale in sé non è che sia scontatamente collegato a amore o idee di famiglia, per cui anche qui non vedo un nesso.



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dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Spesso e volentieri i "soggetti non consenzienti" lo sono o godono della violenza subita, ma restano comunque delle vittime; così affermano i dati in mio possesso sul fenomeno della violenza domestica.

"Lei ha determinati desideri", ovvero di subire una costrizione ed una violenza, "li mette in atto con la collaborazione d'altri", "dov'è la costrizione?": è fra l'avere desideri e il metterli in atto.
Proprio in questo senso manca la consapevolezza: si considera legittima la violenza subita perché essa si accompagna ad un piacere e ad un desiderio. Ma questo non rende meno violenta la violenza; anzi, essa vincola maggiormente la sua vittima, che diviene inconsapevole proprio perché il suo giudizio è offuscato dalla sua fantasia.

In generale il godimento sessuale non ha nulla di speciale per me, qualcosa di cui posso benissimo fare a meno. Provo a farne a meno per convenienza.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Non vedo nesso tra la violenza domestica e il masochismo erotico.

Fra l'avere desideri e metterli in atto non c'è alcuna costrizione, perché lei sceglie di farlo secondo il suo desiderio. Se invece non sceglie di farlo secondo il suo desiderio, ma oltre significa un problema di controllo, che però non ha a che vedere con il contenuto del desiderio,. se mai con l'incapacità di viverlo in maniera gratificante e sicura.

Lei invece fa un ragionamento assurdo su quando non sia "giusto" il masochismo, ma non si pone il problema, stiamo parlando di un desiderio, non di un calcolo. Se lo desidera non siamo nel campo del giusto-sbagliato, se mai del controllato/incontrollato. Esistono masochisti controllati e altri discontrollati.

Se il godimento sessuale è qualcosa di cui può fare a meno, il problema non si porrebbe proprio. E' qui a protestare che ha un desiderio, quindi evidentemte non ne può fare a meno, altrimenti il problema sarebbe chiuso prima di aprirsi.

Temo che il problema sia di altra natura, ovvero un pensiero particolare sulla sessualità che non è coerente con spinte istintuali, forse la parte patogena è il pensiero.
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dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Dopo anni, è ora che le dica quanto ho scoperto, in modo che le pervenga un contributo alla scienza da parte di uno che ha usato se stesso come cavia. Quello che diceva a proposito dell'incoerenza fra il desiderio di castità ed il desiderio sessuale è vero. Sull'idea che il masochismo erogeno maschile NON sia una patologia, invece, si sbagliava alla grande.

Infatti il masochismo erogeno maschile ha esattamente la forma contraddittoria-patologica di un desiderio sessuale intenso ed aggressivo che viene soppresso dal piano intellettivo per questioni di moralina - "no alla violenza sulle donne", "vietato oggettivare le donne", "non molestare le donne", "non essere misogino", "i misogini sono omosessuali latenti" ed altri comandamenti da propaganda irrilievanti -: il masochismo erogeno maschile è il RISULTATO di questa patologia indotta. Infatti, se due più due fa quattro, allora l'avere un desiderio sessuale - che in un maschio comprende senz'altro l'aggressività - e l'aderire ad un sistema di valori che lo vieta, comporta un conflitto fra le due parti che provoca il NON appagamento del desiderio sessuale. Infatti nel gioco schiavo-mistress, il desiderio sessuale dello schiavo non viene appagato (se non ai fini di un rinforzo) in nome del diritto della mistress ad essere l'unica appagata.

Perciò, il me di due anni fa (un individuo completamente diverso) non vedeva affatto come "ingiusto" il suo impulso masochistico. Tutt'altro: il desiderio di castità in fondo faceva parte di quello stesso impulso. Egli vedeva piuttosto come ingiusti la sua naturale aggressività ed il suo naturale desiderio sessuale, e ciò per rispettare la moralina del "no alla violenza sulle donne": la sua patologia ERA il masochismo erogeno. D'altro canto il suo desiderio di curarlo non era un modo esasperato di reprimere i suoi istinti - cosa che invece era il suo masochismo, di cui parliamo - , ma un modo di esprimerli andando contro ad una situazione patologica in cui essi venivano repressi.

Adesso rinnovo la richiesta di consulto: come prevenire le ricadute? Conoscete un metodo pratico per prevenirle?

P.S.: Se vuole che le spieghi la terapia da me utilizzata - si tratta di un'autoterapia efficace al 100% - può scrivermi in privato. Ovviamente è gratis. Lo faccio solo per il puro amore della scienza e della salute.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Guardi, questo è uno spazio in cui si chiedono consulti. Forse ha sbagliato proprio contesto.
A mio avviso il significato che dà ai termini, le implicazioni che vede in alcune affermazioni, non corrispondono a quello che banalmente significano nella pratica comune.
Quindi, se la cosa la disturba, io mi farei vedere da un medico, ma non per insegnare al medico cosa deve pensare e come deve rapportare le cose.
I disturbi possono anche passare, il che non significa mettersi in mente cose strane a proposito di aver inventato chissà quale autoterapia.
[#17]
dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Anche se.....

"A mio avviso il significato che dà ai termini, le implicazioni che vede in alcune affermazioni, non corrispondono a quello che banalmente significano nella pratica comune."

....in seguito, ammette che il masochismo erogeno maschile è un disturbo; infatti dice, riferendosi al mio caso:

"I disturbi possono anche passare".

Grazie del "consulto".

Saluti.

P.S. Perché dare soldi ad un medico quando è possibile star bene gratis? Il motivo non c'è!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
No, non mi riferisco al disturbo che dice Lei.

Lei scrive qui solo per far della polemica a vuoto su disturbi che definisce Lei, coi termini che vuole Lei, con le spiegazioni che decide Lei, che rifiuta Lei.

Lei non sta cercando un consulto.

Solo di venire qui a fare dei proclami. E non è escluso che in questo momento non sia per niente in equilibrio.
Quindi io se dovessi dire a impressione, le consiglierei di farsi visitare, ma non per parlare al medico di masochismi erogeni o quant'altro, ma per il suo stato generale.
[#19]
dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Come sopra, lei si riconferma invece privo di qualsivoglia spessore analatico o profondità nella lettura psicologica.
Lei scrive qui solo per far polemica a vuoto su proclami non meglio definiti di cui parla lei, che definisce lei, coi termini che vuole lei, con le spiegazioni che decide lei, che rifiuta lei (o l'eventuale cosca di riferimento): se non è capace di instaurare un dialogo costruttivo con un richiedente consulto, a proposito di ciò per cui il consulto viene richiesto, e non a proposito di quello che pare a lei sulla base dei suoi interessi non-deontologicamente-corretti di manipolazione psicologica, può tranquillamente evitare di rispondere.

O fornisce dei suggerimenti a proposito di come prevenire le ricadute, oppure i suoi interventi sono del tutto inutili.
[#20]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Guardi questo è uno spazio per chiedere consulti, non per fare discorsi in liberà.

Cerchi uno psichiatra se crede, si faccia fare una diagnosi e eviti di assumere questi atteggiamenti che suonano molto strani a chiunque, non perché gli altri si sentano messi in discussione dalle sue presunte scoperte, ma per altri motivi.

Per me il consulto è chiuso qui.