Psicologia del litio e disturbo bipolare

Gentile Staff di Medicitalia, come da titolo, soffro di disturbo bipolare unito a Doc e Dca. Attualmente sono in cura con Lamictal 50 e Carbolithium 300. Il Lamictal lo assumo da tempo mentre il Litio, ho appena raggiunto la soglia dei 300, in questa settimana. Premetto che sono molto sensibile e ricettiva ai farmaci. Lunedì ho appuntamento con il mio psichiatra, che intende togliere il Lamictal (intanto, da 100, me lo ha fatto scalare a 50,anche perché, inspiegabilmente dopo mesi che lo assumevo, due giorni fa ho scoperto delle bollicine rosse sul petto e sulle braccia e lui, per precauzione preferisce non rischiare).Non so se la combinazione col Litio, aumentato proprio in questa settimana, possa aver favorito il lieve rash cutaneo oppure abbia a che fare con altro (in questo periodo sono particolarmente nervosa ed ansiosa, con sbalzi umorali frequentissimi e un generale squilibrio psicofisico). So che gli stabilizzanti impiegano del tempo per agire ma, ad oggi, non sto ancora bene. Peraltro, da 2 mesi, anche le mestruazioni hanno cominciato a sballare (mentre prima le avevo perfette). Mi sento apatica, priva di iniziative, irritabile, confusa, fatico a concentrarmi. Inizio un progetto e lo interrompo subito dopo. Preciso che, inconsciamente o forse consciamente, non ho del tutto accettato di soffrire di tale disturbo e di dovermi curare a vita. So che voi psichiatri, in gnere, rifiutate una prospettiva psicologica in tali patologie, ma volevo chiedervi se la mancata accettazione, possa, in qualche modo, favorire una resistenza al farmaco e ai suoi effetti terapeutici. Ho questo rufiuto per il vincolo ad un farmaco e perche' temo che il Litio possa farmi aumentare di peso, anche se ho letto che è un fattore individuale (e il mio psichiatra mi ha assicurato che nel mio caso, non avverrà perché sono molto rigorosa, tra alimentazione e sport). Vi chiedo, pertanto, se esiste una qualche correlazione tra accettazione e farmaco, o se la mancata azione terapeutica, al momento, sia imputabile al poco tempo di assunzione. Grazie a chi mi risponderà
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Esistono molti lavori scientifici che dimostrano come l'aspettativa positiva verso una determinata terapia ne condizioni una migliore efficacia. Di conseguenza può essere vero anche il contrario. Tuttavia, nel suo caso, la terapia é iniziata da troppo poco tempo per valutare realmente l'efficacia del litio che, lo specialista la avrà informata sicuramente, necessità di raggiungere determinati livelli nel sangue prima di poter fare effetto. Ci aggiorni se vorrà.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Martiadis, la ringrazio perché lei è sempre così gentile e prodigo di informazioni. Lunedì, appena torno dal mio psichiatra, riaggionero' la mia situazione. E proverò a proporre al mio specialista la possibilità di intraprendere, in abbinamento, un percorso di psicoterapia per farmi accettare meglio la mia condizione e la cura (lui non è molto d'accordo, poiché ha sempre asserito che prima dovrei stabilizzarmi per evitare, in questa fase, un aumento delle ossessioni). Anche Lei è della sua linea di pensiero?
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
A parte casi particolari,generalmente non vi é una controindicazione assoluta a iniziare un percorso psicoterapeutico associato alla terapia farmacologica. Tuttavia il suo specialista ha molte più informazioni per valutare la situazione. Potrebbe essere utile approfondire insieme questo aspetto.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Grazie di nuovo, di cuore. Lunedì proverò a proporgliela di nuovo, spiegandogli meglio perché intenda intraprenderla. Vedremo. La riaggiorno presto. Cari saluti e buon fine settimana
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Utente
Utente
Buonasera a tutti. Aggiorno la mia situazione, sperando che stavolta la cura mi porti beneficio. Lo psichiatra che mi segue, vista la mia incertezza di fronte al Litio, per paura di incorrere in un incremento ponderale, ha capito le mie reticenze e ha preferito eliminarlo e sostituirlo con il Tolep. La dose che dovrò raggiungere, in una settimana, è di 1200. Unito al Lamictal 100 che già stavo prendendo. A suo dire, dovrei cominciare a vedere qualche piccolo miglioramento in tempi brevi. Comunque, vuole rivedermi in settimana nuova. Sono sincera: ho un pò di preoccupazione sugli effetti collaterali iniziali (sonnolenza, confusione, etc), visto che la dose del Tolep (1200 al dì) non è poi così bassa. Vi chiedo: è un buono stabilizzante, il Tolep? E, nel caso, può "sostituire" il Litio, come benefici terapeutici? Grazie a chi mi risponderà
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