Autogestione

Gentili dottori,

Come dettomi dal dottor. Gukov apro un altro consulto, seppur sulla stessa problematica. Sono in cura per un disturbo bipolare con numerosi stabilizzatori del tono dell'umore tra cui litio e valproato, entrambi dosati nel sangue e nel range terapeutico, unitamente a due antipsicotici seppur a dose bassa, abilify 10mg e seroquel 300mg, comunque a dosaggio congruo.Nonostante ciò non siamo riusciti ad evitare una fase leggermente sopra le righe a settembre, anche per mia mancata consapevolezza del disturbo nonostante i tanti anni di malattia, e la successiva fase depressiva, fase in cui mi trovo ora. Come "promesso" dallo psichiatra, questa fasi si sarebbero ridotte nel tempo, divenute meno intense e più diradate, ha assolutamente scartato l'ipotesi di un antidepressivo in questo periodo e ha voluto affermare probabilmente che la cosa migliore è che passi da sola..Tuttavia la cosa mi avvilisce non poco: con tutti questi stabilizzatori ed dopo sei mesi di terapia a regime sinceramente non mi aspettavo l'ennesimo mese di depressione..però insomma tant'è..Il problema principale è sempre quello però: l'autogestione farmacologica. Sono sempre dominato da impulsi che mi portano a far cavolate e a pasticciare con la terapia, rendendo il decorso peggiore di quello che già è. Tuttavia è un impulso a cui non riesco a resistere. Questo mi fa immaginare che questa non sia probabilmente una fase del tutto depressiva, ma forse una fase, per certi aspetti, impulsiva, disinibita e forse agitata. Siete d'accordo con questa ipotesi, varrebbe la pena parlarne con il mio curante? Ed inoltre, eventualmente quali farmaci varrebbe la pena di aumentare, antipsicotici immagino...visto che gli stabilizzatori sono tutti a pieno regime. Inoltre ho letto più articoli relativi al fatto che abilify soprattutto a dosi più basse, può indurre una maggior impulsività, nella fattispecie con il gioco d'azzardo..ma anche con altri comportamenti impulsivi. Specifico che nella fattispecie l'introduzione autogestita riguarda anafranil, a dose di appena 25 mg..non so se sia una coincidenza, ma da quando lo assumo mi sento meglio..nonostante la dose irrisoria. Varrebbe la pena di parlare anche di quest'ultimo aspetto con il mio curante? Grazie come sempre per l'attenzione.
[#1]
Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta 799 17 20
Non penso che darle una risposta abbia senso.
A causa della confusione delle informazioni.
Perché non possiamo decidere noi la terapia.
Perché neanche lei dovrebbe decidere la terapia.

Su un punto concordiamo: deve parlarne subito con il suo psichiatra dal vivo, in modo da capirvi meglio!

Dr. Manlio Converti

[#2]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Deve parlare con il suo curante di tutto quanto accade.

Soprattutto, l'introduzione di un antidepressivo senza indicazione può essere molto rischioso.

Il problema sta nel fatto che lei ha la tendenza ad autogestire i trattamenti che sono comunque molti ed a dosaggi sufficienti per ottenere dei miglioramenti clinici.

Non è detto che il disturbo sia in fase remissiva o possa ridursi nel tempo anche perché lei è piuttosto giovane e l'andamento della patologia statisticamente tende a ridursi nel tempo.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#3]
dopo
Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Gentili dottori,

Vi ringrazio per le risposte, ho contattato già il mio psichiatra e valuteremo insieme la situazione. Non ho però ben capito la risposta del dottor Ruggiero. Significa che è piuttosto normale avere ricadute anche ravvicinate tra loro? Per le cose suddette, tra cui l'autogestione sarebbe pensabile una fase ipomaniacale?
[#4]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
L'autogestione è un atto che viene utilizzato per ridurre un sintomo ancora presente oppure per ridurre un effetto collaterale fastidioso.

Va capito bene quale sia stato il suo passaggio.

Questa tendenza ad usare i farmaci di testa sua rende tutto più complesso perché poi il suo psichiatra avrà difficoltà a fare variazioni.

È preferibile che faccia controlli più ravvicinati ma non tocchi la terapia come prescritta.
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