Ma è davvero un disturbo di personalità borderline?

Gentili dottori,
sono stata diagnosticata 6 anni fa come disturbo borderline di personalità e sono da allora seguita dal CSM.
Vi scrivo perché da allora sono in terapia e non ho avuto miglioramenti, anzi tutto il contrario, diciamo che mi mantengo a galla per miracolo.
Attualmente la mia terapia (di pertinenza psichiatrica, prendo anche altri farmaci) è:
Abilify 5 mg
Paroxetina 20 mg
En 15 gocce 3 volte al dì

I miei sintomi sono, e sono sempre stati attacchi di panico gravi e prolungati accompagnati da una grave agorafobia che mi condiziona fortemente la vita (senza dubbio il disturbo più molesto di tutto il quadro).
Come dicevo, fui ricoverata in seguito a una delle tante crisi di panico con paura di morire (tipico) e messa in osservazione per capire di cosa si trattasse in realtà, considerando che soffrivo già di questi disturbi dall'età di 18 anni, in seguito purtroppo ad un infarto di mio padre, che erano sempre stati trattati con periodi di remissione e ricadute fino ai 35 anni approx, ma mai risolti del tutto.
Preciso che prima di questo ricovero non avevo mai assunto neurolettici, neppure a dosi minime.
Sono stati provati molti farmaci di questa gamma: RIsperdal (che non tolleravo con attacchi di tachiardia spaventosi), Seroquel (senza particolari risultati) e Quetiapina che ho utilizzato per 2 anni.
Questo farmaco, la Quetiapina effettivamente ha cambiato totalmente il mio modo di affrontare la realtà, rendendomi molto più tranquilla da una parte e dall'altra causando una serie infinita di problemi che perdurano tutt'ora anche se la terapia è stata cambiata. Innanzitutto, costituzionalmente sono sempre stata una persona magra ed ho avuto un incremento di peso vertiginoso, indipendentemente dalla dieta e dall'attività fisica (sono passata da pesare 54kg - che forse era anche troppo poco - alla belllezza di 80 kg), conseguentemente nelle mie analisi il mio profilo lipidico si è completamente sfasato dal punto di vista dell'assetto lipidico ed ho dovuto iniziare una terapia con statine. Come se non fosse abbastanza è insorto un quadro che io definisco depressivo caratterizzato da profonda apatia, disinteresse verso quasi qualsiasi attività, impossibilità nel trarre soddisfazione da qualsiasi cosa se non dall'atto di mangiare e poco più e una assoluta e completa ASSENZA DI LIBIDO.
Quando parlo di assenza di libido mi riferisco a una totale mancanza si interesse riguardo al sesso, tanto estremizzata da non farmi percepire nemmeno più come una donna. Anche il desiderio di prendersi cura di me e rendermi un minimo attraente e appetibile è sparito e qualsiasi cosa che faccia in questo senso lo vivo come un dovere, non come un piacere.
Capirete che è un discorso molto complesso da gestire in una relazione di coppia, con una persona a cui si vuole bene.
Quindi, siamo passati dalla Quetiapiana al Solian....ma non è sostanzialmente cambiato nulla.
Ora, siamo passati all'Abilify, e forse qualcosa piano piano sta cambiando dal punto di vista metabolico, vale a dire sto dimagrendo, poco a poco e con moltissime rinunce e sacrifici sul piano alimentare.
Spero che il non vedermi più grassa e poco appetibile, mi aiuti in qualche modo a ritrovare me stessa.

Ma veniamo al dunque.
A un certo punto, dopo 5 anni, vedendo che i miei sintomi sostanzialmente non migliorano, anzi che mi sono infilata in una specie di tunnel senza apparenti vie d'uscita, ho cominciato a chiedermi se non fosse sbagliata la diagnosi.
Ho letto le caratteristiche della personalità borderline...e non mi ci trovo!
Non ho mai avuto comportamenti autolesivi tipo tagliarmi o cose del genere (nemmeno nell'adolescenza, figuriamoci), non ho una storia di abuso di stupefacenti (avrà provato qualcosa prima di 25, ma non ho mai perseverato), non ho mai bevuto nemmeno un bicchiere di vino perché mi fa schifo.
L'unica cosa ero fumatrice, anche forte fumatrice...perché mi sembrava che questo in qualche modo mi aiutasse a far tacere l'ansia.
Non ho mai avuto comportamenti sessuali spregiudicati. Quindi non mi torna......poi, la paura di essere abbandonati ci può anche essere non lo nego, ma l'incostanza nella percezione dell'altro francamente non la vedo da nessuna parte.
E' un quadro che forse potrebbe ricordare i miei 15/16 anni al massimo, ma poi sono cresciuta e cambiata....
Esponendo queste mie perplessità alla psichiatra mi ha detto che si classificano come borderline tutte quelle persone che hanno un po' di tutti i sintomi", ma nessuno tra questi che spicchi particolarmente. Ma come?! Io ho l'ansia e una agorafobia che mi impedisce di uscire di casa a farmi una passeggiata da sola! Ma vi pare poco?
Detto questo, ringrazio chi potrà darmi un suo parere in merito, perché suppongo che se è sbagliata la diagnosi è sbagliata pure la cura...e le speranze di miglioramento sono nulle.
Devo chiedere una consulenza privata?
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
La diagnosi di asse I è differente da quella di asse II, cioè dei disturbi di personalità.

L'evidenza di sintomi relativi al I asse deve essere considerato separato dal disturbo di personalità. Lei sembra ora in trattamento solo per i disturbi relativi al primo asse.

Seroquel e quetiapina sono la stessa cosa.

Dr. F. S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
dopo
Utente
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Grazie per il chiarimento dott.Ruggiero

Quindi, uno può essere borderline di personalità e poi però anche ansioso e con attacchi di panico, cioè una cosa non esclude l'altra....
quindi...questo trattamento dovrebbe funzionare...
ma perché non funziona :( ??

Scusi ho sbagliato: la quetiapina (seroquel) fu il primo, poi cambiato per l'olazapina (xiprexa) che mi tranquillizzava ma poi mi ha fatto ingrassare....cambiato per il Solian e infine per l'Abilify con cui piano piano sto riuscendo a dimagrire di nuovo.


[#3]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
L'assenza di libido può essere un effetto collaterale (reversibile alla sospensione) della paroxetina. Se ha tuttora attacchi di panico e agorafobia il dosaggio di paroxetina andrebbe aumentato e se nonostante l'aumento non si osservano risultati si potrebbe pensare a cambiare cura. Associate alla terapia farmacologica la psicoterapia cognitiva o quella analitica breve danno buoni risultati. Sulla diagnosi di personalità borderline ha già detto il collega; dai sintomi che riferisce è difficile pensare a un borderline, ma la storia clinica, i colloqui e altri elementi possono aver portato a questa diagnosi.

Franca Scapellato

[#4]
dopo
Utente
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Molte grazie Dott. Scapellato.
Farò presente alla mia psichiatra e mi informerò meglio sulla psicoterapia.
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