Ho paura di parlare ai miei di questa situazione

Salve gentili dottori.
Da circa tre anni e mezzo combatto con sintomi depressivi che vanno e vengono. A volte molto forti. Il mio psichiatra mi ha confermato di essere dentro lo spettro del bipolarismo, ma in una forma non invalidante. Inizialmente sono stato trattato con il cipralex per circa 9 mesi, poi ho smesso, poi ho avuto una nuova ricaduta... altri 3 mesi di cura, poi mi sono tirato su: un'altalena. Ho cambiato amicizie, ho cercato di dedicarmi a cose che amo, mi sono impegnato in tante iniziative. Il dolore che ho provato mi ha costretto ad avere un tipo di maturità su una serie di aspetti della vita che altri non hanno avuto occasione di approfondire. Ho sofferto quanto basta per dare un certo valore ad alcune cose: ascoltare, non giudicare, empatizzare, ecc. Purtroppo, in un periodo in cui hanno ricominciato a vacillare alcune nuove amicizie, ho avuto una delusione d'amore. Ho investito molto tempo ed energie senza garanzie perché sentivo che era giusto farlo. Ero innamorato e lo sono ancora e non riesco proprio a lasciar andare tutto, anche se dovrei. Ora però sono di nuovo a terra, distrutto, e ho ricominciato- intanto 5 mg, per poi passare a 10mg- ad assumere cipralex. Ho paura di parlare ai miei di questa situazione: si scatenerebbero dinamiche - preoccupazioni - che non sarebbero sane. Delle tante amicizie che avevo coltivato mi sono ritrovato a parlare solo con una persona, che è speciale ed è un po' più vecchia di me. Ho sempre sentito la necessità di portare fuori tutta la bellezza che ho visto negli abissi, ma non so più come comportarmi. Ho paura che questo inaridimento sia definitivo. Vorrei poter tornare dal mio psichiatra però allo stesso tempo me ne vergogno. Molte volte mi è stato detto che non ho problemi, ma che sono solo uno di quegli individui che sanno vivere solo così, nel senso che hanno inscritti questi percorsi. Ma cosa devo fare? Davvero per sopportare questi momenti devo ricorrere agli antidepressivi? Il mio risveglio è doloroso, le notti sono durissime, i pensieri suicidari continuano ad essere l'unico rifugio sicuro, ci ricorro spesso, come se mi stessi prendendo in ostaggio. Fisicamente sono stanchissimo e dormirei sempre. Oppure starei immobile. Devo prendere anche lexotan e a volte - lo psichiatra me lo aveva prescritto - olanzapina 2,5 mg. Per me tutto questo è frustrante: io vorrei essere capito e compreso ma mi sento sempre più distante da tutto e da tutti, vorrei che qualcuno si prendesse cura di me e delle mie debolezze. Il fatto è che non sono una persona semplice da comprendere: posso essere compreso solo da chi ha passato cose dolorose. Spesso mi ritrovo a guardare la vita degli altri da una feritoia che si trova in prossimità della morte, e molte cose mi sembrano senza senso. Non so più come fare a diminuire il dolore. La discesa è iniziata 2 settimane fa, poi si è sommata la delusione, ora sono a terra e per via di vari impegni non posso permettermelo. Ho tanta, tanta paura di quello mi aspetta
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
In presenza di esattezza diagnostica il trattamento non può essere quello descritto ma vanno utilizzati farmaci stabilizzanti con variazioni durante i controlli periodici.

Dr. F. S. Ruggiero

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