Bipolarismo

Buon pomeriggio. Scrivo in merito alla situazione di un mio parente molto vicino il quale mi ha autorizzato. Oggi l'assunzione frmacologica è limitata a litio(prima sodio valproato), abilify mediante iniezione (prima in compresse) e lazapir per l'insonnia. Quest'ultimo farmaco è stato prescritto da un secondo medico a cui abbiamo chiesto delucidazioni in merito all'assenza ad oggi, dopo più di un anno , di una guarigione , quale ci ha rassicurato della correttezza della terapia. Posso affermare che vi è stato un discreto miglioramento: effettivamente prima del ricovero erano presenti grida, forte ansia, insonnia. Oggi persiste una relativa ansia, soprattutto sotto forma di ossessioni su questioni davvero marginali ed inoltre apatia, forte stanchezza , reclusione sociale. Specifico che la prima terapia è stata data in seguito a ricovero per i motivi prima citati. Attualmente il medico la vede bene. Per quanto stimi il medico e per quanto capisco che siano patologie molto complesse da curare, richiedo un parere ( ovviamente non sull'operato del medico che si è sempre attenuto ai parametri dovuti ) e soprattutto se sia necessario fare altro , come per esempio un cambiamento di terapia. In una passata depressione che non si riteneva bipolare ma unipolare le è stata somministrata daparox che ebbe risultati positivi, in seguito sospesa interrottamente per volontà del paziente. So benisssimo che la somministrazione di un antidepressivo potrebbe provocare uno switch, ma , magari , somministrandolo in maniera controllata , in correlazione ad uno stabilizzatore a cosa porterebbe? temo che abilify (o litio ?? ) la stiano stancando più di quanto non lo sia già. Ringrazio anticipatamente i professionisti che mi vorranno aiutare con un parere (per quanto siano limitati i mezzi informatici , carenti di visita diretta sul paziente).
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.1k 1k 248
Innanzitutto, lazapir non è un farmaco "Per il sonno", è un farmaco antibipolare, come gli altri.
Non capisco perché la terapia è per bocca ma poi abilify per iniezione, quando esiste anche quello in forma orale.

Un antidepressivo in un disturbo bipolare, presumo di tipo I dalla cura ? Il rischio è lo stesso, una fase agitata, certo che in un certo senso la terapia riduce questo rischio, ma di fatto il tipo di rischio è lo stesso, e non vedo una grossa logica nell'introdurre un farmaco del genere dopo una fase agitata recente.

Purtroppo l'equilibrio che segue a queste fasi può non essere soddisfacente, e uno dei modi che si hanno di controllarlo è ridurre la cura onde evitare effetti da eccesso di antimaniacali. Il problema però è che in questo caso il medico ha addittura aggiunto l'olanzapina, come se vi fosse necessità di trattare un'insonnia agitata in un soggetto con questa diagnosi di fondo (bipolare).

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Buonasera Dott. Pacini. La ringrazio per la risposta. Il tipo è il secondo. Stato misto. Confermo che l'insonnia era agitata . E soprattutto il risveglio
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.1k 1k 248
Per essere un tipo II, ci sono due antipsicotici, quindi forse questo è eccessivo in generale, intendo come possibilità di semplificarla.
Mi suona però stranissimo che un disturbo bipolare II sia trattato con antipsicotici per via iniettiva.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Confermo Dottore. Inizialmente orale ed adesso in via iniettiva. Per quanto riguarda il secondo anti psicotico lazapir, esso è stato prescritto dal secondo dottore a cui ci siamo rivolti, per favorire il sonno. Potrei chiederle perché secondo lei è poco indicato l'uso iniettivo? La ringrazio nuovamente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.1k 1k 248
Non ne capisco la motivazione se il paziente è affidabile per il resto con le cure orali. Di solito è riservato a pazienti che non assumono i medicinali con regolarità o si prevede non li assumano dopo i primi giorni, perché non collaborativi.
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