Gestione parente malato psichico

Buongiorno, il mio quesito è questo:

Sono figlio di una madre 70 enne vedova con disturbi psichici che ritengo piuttosto gravi, tra i quali: deliri, manie di persecuzione, atti persecutori, comportamenti antisociali, anosognosia, ed è in cura presso il DMS di zona da diversi anni.
Al momento assume ziprexa e Alprazolam, con i quali ha una totale remissione dei sintomi positivi, seguita da comparsa di sintomi negativi, soprattutto apatia e agorafobia.

Ho ormai raggiunto la consapevolezza che le cure continueranno per tutta la vita, e che pertanto mia madre è soggetta ad una invalidità permanente.
Il primo problema è che mia madre non viene visitata in modo regolare, ciò viene chiamata a visita con intervalli anche di 6 mesi, periodo nel quale può succedere di tutto e mi trovo totalmente solo ad affrontare il problema, alla mia richiesta del perchè non viene visitata, ogni volta il DMS presenta motivazioni diverse, dicendo che i medici hanno da fare, ecc... A questo punto sarebbe logico che io chieda un aiuto ai servizi sociali o un assistenza economica per mettere un medico privato, ma nonostante io abbia più volte chiesto una diagnosi da parte del DSM (in 5 anni) , mi è stata sempre negata, nonostante io abbia fatto richiesta anche in modo ufficiale mediante raccomandate e pec.
Mi trovo pertanto nella situazione in cui conosco bene l'esistenza di queste malattie e delle loro ricadute sulla vita mia e di mia madre, ma non posso dimostrarlo a nessuno in quanto non ho un pezzo di carta dove viene scritto nero su bianco che è malata.


Ciò comporta che non posso richiedere riconoscimenti di invalidità, legge 104, sussidi o atri aiuti.
Secondo voi come dovrei procedere?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,


Probabilmente però è la persona e solo la persona che può far richiesta, per cui può essere che non diano risposte perché le chiede non l'interessato, ma un altro.
Il medico di base comunque può certificare le condizioni da cui è affetto il suo assistito, anche sulla base delle prescrizioni, dei piani terapeutici, di ciò che gli può risultare tramite il sistema informatico.
La commissione può del resto verificare la cosa direttamente dalla ASL.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore, è proprio questo il punto, in questo caso mia madre è affetta da anosognosia, per cui come lei potrà facilmente capire, è impossibile che chieda autonomamente una diagnosi. Questo è il problema che mi affligge ovunque, se vado al CMS mi dicono lei che fa qua, lei non è malato? se vado in questura perchè commette dei reati mi dicono lei che centra, non ha voce in capitolo? Però il rovescio della medaglia è che per legge essendo l'unico parente, sono anche il responsabile, infatti se non prendessi provvedimenti sarei perseguibile per abbandono di incapace, essendo mia madrea anche sola in casa e ultra70enne. Mi trovo quindi un gap istituzionale, sono il responsabile ma non ho voce in capitolo. Qualcuno mi ha suggerito di chiedere la l'interdizione di mia madre, ma con quale presupposto chiedo l'interdizione se non ho uno straccio di certificato medico che attesta la malattia? E poi , concederebbero l'interdizione ad una persona che "apparentemente" è normale? Infatti come sapete, il malato psichico sotto effetto dei farmaci generalmente non dà evidenti segni di squilibrio, e davanti al giudice negherebbe qualsiasi malattia, mettendomi addirittura in cattiva luce.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
In ogni caso si può far riferimento a situazioni conoscendone la sussistenza, anche se non si hanno documenti diretti. Del resto, è formalmente corretto che non vi siano documenti in possesso di altri.
Strano che di tutto questo non vi sia a casa niente, una ricetta, una lettera di dimissione, etc.
Il medico di base idem, non può fornire informazioni ma sicuramente ha una serie di risultanze.
Quando si porta all'attenzione un caso, non è che necessariamente deve già essere stato diagnosticato.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Di fatto la patologia di sua madre rientrerebbe nell’ambito della patologia neurologica per cui potrebbe anche essere possibile che eventuali visite effettuate presso il CSM non abbiano portato a conclusioni diagnostiche.

In ogni caso se non sono stati forniti gli appropriati permessi relativi all’uso dei dati personali lei non può accedere ad alcun dato specifico.

Sarebbe utile che possa programmare con sua madre le prossime visite, anche neurologiche per la definizione diagnostica, e si occupi di accompagnarla in modo da far rilasciare il consenso.

In ogni caso le certificazioni mediche in ambito pubblico sono prestazioni non LEA ed è quindi probabile che non esista nessuna certificazione attestante la patologia di sua madre.

Può farsi assistere da uno specialista privato per presentare una sua indicazione di parte per l’interdizione oppure richiederla ed il magistrato può chiedere una perizia per accertare lo stato di sua madre. In tal caso, il perito sarebbe autorizzato ad accedere ai dati sanitari di sua madre.

Si faccia assistere da un avvocato,


Dr. F. S. Ruggiero

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dopo
Utente
Utente
Premetto che inizialmente (prima del DSM ASL) mi sono rivolto ad uno psichiatra privato il quale pretendeva il pagamento di 450 euro a seduta, anche altri privati erano orientati su queste cifre, quindi per me è stato d'obbligo rivolgermi ad una struttura pubblica non potendomi permettere cure private così costose. Le visite che mia madre ha fatto al DSM si sono sempre svolte in mia presenza, sono io che ho portato mia madre al DSM perchè per la malattia che ha non ci sarebbe mai andata da sola, ancora oggi dopo anni è convinta di essere perfettamente sana e che i farmaci non servono a niente, quindi non solo devo assistere a tutte le sedute psichiatriche ma devo anche somministrarle due volte al giorno i farmaci per evitare che li getta nel cestino. Nonostante tutto la ASL non ha mai chiesto il mio consenso al trattamento dei dati, e ha verbalizzato sui registri del reparto psichiatrico che io ero sempre presente come accompagnatore.

Fino ad oggi sapevo che le visite private non sono valide ai fini del riconoscimento di malattie o stati invalidanti, almeno nel Lazio è necessario presentarsi a visita con certificati medici rilasciati da strutture pubbliche , non prendono in esame certificati medici privati, ma lei mi sta dicendo il contrario.
Altra cosa che non capisco è perchè potrebbe non esserci una conclusione diagnostica, a questo punto mi chiedo su quale base si prescrivono psicofarmaci per anni se non è stata identificata la malattia. Scusate la mia ignoranza in materia.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Nella mia esperienza, 450 euro a seduta non è il tipico onorario di uno psichiatra privato per singola visita, tranne forse tariffe legate "al nome". Ma in una visita di controllo neanche in questo caso.
Quindi, strano che sentendo in giro abbia trovato solo cifre di questo tipo.

" le visite private non sono valide ai fini del riconoscimento di malattie o stati invalidanti"

Non esattamente. Le visite mediche hanno una loro validità, ma si preferisce che siano convalidate almeno da una valutazione nel pubblico. Credo anche che più che un criterio vero e proprio sia una consuetudine per cui, essendo una legge pubblica, si è pensato alle logiche di un sistema pubblico, senza contare che il cittadino comunemente si rivolge al privato, e che quindi può anche non essere seguito, o non volersi far seguire, in ambito pubblico per varie ragioni.
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dott. Pacini, le assicuro che queste sono le tariffe applicate, anzi le dirò di più, lo psichiatra privato della mia zona che ho contattato , mi ha fatturato 450 euro non per fare la visita medica a mia madre, ma quella è la cifra che mi ha chiesto per prendere appuntamento ,per POI fare la visita a mia madre. 450 era la cifra che realmente è stata fatturata per prendere appuntamento, cifra che ovviamente non ho mai pagato, perchè non sono scemo fino a questo punto. Lo psichiatra in questione, di cui ovviamente non faccio nomi è anche iscritto a questo sito, credo che sia anche l'unico iscritto per la mia provincia.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
450 euro sono uno sproposito per una singola visita psichiatrica.

Può essere una tariffa per una valutazione medico legale articolata con relazione eventualmente.

Però non esiste solo un unico psichiatra anche perché può spostarsi nelle province vicine e sicuramente i prezzi sono accessibili.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Strano, è proprio una prassi insolita anche il fatto di pagare per prenotare (sì, visita compresa pagando prima, a parte l'entità, ma solo per prenotare 450 euro c'è qualcosa che non quadra). Dopo di che, ognuno può chiedere quel che vuole, e giustamente infatti poi Lei si regola liberamente, semplicemente è una cosa che non ho mai sentito.
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