Dag, decorso e cura a lungo termine

Buongiorno,
Sono in cura per ansia generalizzata da 6/7 mesi dopo forte stress lavorativo.
Sto seguendo sia cura farmacologica che cura psicoterapeutica e sono fiducioso per il mio recupero a breve termine.
La cosa che mi angustia, probabilmente sintomo ancora del mio disturbo ancora in atto, è invece la prospettiva a lungo termine: ovvero il fatto di avere recidive di periodi acuti di ansia oppure, come scritto in moltissimi articoli letti, avere un disturbo cronico e fluttuante: quindi avere più volte o sempre queste ondate d'ansia nella mia vita.
Sto facendo fatica ad accettarlo.

La mia psicoterapeuta pensa che non sia il mio caso: pensa che sia un'ansia reattiva ad una situazione stressante unica nel suo evento e che non devo temere di averlo tutta la vita; eppure leggere che sia persistente e cronico mi spaventa ancora molto, ed è l'unico motivo per cui percepisco che la mia ansia si stia ancorando ancora a me.
La paura che ho di essa.

Morale: volevo capire dalle vostre esperienze, per avere più opinioni, se tendenzialmente è cronica e devo farmene una ragione, oppure se ogni individuo è troppo diverso e quindi non si può fare una tale generalizzazione?

Grazie mille
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Direi che sono ragionamenti inutili. Non deve "accettarlo" non essendo una cosa già assodata, né perder tempo a dirsi che non ricapiterà più, per lo stesso identico motivo.
La cosa da evitare è in concreto passare anni a togliere e mettere le stesse cure tra riprese e ricadute, questo quando fosse assodato che per il momento il disturbo non si risolve ma ritorna.
Comunque non vedo perchè ci debba pensare adesso e in questa chiave.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Pacini, grazie della risposta, ha ragione. Sono paure riguardo al futuro che sto cercando di eliminare perché assolutamente inutili.

'La cosa da evitare è in concreto passare anni a togliere e mettere le stesse cure tra riprese e ricadute, questo quando fosse assodato che per il momento il disturbo non si risolve ma ritorna'. -> non mi è chiara solamente questa sua affermazione: sostiene che nel caso avessi delle ricadute dovrei mantenere una forma di terapia di mantenimento invece di interromperla?
Grazie per il suo tempo
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Dico che come ragionamento generale, quando uno sa per averlo già sperimentato che il suo disturbo è di quelli che non si risolve a breve, spesso si va avanti per ricadute e ripristini cure, in un'altalena che può essere evitata.
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Utente
Utente
Molto chiaro grazie mille,
Buona giornata.