Ansia e psicofarmaci
Sono in cura farmacologica da un paio di mesi circa con antidepressivi (ezequa 60 x 1 volta al giorno) e ansiolitici (xanax 1 mg al giorno) + halcion alla sera per dormire.
Su consiglio della mia psichiatra, dovrei seguire pure un percorso con un psicologo per delle terapie cognitive comportamentali, ma purtroppo non mi è possibile sostenere questa spesa privatamente, ne tantomeno posso rivolgermi a dei cps o consultori per evitare di poter avere problemi con il mio lavoro, pertanto sto facendo questa cura per metà, o per lo più sto tenendo a bada la parte sintomatica del problema, senza però trattare il problema stesso.
Il fatto è che adesso mi ritrovo a pensare, fino a quando dovrò continuare con la cura farmacologica?
mica posso farla a vita...Di sicuro c'è il fatto che parecchi sintomi si sono alleviati, seppur presenti, ma pian piano noto che l'effetto ansiolitico va diminuendo sempre più e ho paura di entrare nel famoso vortice dell astinenza che sembrerebbe già farsi sentire in alcuni momenti della giornata, me ne accorgo dal fatto che sono spesso agitato, nervoso, impervigile e con stati confusionali improvvisi, con la paura di un attacco di panico e che solo tentando di dormire riesco in parte a gestire, il problema che mica posso dormire a lavoro o mentre guido o faccio la spesa al supermercato!! ! Pertanto tra un sintomo e l'altro mi ritrovo a sentirmi affaticato e fiacco in diversi momenti della giornata.
Purtoppo essendo sposato devo pure cercare di nascondere questi miei malesseri in quanto non sembrano essere affatto concepiti più di tanto, vengono scambiati e interpretati come svogliatezza e basta.
A volte penso che avere una persona accanto che possa ascoltarti, capirti, consigliarti, non farti sentire solo, non farti pesare il problema che stai affrontando, potrebbe sicuramente essere di grande aiuto, ma purtroppo non è il mio caso, vivo la mia depressione e la mia ansia di nascosto a tutti, perché ancora riesco in parte a camuffare i miei malesseri, ma così è sempre più dura vivere, se questo è modo di poter definire quello che sto passando!! ! ! Sono d'accordo con tutti i concetti che ruotano attorno al fatto di doversi godere la vita perché è una sola, che la vita è un dono meraviglioso di Dio, di vivere più che si può i momenti assieme ai propri figli, di amarsi, di dedicarsi a sé stesso, di porgere l'altra guancia, di credere in sé stessi, di ringhiare alla vita e quant'altro, ma alla fine, quando si sta male e si è depressi, è sempre più difficile rialzarsi perché dovresti seguire sempre e solo il tuo istinto e fare solo quello che ti fa stare bene, e invece succede sempre l'opposto, ovvero che fai il possibile per fare bene il tuo lavoro, per non far mancare niente ai figli e alla famiglia, ma per ritrovarti allo stesso tempo sempre più logorato e in ginocchio davanti alla vita!! ! ! !
Nel ragionamento forse tende a confondere quello che uno fa quando sta bene con il modo di gestire se stessi per non farsi venire la malattia, che forse non c'è, e comunque non è contrastare i sintomi, cosa che è concettualmente non sussistente. Se uno li ha, non agisce in senso contrario.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Sulla psicoterapia non posso aiutarla. L' ideale sarebbe nel servizio pubblico, se non se la può permettere. Il servizio pubblico è tenuto al segreto più assoluto.
Dr Giovanni Portuesi
debbo rettificare una Sua affermazione riguardante le visite psicologiche presso il SSN,
questa:
"..il SSN non concede visite psicologhe con il ticket..".
Sì, è possibile effettuare consulenze e psicoterapia presso il SSN con ticket
sia presso le Unità di Psicologia,
sia presso i Consultori,
e al CSM.
L'ammontare del ticket cambia da regione a regione (presso di noi, P.A.Trento cinque sedute non raggiungono i 40 euro di ticket, ad esempio).
Può raccogliere informazioni telefonando allo Sportello a disposizione del pubblico: URP (acronimo di Ufficio Relazioni con il Pubblico).
Dott. Brunialti
psicologa psicoterapeuta
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
questo a vantaggio di chi ci scrive e per i molti che ci leggono.
Riguardo alle valutazioni personali, ognuno potrà poi regolarsi come crede.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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Dr.Matteo Pacini
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Mi scusi dott Pacini,ma offensiva di cosa?i psicofarmaci e gli ansiolitici sono dei medicinali molto importanti e anche curativi se somministrati correttamente dietro un costante controllo di un medico professionista. Ma essendo appunto dei farmaci che agiscono sul SNC,producendo quindi sensazioni inizialmente sedative e ipnotiche,nonché rilassanti e di benessere,non vedo quale sia la differenza ed il problema se li paragono a delle droghe,quando di fatto producono gli stessi effetti!Nessuno si è mai permesso di dubitare sulla professionalità che possa avere un medico e delle sue qualità lavorative. Qui si parla che al giorno d'oggi, se non puoi permetterti di pagare privatamente e profumatamente un psicologo per delle sedute e un psichiatrica per la somministrazione di farmaci,assumere degli psicofarmaci facilmente prescrivibili da qualsiasi medico di base oppure consumare delle droghe in vendita nei mercati neri,il tutto nessun controllo,equivale a vivere da drogato e basta.Cosa significa un insulto alla categoria?Ci sono parecchi video e reportage che dimostrano quello che sto scrivendo.Tutta quella povera gente che vive per strada nel massimo della disperazione, secondo lei ha la possibilità di essere seguito da qualcuno che gli prescriva delle cure?Io credo di no,sono tutte persone che per dare un senso alla loro esistenza vivono drogandosi di qualsiasi cosa e non si uccidono solo perché non hanno il coraggio di farlo.Poi ci sono invece le persone diciamo comuni,che fanno apparentemente una vita regolare,hanno un lavoro una famiglia, etc...etc....però,hanno gli stessi problemi,ma che sia per una questione economica o per non esporsi troppo,si ritrovono fermi sempre ad un punto morto,quello di fare uso nella massima indiscrezione di psicofarmaci o di droghe comuni,e questo posso assicurarle che non vuol dire vivere bene.Il problema è che comunque resta sempre una differenza tra chi ha studiato con grande spirito di volontà e sacrificio e chi invece ha la sofferenza e si ritrova da solo a combatterla per il semplice fatto di essere in un paese dove,o paghi pure l'aria che respiri o finisci abbandonato sotto un ponte.Non sono su questa piattaforma per offendere nessuno,assolutamente, ne la categoria di professionisti, ne le cure farmacologiche,ne chi le ha inventate e ne chi le somministra.Ho espresso solo il mio punto di vista.Nessuno ha insultato e nessuno ha offeso.Saluti!!
Ma di quali parla ?
lei continua, in maniera inutilmente polemica e confusa, a fare discorsi in cui mette in parallelo le droghe di strada e i medicinali, cosa che non capisco dove voglia andare a parare, perché sono discorsi che non c'entrano l'uno con l'altro.
Cioè chi si droga lo farebbe perché ha delle malattie ma non i soldi per pagarsi le cure ? Idea lecita, non corrispondente alla realtà però.
Che i senza tetto non riescano spesso a curarsi, verissimo, ma questo vale per qualsiasi malattia. Non che i cardiopatici senza tetto trovino cure migliori. In più, consideri che un conto è potersi curare con coscienza della malattia che si ha, altro è avere una psicosi.
Esistono i servizi psichiatrici pubblici, per cui anche la questione dei costi è relativa. Esistono i meccanismi di esenzione. Le medicine sono per lo più a carico del sistema sanitario.
Se non è qui per offendere nessuno ne prendo atto, ma quando fa certi discorsi fa polemica contro non si sa chi, quindi contro tutti, e francamente pare che voglia gettare la colpa dei problemi su chi offre semplicemente una competenza professionale per curarli. Idem per il sistema, che almeno in Italia è misto e quindi può consentire anche a chi non ha risorse di curarsi decentemente. Senza che invece l'avere soldi permetta di pagarsi chissà quali cure. Anzi, ci sono sindromi in cui c'è il rischio contrario.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Ma continuo a non capire quindi quale sia la questione.
Non so a che costi si riferisca, ma conosco persone che spendono molto per curarsi così come altri che non spendono molto. Lo stato stesso può spendere molto per curare qualcuno o molto meno, per la stessa identica cosa.
Lei fa riferimento alle benzodiazepine quindi, e forse ad altri sedativi. E quindi tutto il resto rimane fuori da queste considerazioni, oppure non lo ha presente.
Dr.Matteo Pacini
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