Si richiede delucidazione in campo psichiatrico

buona sera, sono un uomo di circa 50 anni e sono in cura farmacologica da circa 30 anni, e sono stato in psicoterapia per circa 20 anni, cerco di descrivere la mia storia:
a circa 18 anni ho avuto un incidente con la moto (ero il passeggero), dopo esser volato e nel rialzarmi ho perso i sensi (ho visto diventare tutto bianco e poi sono svenuto), pochi istanti dopo mi sono ripreso senza danni, almeno fisici, tornato a casa ho nuovamente perso i sensi per poi recuperarli dopo poco, sono stato costretto a letto perché ogni qualvolta mi alzavo perdevo i sensi dopo circa una settimana il disturbo e passato ma ho cominciato a soffrire di attacchi di tachicardia sintomo che non conoscevo, fatto tutti i controlli mi hanno diagnosticato un trauma psicologico dovuto all'incidente sta di fatto che col passare del tempo ho cominciato ad avere attacchi tachicardici sempre più frequenti e più importanti i quali calma o con le gocce di EN, poi dopo circa 2 anni e morta mia madre e ho iniziato a soffrire anche di attacchi di panico, in primis ho cominciato con la psicoterapia e successivamente mi hanno consigliato lo psichiatra per avere un aiuto farmacologico detto ciò la mia disavventura è continuata e peggiorata fino a che una notte mi hanno dovuto ricoverare per sospetto infarto in atto ma così non era poi sino stato dimesso con la prognosi di attacco di panico, il mio problema è che somatizzo, ad oggi la situazione è migliore perché ho imparato a capire il sintomo e a controllarlo di più naturalmente sono sempre sotto farmaci, al mattino prendo una Alprazolam da 0, 50 mg, una Lamotrigina da 50mg, una Paroxetina da 20mg poi il pomeriggio prendo un'altra Alprazolam da 0, 50 mg e una Lamotrigina da 20mg, comunque alcune volte il pomeriggio e molte volte la notte mi prendono questi piccoli attacchi di ansia e dopo che cerco di farli passare naturmente sono costretto a prendermi una pasticca di EN da 1mg e supero il tutto in un paio d'ore invece quando capita di giorno e più facile da superare ma sono costretto a mettermi steso sul letto per rilassarmi, a questo punto arrivo alla domanda: mi è capitato di costatare che se dimentico i due farmaci del pomeriggio non ho disturbi di nessun tipo né la sera né la notte, potrebbe essere che Lamotrigina da 20mg e Lalprazolam da 25mg che assumo il pomeriggio facciano un effetto troppo rilassante e automaticamente il mio inconscio si sente troppo tranquillo e pertanto vulnerabile e fa scattare una sorta adrenalina per mettermi in guardia da eventuali pericoli?
so che non ci sono pericoli ma ho il difetto di essere molto attento a tutto ciò che mi è intorno per essere sempre pronto a qualsiasi situazione e questo è anche il motivo che la notte faccio un dormiveglia ma non riesco da anni a fare un sonno ristoratore al contrario del giorno che riesco a dormire profondamente.

rimanendo in attesa di un riscontro
Vi auguro una buona serata.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
Non è chiaro 20 anni di psicoterapia che tipo di risultato è stato ottenuto.


La sintomatologia non sembra essere in compenso per cui la situazione va rivalutata.



Dr. F. S. Ruggiero


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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.7k 993 248
Francamente quello che sembra è che abbia un disturbo non risolto, solo migliorato. Interpreta questo miglioramento come autocontrollo, quando verosimilmente è soltanto che il disturbo va meglio, quindi gli attacchi sono meno forti, si fermano da soli, non si innesca quell'allarme totale come farebbe altrimenti. Non vorrei che pensasse che ha un aiuto farmacologico ma poi impara a controllare il panico: ha una terapia antipanico classica (la paroxetina) e forse necessità di migliorarla ancora visto che non è risolto il disturbo.
La diagnosi non è del tutto chiara, perché paroxetina-panico mi torna, ma la lamotrigina è indicata per altro, aspetti che non emergono dalla descrizione.

Dr.Matteo Pacini
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dopo
Utente
Utente
la ringrazio Dott. Pacini, il suo consulto mi è stato molto utile perché mi ha aperto una finestra su un nuovo ragionamento, spesso si tende a focalizzare dei pensieri solo per farsi forza e per cercare di darsi fiducia ma a me ciò non importa perché quello che cerco è la possibilità di migliorare pertanto mi consiglierò con il mio psichiatra per fare chiarezza sulla terapia incorso e eventualmente migliorarla sfortunatamente molte volte le terapie non sono del tutto efficaci ma questo accade per colpa di noi pazienti, colpa involontaria perché tendiamo a non riferire tutti gli aspetti anche perché ci si potrebbe scrivere un libro, comunque Le rinnovo il ringraziamento per avermi permesso di aprire un nuovo pensiero, ultima cosa, potrebbe essere utile affrontare una psicoterapia cognitivo comportamentale?
Grazie
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dopo
Utente
Utente
Dott. Ruggiero La ringrazio per l'interessamento, in riferimento alla sua domanda le posso assicurare che non ho mai avuto esperienze di miglioramento naturalmente devo essere onesto e ammettere che essendo una persona che presta molta attenzione a tutto ciò che mi circonda perché devo sempre essere pronto a qualsiasi evenienza dovuto ad una infanzia moto dura, auto. anticamente non è facile per me fidarmi delle persone e pertanto diventa difficile poter esporre in modo completo i miei malesseri, i miei disagi, le mie paure, pertanto i vari terapisti ai quali mi sono rivolto non sono riusciti a farmi scattare quello stato di sicurezza che mi avrebbe potuto aiutare a mettere tutte le carte in tavola, naturalmente non vuole essere una critica agli specialisti da me conosciuti perché come già detto e un problema che riguarda il mio carattere, comunque per ribadire la risposta.... sono stati anni di terapia senza nessun risultato, sfortunatamente ho un carattere molto forte ma è come se una parte di me sia rimasto un bambino, terrorizzato dal dover combattere da giovanissima età sia la strada sia la famiglia, per combattere intendo "salvarsi"
scusandomi di aver scritto un po troppo Le auguro una buona serata
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
Il problema primario è che una sintomatologia che si protrae per tanti anni con trattamenti prolungati non ha molto senso.

Si parte dal sintomo per comprendere il resto e risolvere la sintomatologia in modo efficace e stabile.

I suoi risultati sembrano parziali

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.7k 993 248
Su determinati aspetti la terapia CC è un'opzione utile, però va considerato anche se esiste un limite alle opzioni farmacologiche (che non consente ad esempio di usarle a dose massima sui sintomi ossessivi),, prima di associare diversi strumenti quando magari uno non è in condizioni di massimo funzionamento teorico.

Dr.Matteo Pacini
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