Ricovero per depressione?

Buongiorno,
Sono una donna di quasi 40 anni che da 2 anni a questa parte ha vissuto situazioni fortemente traumatiche (perdita di persone care, del lavoro, di tutta la vita sociale), sono stata in cura presso un CPS di zona in cui lo psichiatra ha tentato due terapie farmacologiche che mi davano effetti collaterali molto forti e me le ha fatte interrompere dall'oggi al domani, con conseguente perdita della terapia psicologica in quanto dati i gravi effetti fisici riteneva impossibile proseguire con me il lavoro.
La mia diagnosi è di depressione maggiore ricorrente con attacchi di panico.

Ora sono senza cure e lo specialista ritiene come unica via possibile per me un ricovero di 1 mese, è vero che la qualità della mia vita è molto compromessa, ho paura di tutto e non riesco in alcun modo a vivere normalmente... però è così necessario un ricovero dopo solo due tentativi con due farmaci diversi (a cui neanche è stato dato il tempo necessario per valutare i benefici e come dicevo mi sono stati fatti interrompere di colpo) e avendo interrotto la psicoterapia dopo soli 3 mesi (e di certo non per mia volontà)?
Ci sono gli estremi per un ricovero obbligatorio con TSO?
Perché io onestamente non ho alcuna intenzione di farmi internare volontariamente, piango spesso e sono sopraffatta da paure e pensieri ma non ho mai usato violenza né contro me stessa né altri e nemmeno ho intenzione di farlo e viste le esperienze precedenti coi farmaci sono molto scoraggiata in merito e di sicuro non risolvono il problema alla base, o meglio non bastano.

Dopo questa esperienza e queste "minacce" onestamente sono terrorizzata all'idea di tornare in quel CPS e pare che cambiare medico sia anche parecchio complicato, purtroppo non posso permettermi nulla privatamente in quanto non sto lavorando.
Sentirei forte bisogno di una terapia psicologica ma senza soldi come faccio?
Anche sentendo i consultori pare che non ci sia posto per me o non abbiano personale che possa aiutarmi e io già faccio una fatica assurda ad uscire di casa, non ho le forze di cercare in tutta la città e neanche di spostarmi troppo lontano dalla mia zona.
Non so veramente dove sbattere la testa e sono sola e abbandonata a me stessa in tutto questo...
La mia vita purtroppo è molto piatta e senza stimoli, non ho amici, vivo con una madre che ha in bocca solo la parola "ricovero" e non vuole sentire altre ragioni e discutiamo spesso e per via di tutti i miei limiti in termini di tristezza ed attacchi di panico e ormai un radicato terrore delle persone non riesco a rifarmi una vita fuori da queste quattro mura.

Grazie per l'attenzione
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Buonasera.
Non conoscendo il suo caso provo a darle delle risposte generiche.
In regime volontario si ricorre al ricovero quando una patologia, lieve o grave che sia, non può essere curata che in ambiente ospedaliero, in quanto le terapie eseguibili domiciliarmente non hanno funzionato, e in ospedale c'è la possibilità di esperire trattamenti probabilmente efficaci che richiedano assistenza quotidiana. Oppure, quando si ritiene utile che il paziente venga temporaneamente allontanato dal suo ambiente.
Invece il TSO può e deve essere eseguito quando vi è il forte rischio che il malato possa far del male fisico agli altri o a se stesso. Se non ricorre questa condizione nessuno potrò obbligarla a ricoverarsi.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-