Necessità di un consulto psichiatrico

Buonasera,
Vi scrivo per chiedervi un parere sulla mia condizione.
Dal 2016 al 2020 ho fumato marijuana quotidianamente, 3/4 canne al giorno, a volte anche di più.
I miei problemi sono iniziati nel 2020 (prima della pandemia), quando la marijuana ha iniziato a farmi stare malissimo: quando fumavo si irrigidivano tutti i muscoli, mi si bloccava il collo, stringevo fortissimo i denti, mi venivano tachicardie fortissime, attacchi di panico, ansia, pensieri paranoici e una forte confusione mentale, oltre a problemi gastrointestinali.
Tuttavia oramai avevo sviluppato una dipendenza forte per tale sostanza che ho continuato a fumare fino a settembre del 2020, con i sintomi che sono continuati a peggiorare nel tempo.
Mi sono quindi rivolto ad una psicologa, che ha detto che se non avessi smesso mi sarebbe venuta una psicosi e che buona parte dei miei problemi/sintomi fossero dovuti a tale droga.
Ho fatto una seduta a settimana per 3/4 mesi, ma dopo ho mollato, non vedendo praticamente miglioramenti.
In tutto ciò ho iniziato a soffrire di tachicardie anche mentre fumavo sigarette o in altre situazioni e, a seguito di una serie di esami cardiologici, ho scoperto di avere un piccolo problema ed ho effettuato un'operazione a gennaio 2021.
Il fatto di dover smettere di fumare tutto mi ha portato a isolarmi totalmente; non uscivo mai di casa e passavo le miei giornate a provare a studiare e a guardare la televisione.
Col passare del tempo la mia situazione è peggiorata ancora e mi sono rivolto ad un altro psicoterapeuta da cui vado ancora.
In tutto ciò mi è venuto un trauma per l'università: non riesco a studiare senza attacchi d'ansia.
Lui dice che tutto ciò accade in quanto non voglio diventare adulto e la laurea è un simbolo.
Comunque, mi ha diagnosticato una nevrosi d'ansia depressiva.
Ieri mi ha detto che sono stazionario nella mia malattia, che sono un nevrotico scatenato e che secondo lui ci vorranno 10 anni prima di stare bene.
Io però non ce la faccio più a vivere così e sto pensando di rivolgermi ad uno psichiatra.
In tutto ciò sto facendo uso ultimamente di cocaina, 3/4 volte al mese a febbraio e marzo.
Anche questa situazione mi sta iniziando a spaventare ed ho un po' paura di perdere il controllo.
In ogni caso, volevo chiedervi un parere sulla mia situazione.
Secondo voi necessito di un consulto psichiatrico o la psicoterapia può bastare?
I farmaci servono solo ad attenuare i sintomi o possono curare?
In base a quanto ho scritto, ritenete giusta la diagnosi del mio terapeuta e ritenete sia qualcosa di curabile e reversibile?
È possibile che tutti questi problemi siano stati causati dalla marijuana?
Grazie mille.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
E' opportuna una visita psichiatrica con una terapia specifica per i suoi sintomi.



Dr. F. S. Ruggiero


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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Mi sono quindi rivolto ad una psicologa, che ha detto che se non avessi smesso mi sarebbe venuta una psicosi"

Come si faceva a sapere ? Quali carte sono uscite ?

Ha un disturbo non trattato al momento. Che c'entrino qualcosa le canne fatte è un dato da tener presente per scegliere la cura, ma sostanzialmente va tenuto conto dei sintomi attuali.
Però non capisco il coinvolgimento con la cocaina: oltre a rischiare di svilupparne una dipendenza, che se si può evitare è meglio, che logica c'è nel metter di mezzo una sostanza dai postumi depressivi e ansiosi in un quadro già di questo tipo ?

Dr.Matteo Pacini
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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per la celere risposta.
Non so in base a cosa la vecchia psicologa ha detto che potessi sviluppare una psicosi continuando a fumare. Per quel che riguarda la cocaina, ha pienamente ragione. La mia vita è molto triste e vuota, piena solo d'ansia e di depressione e mi sento affranto e deluso da tutto ciò. La cocaina mi fa passare 2/3 ore di "allegria" e in cui riesco a parlare di tutto, senza vergognarmi. Quando però gli effetti finiscono sto malissimo... mi viene ansia e depressione, penso alla morte e alla possibilità di suicidarmi. Pensieri che poi il giorno dopo perdono di importanza, ma lì per lì sto malissimo. In ogni caso Le vorrei chiedere se quindi secondo Lei una cura farmacologica possa guarirmi del tutto o se è finalizzata ad attenuare solo i sintomi. Inoltre, secondo Lei durante un'eventuale cura dovrò proseguire con la psicoterapia? La ringrazio ancora.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Effettui una visita psichiatrica nel corso della quale saranno valutate tutte le possibilità terapeutiche eventuali.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Mi scusi, ma mi spiega perché c'è sempre questa contrapposizione insensata tra "guarire del tutto" e "attenuare i sintomi" ? Ma in mezzo non c'è nulla ? E poi scusi, attenuare i sintomi e guarire non può essere lo stesso processo ?

In ogni caso, l'uso di cocaina anche sporadico può rendere inefficace qualsiasi cura, aggrava il disturbo e, ripeto, è una pratica che può sfociare verso la dipendenza in un tempo indeterminato, senza che sostanzialmente si possa intervenire per evitare la cosa quando è accaduta.

Io farei fare una visita psichiatrica, ma quel comportamento potrebbe inficiare qualsiasi intervento.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Se necessario sospendere del tutto l'uso di cocaina per guarire, lo farò. Poi la mia domanda le potrà sembrare assurda in quanto non ho alcuna conoscenza di psichiatria. Tuttavia spesso non capisco se una cura psichiatrica possa risolvere del tutto il problema, o se è un problema che andrà risolto insieme alla psicoterapia, oppure se dovrò conviverci per sempre, alternando momenti migliori a momenti peggiori. Penso che sia diritto di ogni malato sapere quali sono le prospettive di una cura. Se mi può rispondere con onestà a tale domanda le sarei grato. In ogni caso, domani vado dallo psicoterapeuta e ne parlo anche con lui, ma la mia intenzione è quella di effettuare tale visita. Grazie mille ancora.
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dopo
Utente
Utente
Vi scrivo per aggiornarvi della situazione. Ne ho parlato con mia madre. So che sono maggiorenne e che tali decisioni spettano a me, ma non credo sia giusto estrometterli da tale decisione visto tutto quello che fanno per me.. Ho l'impressione che non mi prenda molto sul serio, dato che spesso non mostro e non riesco a mostrare il disagio che ho dentro. Ora ne parlerò anche con mio padre. Purtroppo in giro c'è ancora il pregiudizio per cui lo psichiatra è il medico dei pazzi e, per quanto i miei siano persone intelligenti, possono essere condizionati da tutto ciò. Fatto sta che però io voglio guarire e questa è l'unica via rimasta.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
E' solo un istinto a evitare il problema. Se lo psichiatra è il medico dei pazzi, evidentemente la rimanderebbe indietro dicendo che ha sbagliato porta. Ma una frase del genere vuol dire "non ci andare, perché non sei pazzo". Non dice però da chi deve andare.

Non è che è l'unica via rimasta, è banalmente quel che uno fa quando sta male, di andare dal medico.

Le prospettive: le stesse di qualunque altra branca medica. Quando si va a farsi curare la pressione è un cosa, l'infarto è un'altra, togliere una cisti è diverso ancora, etc. Ogni malattia ha il suo decorso, e conclusioni che si ricavano in parte mentre si cura.

Dr.Matteo Pacini
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