Ansia adolescente 13 anni

Buongiorno scrivo per un consulto riguardante mia figlia di 13 anni.
La ragazza si trova nella fase adolescenziale, va molto bene a scuola ha sempre avuto relazioni sociali (seppur è sempre stata abbastanza ansiosa ed ipocondriaca) ecc.
ecc.
Due anni fa al mare ha avuto un capogiro al quale è seguito un attacco di ansia per la paura di svenire...da quel momento abbiamo ritenuto necessario un consulto psicologico (che ha "celato" il disturbo in quanto per tenere sotto controllo la situazione ha attivato una sorta di routine giornaliera ripetendo le stesse cose in maniera quasi "ossessiva") da novembre 2022 ha ricominciato quasi quotidianamente, e questa volta a scuola, a ravvivsare questa paura di svenire per colpa di questi "giramenti di testa" che di fatto non ha.
A gennaio23 ha iniziato un nuovo percorso da una psicologa per terapia cognitivo comportamentale, ma ad oggi la situazione è stabile se non peggiorata.
Ora noi come genitori la facciamo uscire, abbiamo avvertito i professori quindi quando ha questo eventi resta a scuola (mentre prima venivamo chiamati per riprenderla), la spingiamo a fare attività sportiva ma osserviamo comunque queste sue difficoltà quotidiane che con il tempo stanno purtroppo limitando sia il profitto scolastico che l interesse ad uscire ecc ecc.
Oltre al trattamento psicologico cosa possiamo fate, abbiamo paura che più il tempo passa più la situazione peggiori.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
E' utile una valutazione presso un neuropsichiatra infantile che potrà stabilire anche trattamenti differenti rispetto agli attuali.


Dr. F. S. Ruggiero


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dopo
Utente
Utente
Grazie per il pronto riscontro. Personalmente sono scettico sull utilizzo di farmaci anche in considerazione dell'età della ragazza. Potrebbero sussistere alternative all'eventuale proposizione di un trattamento farmacologico ?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
Se non è laureato in medicina il suo scetticismo è pari al parere del barista mentre beve il caffè.


Il neuropsichiatra valuta e se lo ritiene opportuno introduce anche una terapia farmacologica.

Se è davvero preoccupato per sua figlia e ne vuole il suo bene, scende dalle sue ideologie pre impostate ed accetta ciò che dice un medico, diversamente, seguendo le sue basi non scientifiche, può porre sua figlia in una condizione di patologia che può cronicizzare e renderla un adulto problematico.

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