Partner depresso

Buonasera
É la prima volta che chiedo un consulto, ma vorrei un opinione di un esperto perchè sono preoccupata per il mio fidanzato e di conseguenza per me.

Stiamo insieme da circa due anni, lui é una persona premurosa che mi ha fatto sentire da subito importante nella sua vita, affettuoso e presente.

Purtroppo dall estate circa ho notato un cambiamento in lui, più serioso, meno affettuoso nei gesti e parole con me, poca e poi zero sessualità, diceva di essere sempre stanco e senza energie, difficoltá a prendere decisioni.

Io ovviamente ho iniziato a pensare che avesse problemi con me e non mi amasse più come prima e abbiamo discusso a volte, lui diceva che mi amava ma era bloccato, con insicurezze e dubbi sul futuro, sul fattore economico etc...
Per forza di cose ci siamo un pò allontanati anche se io cercavo di accettare il suo comportamento e sperare tornasse quello di prima.

Purtroppo però un mese fa mi ha detto che era in crisi anche con me e non sapeva se mi amava ancora e se voleva lasciarmi.

In passato lui aveva già avuto problemi di ansia, era andato da uno psicologo e neurologo, soffriva di insonnia, tachicardia...gli ho consigliato di tornarci ma non l ha presa bene.

In questo periodo non ci siamo più visti e ci siamo sentiti poco...lui dice che vuole silenzio, che lavora e dorme e basta.

Pochi giorni fá l ho sentito e mi ha chiesto di nuovo del tempo e che vuole cercare di stare meglio per riprovare.

Io nutro dubbi su tutto, non nego che il suo comportamento mi ha deluso e molto ferita, un allontanamento così non lo capisco in una relazione che sembrava comunque seria e sentita.

Metto in conto che non stia bene ma è difficile credergli al 100%, poi mi chiedo quando vorrá rivedermi e provare ad aggiustare il rapporto?

Questo é un periodo dell anno dove la vicinanza di un compagno é ancora più importante.

Io sicuramente ho sentimenti importanti per lui ma sono triste e confusa.

Si può riprovare a ricucire questo rapporto?
sono mesi che non sono felice ormai è l ultimo é stata l apoteosi.

Credevo tanto in noi e in un futuro insieme, ora ci credo meno, mi fidavo tanto di lui, ora mi fido meno.

Sento che ha rovinato qualcosa, ma non vorrei rinunciare così senza dare una possibilitá, sempre se se la sentirá di riprovare.

Anche questa insicurezza mi mette in crisi.

É/era davvero un pò depresso?
si può superare una crisi così?
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Dr. Alessio Congiu Psicologo, Psicoterapeuta 83 6 16
Gentile utente,

alcune delle problematiche che ha descritto lasciano effettivamente pensare ad una sintomatologia depressiva. Penso ad esempio al cambiamento nell'espressione emotiva, alla perdita di interesse sessuale, alla stanchezza cronica, alla difficoltà nel prendere decisioni, etc.

Chiaramente, senza una valutazione specialista è difficile comprendere la natura di questo cambiamento psico-emotivo. Ad esempio, il fatto che sia diventato meno affettuoso e sessualmente meno coinvolto dipende dal fatto che il suo compagno ha sviluppato un problema depressivo o dal fatto che ha smesso di provare sentimenti amorosi/sessuali nei suoi confronti?

Inoltre, la possibile sintomatologia depressiva sopra accennata potrebbe essere ricondotta non solo ad un disturbo depressivo, ma anche ad un altro disturbo. Penso ad esempio ad un disturbo bipolare, ad una dipendenza patologica da alcol o sostanze, ad un disturbo da stress post traumatico complesso, ad una malattia organica, etc.

Volendo comunque provare a dare risposta al primo suo quesito ("É/era davvero un pò depresso?"), potremmo provare a rispondere in modo generico. Potremmo ad esempio accennare al fatto che, l'emergere di un problema depressivo, può lasciare effettivamente una persona molto disorientata circa la natura dei propri sentimenti affettivi. Come infatti ci siamo chiesti noi poco sopra, anche il suo compagno potrebbe essersi chiesto se lo stato depressivo, che verosimilmente sta provando, dipenda da un problema personale o da una perdita di interesse nei suoi confronti.

Ma potremmo provare a dare anche un'altra lettura, più articolata, di questa situazione. A volte persone che hanno difficoltà personali nell'ambito delle relazioni affettive possono sperimentare questo improvviso cambiamento emotivo, paradossalmente, proprio a seguito dell'intensificarsi del legame con il partner. Quello che infatti capita a livello inconsapevole è che, percepire dentro di sé un'intensificarsi di questi sentimenti e di un'intimità di coppia, riaccende pregressi ricordi di abbandono che spingono la persona ad un distacco affettivo a scopi difensivi. In questi casi, come spesso capita, la persona non è consapevole che questa rapida perdita di interesse dipenda da una reazione dissociativa interna finalizzata a proteggersi da dolorosi e angosciosi sentimenti di perdita e abbandono, ma risulta consapevole unicamente del suo effetto: lo spegnimento affettivo ed emotivo, con una sintomatologia depressiva che talvolta mima l'espressione di un disturbo depressivo e che porta la persona a rimettere in discussione tanti aspetti della propria vita, non per ultimo lo stesso rapporto affettivo.

Riassumendo, è possibile che il suo compagno, sentendosi sempre più legato affettivamente a lei, abbia risperimentato inconsapevolmente il timore di venire da lei abbandonato, reagendo a questo angoscioso e terrifico scenario (già vissuto verosimilmente nelle primissime relazioni di attaccamento con i genitori) attraverso un distacco affettivo per proteggersi da tale possibile sofferenza. Se così fosse, si tratterebbe di una reazione dissociativa immediata, non volontaria, non consapevole e di verosimile origine traumatica (trauma relazionale precoce).

La persona, dunque, non avrebbe consapevolezza di tale dinamica interna, né potrebbe confermare o meno la stessa se glielo si dicesse apertamente. In genere, persone che soffrono di questo tipo di difficoltà relazionale vivono con grande disagio l'ambito delle relazioni effettive proprio in quanto faticano a legarsi intimamente, andando in terapia soltanto nei periodi depressivi in cui sperimentano questo stato di vuoto interiore, per poi lasciare il percorso psicoterapico a seguito del riaffacciarsi di emozioni o sentimenti per loro troppo faticosi da gestire.

Più probabile, invece, è che in terapia vada la persona che ha subito la perdita, ossia il partner che è stato lasciato, in quanto confuso e disorientato circa la natura dell'interruzione della relazione. E' questa una fase molto delicata, in quanto vi è spesso il rischio di malinterpretare le ragioni alla base dell'interruzione affettiva. Si potrebbe ad esempio arrivare alla conclusione erronea che il distacco del partner dipenda da una propria inadeguatezza o inadempienza nella relazione, alimentando una sofferenza particolarmente intensa e di difficile gestione.

Venendo infine all'ultimo suo quesito ("si può superare una crisi così?"), qualora l'ipotesi sopra presentata fosse corretta, penso che sia possibile risaldare il rapporto, a patto che il suo compagno venga seguito da uno specialista per essere aiutato a comprendere la natura del suo disagio. Non escluderei anche di affiancare a questo percorso individuale una terapia di coppia, utile ad entrambi per elaborare in due un problema che ha nella relazione affettiva di coppia la sua primaria espressione.

Sperando di esserle stato d'aiuto, la saluto cordialmente.

Dr. Congiu

Dr. Alessio Congiu
Psicologo-Psicoterapeuta
T. +39 345 465 8419
alessio.congiu@hotmail.it
alessiocongiupsicologo.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dott Congiu per la sua risposta
Ieri ho avuto un confronto telefonico con il mio fidanzato(per ora lo definisco così)
Sostiene di provare ancora amore per me è di voler riprovare ma quando sará più stabile emotivamente,per ora non mi vuole vedere e anche sentirmi non mi sembra una cosa che gradisce particolarmente.
Onestamente questa cosa é un pò difficile da accettare perché un distacco del genere mi pare poi difficile da sanare,io a volte non nascondo che provo sentimenti di delusione e anche un pò di rancore nei suoi confronti,perché mi manca la persona di qualche mese fa,la persona di cui mi sono innamorata.
Capisco che non stá bene e cerco di essere comprensiva ma non é facile.
É in cura da un neurologo che gli ha dato dei farmaci ma non vuole intraprendere un percorso da uno psicoterapeuta e non mi sembra una buona idea.
Anche lei giustamente ha suggerito questa possibilità anche per capire precisamente da che patologia é afflitto.
Mi ha detto che lavora e basta..gli ho suggerito di uscire con qualche amico e di svagarsi un pò.
Devo dire che sono in difficoltá,mi fá piacere che abbia capito che tiene ancora a me ma non vedo nei fatti quel che afferma
Cercherò di dargli ancora un pò di tempo ma per me non stá facendo abbasta per uscire da questa situazione.
Cordiali Saluti
[#3]
dopo
Utente
Utente
Ah volevo aggiungere che il padre del mio fidanzato ha sofferto di una forte depressione(non mangiava,non si alzava da letto)questa cosa ha ovviamente segnato il mio fidanzato che é anche convinto di avere ereditato dal padre la fragilitá dei suoi nervi(testuali parole)
Infatti il neurologo al quale si é rivolto in cura il padre che stá meglio da un pò di tempo.
A tratti nella sua vita é anche andato da uno psicologo,quindi non capisco perché ora non ci voglia andare(forse ragioni economiche)
Non mi ha mai parlato di altri traumi particolari ma sicuramente é un ragazzo parecchio ansioso,soffre a volte di insonnia,tachicardia,ansia per il futuro,per il lavoro..
Io vivo in modo più tranquillo l esistenza(anche se ho le mie ansie pure io)tanto che a volte mi ha detto non farti contagiare dal mio carattere
Anche nelle nostre discussioni soprattutto da luglio in poi a volte piangeva talmente tanto che non si poteva arrivare da nessuna parte e a nessuna risoluzione.
Io onestamente non mi sento inadeguata o in colpa,penso di avere dato il possibile in termini di amore e rispetto,ovviamente ho i miei difetti,ma ritengo anche di meritare di essere amata per come sono.
Lui una cosa é certa é un ragazzo insicuro,nel tempo lo ha dimostrato sempre di più..
Grazie per l attenzione.
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